Una meritevole iniziativa settimanale
Pillole di poesia
Leopardi e Saffo, Catullo e Majakovskij e molti altri. Piccoli, preziosi libri a poco prezzo in un'agile collana dedicata a grandi poeti. Fino a un recente Ungaretti in una raccolta che si chiude con i versi di “Per sempre” del ’59, dedicati alla moglie scomparsa. E si sente la mancanza delle ultime liriche d’amore
C’è una bella collana del Corriere della sera che esce dal 12 marzo scorso ogni sabato che si chiama “diVersi”. Sono raccolte di grandi poeti, tradotti quelli stranieri e consegnati tali e quali a quelli italiani: 35 autori in tutto e siamo al numero 19. È uscito per esempio un Leopardi che dà tutti i testi dei Canti senza commenti (e senza commenti sono tutti piccoli libri della collana) ed è uscito anche un Ungaretti che può prestarsi a qualche nostro commento.
Ecco il volumetto con le poesie di Saffo, di Alceo e di Anacreonte, superbamente tradotte da Filippo Maria Pontani. Un volumetto di circa 130 pagine come anche gli altri al prezzo, quasi incredibile di 5,90 euro. Da Saffo: «Gli astri intorno alla luna / bella/ celano il chiaro viso/ quando, colma di lume più dilata/ sopra la terra». Oppure: «È sparita la luna,/ le Pleiadi. Notte/ alta/ l’ora del tempo varca./ Io dormo/ solo». E infine: «Verginità, verginità! Mi fuggi, e dove? Dove?/ Non verrò più da te, da te non tornerò mai più». E accanto Alceo con la sua propensione per la vita civile ma anche per la guerra. Insuperato cantante del vino.
Passiamo a un altro volume, quello che comprende 90 frammenti della poesia di Catullo nella traduzione di Nicola Cardini, e c’è Lesbia, c’è il passerotto: «O passero, gioia della mia donna/ che con te gioca e ti si tiene in seno e la punta del dito non ti nega/ e ti incita a beccarla forte quando il mio splendido amore è in vena… Piangete, veneri e amori e voi quanti/ siete che venerate la dolcezza./ Il passero della mia donna è morto,/ il passero, gioia della mia donna/ che più teneva caro dei suoi occhi». Fin dai primi studi liceali il nostro amore per Catullo è stato grandissimo anche se ne riportavamo più la sua tematica d’amore, ora felice ora disperato, non tenendo conto del suo grande impegno polemico, fino alla cattiveria.
Ancora un volume di poesie di Majakovskij: tra i traduttori nomi del calibro di Angelo Maria Ripellino e Serena Vitale. Sono poesie come si sa per lo più trionfali, per lo più in linea con il Partito Comunista appena sorto, ma dopo tanti successi verrà il momento in cui il poeta si sente solo nella casa di Mosca e il 14 aprile del 1930 si spara al cuore. Al funerale – leggo – partecipano centocinquantamila persone.
Per ultimo ho scelto tra gli altri libri che sono usciti quello su Ungaretti, giacché il tema della poesia ungarettiana molto mi appassiona e ha segnato quasi tutte le epoche della mia vita. I segni: da Lettura leopardiana del ‘52 a Ungaretti e il Porto Sepolto del 2016. Posso dunque allora notare senza nessuna polemica ma solo per chiarezza verso il lettore, che il libro si chiude con il Taccuino del vecchio e porta come ultima la poesia del ’59 scritta da Ungaretti dopo la morte della moglie Jeanne e a lei dedicata, Per sempre. Quello di cui sento la mancanza in questo libro sono le ultime grandi poesie d’amore del vecchio poeta. Si tratta di Dialogo, poesie per e con Bruna Bianco, e si tratta di Croazia segreta e L’impietrito e il velluto per Dunja.
Finita malinconicamente la ricerca di una “Terra promessa”, Ungaretti si sente in grado di tornare al deserto e di farsi seppellire tra la sabbia. Ma la malinconia sfuma all’improvviso e, come per una benedizione, appena si aprono le vicende dell’amore di un vecchio poeta per due giovani ragazze. Siamo nel 1970: pochi mesi dopo questi canti Ungaretti morirà.