Valeria Campana
Tra storia e turismo

La Valle dei briganti

Piccolo viaggio nella Valle del Salto, tra il Lazio e l'Abruzzo: quasi una discesa nel passato, tra le memorie della giovane Beatrice Cenci e i segni del brigantaggio ottocentesco

Ci troviamo a poco più di un’ora da Roma eppure sembra essere lontani anni luce dalla metropoli, sembra essere tornati indietro nel tempo, in un mondo rimasto alle origini, inesplorato, randagio. Siamo nella Valle del Salto, terra di confine tra Lazio e Abruzzo, nella meravigliosa sub-regione laziale che fu prima degli Equi e poi dei Briganti: il Cicolano. Questo territorio, montuoso e impervio, è caratterizzato da alti rilievi e da meravigliose vallate, come la nostra, che deve il suo nome alla presenza del fiume Salto e all’omonimo lago artificiale, il più grande della regione laziale. La Valle del Salto, meta turistica già dall’Ottocento, è un tuffo nel passato, una bellezza integra, incorrotta, dipinta da verdi colline, foreste fiabesche, falesie, fiumi trasparenti e laghetti d’alta quota. La natura è la regina indiscussa della zona che innamora per la sua amenità e magnificenza; i suoi abitanti poi, che popolano infiniti borghi della fertile campagna o arroccati su spaventosi sassi o in fitte foreste di querce, sono ospitali, taciturni, sempre sereni.

Il lago del Salto, di conformazione molto allungata, è uno specchio dai mille riflessi di colore, incastonato tra i monti boscosi. È ricco di fiordi e insenature e la strada che lo costeggia, pianeggiante e ombreggiata, è un ottimo percorso naturale per gli amanti della bicicletta. È circondato da graziosi villaggi silenziosi presso alcuni dei quali è possibile accedere alla costa attraverso spiaggette attrezzate e balneabili. Negli ultimi anni il bacino, nato sotto il fascismo, è spesso frequentato da turismo giovanile in seguito a gare di wakeboard nazionali ed internazionali.

Da non perdere sono i tramonti sul lago, ricchi di storia e di leggenda, laconici e passionali. Una bella fotografia del bacino si ha quando le acque si ritirano e, in silenzio, fanno capolino i resti delle abitazioni che negli anni Quaranta furono sommerse dalle acque a seguito della costruzione della diga per la produzione di energia elettrica.

Il territorio del Cicolano è caratterizzato da vicende cruente, leggendarie e da fatti sanguinosi intrecciati a travolgenti storie politiche. L’ambiente ostile e poco accessibile e la posizione geografica quale zona di confine con lo Stato Pontificio, lo resero luogo perfetto per lo sviluppo del fenomeno del Brigantaggio, nato in seguito alla conquista del regno di Napoli da parte dei Savoia. L’insorgere dei briganti, tra cui il famoso Bernardino Viola, fu forse la più deleteria e triste conseguenza dei moti reazionari e, per circa dieci anni, tenne in grave apprensione i cittadini della zona.

Passeggiando tra i minuscoli borghi della Valle del Salto, si possono ammirare dei bei dipinti colorati, posti in mostra sulle pareti esterne delle abitazioni, raffiguranti questi famosi fuorilegge, a piedi o a cavallo. I murales, nati alcuni anni fa in seguito a un concorso nazionale di pittura murale intitolato “Il Cicolano dei briganti al muro” nell’ambito del progetto “Percorsi del Brigantaggio nella Regione Equicola”, sono presenti in quasi tutte le frazioni del Comune di Fiamignano, costituiscono l’orgoglio degli abitanti e rappresentano una grande forza di attrazione turistica. Numerose sono invece le grotte dove i briganti dimoravano o si nascondevano e che si intravedono sulle ripide coste dei rilievi della valle, mentre si va d’escursione in alta montagna.

valle del salto2Nell’antichità, il Cicolano era anche un territorio pervaso da un forte e profondo sentimento religioso, che tutt’oggi è molto sviluppato. Scoprendo la valle, ad esempio, è facile imbattersi in borghi composti solo da una chiesa e qualche abitazione che anche d’inverno, nonostante la frazione disabitata, aprono orgogliosi la propria cappella e dicono messa.

Ogni sabato in genere, nel tardo pomeriggio.

In questi luoghi sono presenti anche innumerevoli abbazie e resti di rocche e castelli medievali, nati quando, per difendersi dai Saraceni, gli abitanti lasciarono i loro vecchi insediamenti per rifugiarsi nelle alture da cui potevano controllare le varie vie di accesso della valle. Tra questi citiamo la Rocca Cenci, la cui storia è fortemente legata alle vicende storiche, divenute anche leggenda e mito, della giovane Beatrice Cenci.

L’estate è la stagione preferita dai Cicolani! Il territorio rinasce, i borghi si vestono a festa, s’illuminano, brillano. Ogni paese organizza la sua sagra popolare, alcune dedicate all’epoca dei briganti altre alla tradizione del cibo locale. Prodotti quali il tartufo, il fungo porcino, il formaggio, gli arrosticini, la castagna rossa, la pasta e ceci, la gustosa pizza rentorta diventano protagonisti delle notti stellate della Valle del Salto. Si balla e si canta, agghindati con antichi abiti locali, attorno alla Pantasima, un grosso fantoccio di canna rivestita di cartone, bucata in centro per possederla e ballarla; incendiata gira all’impazzata tra la gente, danzando il saltarello, al suono della tipica musica popolare di fisarmonica. Che meraviglia!

Non mancate di visitare l’Altopiano di Rascino, una vasta e bellissima conca carsica, somigliante alla più famosa piana di Castelluccio di Norcia.

La spianata, con il suo laghetto, a circa 1300 metri di altitudine, è un luogo isolato e incontaminato, ricco di piante selvatiche e di animali, tra cui il lupo. Non è mai stato ambiente di insediamento umano ma era un semplice luogo di passaggio per i pastori che facevano la transumanza, spostandosi dai pascoli montani alla campagna romana. Nonostante il recente sviluppo di aziende agricole e di qualche B&B nella zona, le uniche attività possibili in questa area sono ancora la pastorizia e la coltivazione della lenticchia doc, divenuta presidio SlowFood.

Andateci. Questo luogo è davvero un incanto.

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