Anna Camaiti Hostert
Cartolina dall'America

Basta notizie false?

Le dimissioni forzate (in seguito a un enorme scandalo sessuale) di Roger Ailes da Foxnews potrebbero portare al tramonto del giornalismo partigiano e becero che ha accompagnato l'ascesa di Donald Trump

Siamo ormai in un clima di elezioni che si preannunciano arroventate. Da un lato si è appena conclusa a Cleveland in Ohio, uno dei famosi swing states necessari a vincere la presidenza americana, la Convention repubblicana piena di retorica e di rabbia, generalmente abbastanza noiosa con la sola eccezione del mancato supporto a Trump da parte di uno degli ex-contendenti alla presidenza: Ted Cruz. Questo è stato forse l’unico evento che l’ha resa un po’ più vivace. Il discorso di accettazione della nomination repubblicana di Donald Trump è stato il più lungo degli ultimi trent’anni e uno dei più negativi, divisivi e pieni di veleno mai pronunciati nella storia delle presidenziali americane. Dall’altro si sta per aprire la Convention democratica a Filadelfia in Pennsylvania, un altro swing state, e Hillary Clinton ha appena annunciato il nome del suo vicepresidente, il senatore Tim Kaine ex governatore della Virginia, altro swing state, un moderato da cui non ci si aspettano sorprese.

Ma c’è una notizia di questi ultimi giorni destinata a provocare cambiamenti abbastanza decisivi non solo in campo repubblicano, ma nel tono che assumerà in generale tutta la campagna elettorale, quando davvero entrerà nel vivo, cioè dopo la nomination ufficiale di Hillary da parte del partito democratico.

Proprio nel bel mezzo della kermesse repubblicana, infatti, sono state annunciate le dimissioni con effetto immediato di Roger Ailes il CEO di Foxnews seguite a una denuncia di sexual harrasment da parte di una giornalista del canale di informazione più seguito in America. Gretchen Carlstone l’ha accusato di avere sabotato la sua carriera perché ha rifiutato le sue avances sessuali. E non sembra essere la sola: altre 20 donne si sono fatte avanti e hanno confermato l’atteggiamento misogino e inappropriato del mogul dell’informazione. Perfino una delle giornaliste più note al grande pubblico, Megyn Kelly, che deve totalmente la sua carriera ad Ailes, sembra avere ammesso di essere stata molestata, secondo il Los Angeles Times. A dispetto del fatto che il CEO ha negato ogni addebito. I giornali e le televisioni hanno parlato troppo poco di queste dimissioni rispetto al terremoto che sono destinate a provocare.

roger_ailes_rupert_murdochCarneade chi era costui?, vien fatto però di chiedersi pensando a Roger Ailes. Specialmente in Europa. Ebbene la risposta è: uno degli uomini più potenti d’America. Ailes, infatti, circa vent’anni fa, su richiesta di Rupert Murdoch, ha creato Foxnews come risposta a CNN, proprio mentre stava nascendo MSNBC televisione di ispirazione democratica. Ailes tuttavia ne ha fatto un canale chiaramente di parte che ha privilegiato sfacciatamente i repubblicani senza nascondere la sua partigianeria. Una cosa nuova e sconosciuta negli States. Ha costruito questo canale dalle sue fondamenta facendo della divisività, dell’aggressività e della litigiosità caratteristiche peculiari del canale che hanno fatto spettacolo e aumentato incredibilmente lo sharing soprattutto tra gli spettatori ultra sessantacinquenni. Che sono anche quelli che prediligono il mezzo televisivo per informarsi.

Ailes ha assunto giornalisti conservatori come Bill O’Reilly, ha difeso Glenn Beck nelle sue crociate reazionarie e ha fatto sentire di casa i politici repubblicani che hanno considerato Foxnews una piattaforma amica da cui rivolgersi al loro elettorato.

sarah palin«È sempre difficile creare un canale o una pubblicazione dalle fondamenta soprattutto contro monopoli ormai assestati come esistevano negli Stati Uniti. La capacità di Ailes di comprendere la politica e la sua abilità di rendere problemi di grande rilevanza accessibili a un’audience più vasta si è stagliata in contrasto evidente con l’elitismo che caratterizzava troppo i media in generale», ha detto Murdoch il quale a più di ottanta anni prenderà il suo posto in attesa di una nuova nomina. Ailes durante la sua carriera ha assunto politici repubblicani come Sarah Palin (nella foto), Rick Santorum, Mike Huckabee, John Kasich  e Newt Gingrich come commentatori del canale. «Foxnews  ha dominato non solo le opinioni dei conservatori, ma ha formato il moderno partito repubblicano. Ailes ha giocato un ruolo fondamentale nel rendere la visione e il punto di vista conservatore  dominanti. Questa è la sua eredità« ha affermato Donna Brazile contributrice di CNN e stratega del partito democratico. «Ma la fine della carriera di Ailes non significa la fine di quello che ha creato. Non penso che si possa cambiarne l’etichetta. Molti americani vedono quel canale perché è conservatore. Rimarrà la voce, la faccia e il cuore del movimento conservatore» ha concluso.

Roger Ailes cominciò la sua carriera negli anni ’60 come consigliere di Richard Nixon per la sua campagna elettorale del 1968, proseguì durante la rielezione di Ronald Reagan nel 1984 e trovò nel ruolo di supervisore della strategia mediatica di George H.W. Bush nel 1988 l’apogeo di star dell’informazione. Un repubblicano doc dunque,che tuttavia sembra essersi recentemente scontrato con i due figli di Murdoch, Lachlan e James, i quali non hanno esitato ad annunciarne le immediate dimissioni. Senza neanche aspettare le conclusioni dell’inchiesta. Forse un conflitto generazionale che sembra animare anche il canale al suo interno. Sta di fatto tuttavia che un’era giunge al termine. E seppure il brand rimarrà di fatto conservatore non è detto che l’informazione di Foxnews continui ad essere così sfacciatamente partigiana come è stata durante l’era Ailes. Un vero “falco” che ha arricchito la famiglia Murdoch con 700 milioni di dollari l’anno di profitti che servono anche a sostenere le altre pubblicazioni cartacee e non.

roger-ailesIn un lungo articolo del 14 marzo 2010 sul Washington Post Howell Raines ex editor del New York Times e vincitore del premio Pulitzer ha scritto: «Perché la nostra professione, attraverso un silenzio colpevole e generalizzato, ha aiutato Fox a legittimare uno stile di giornalismo che è disonesto nel suo processo intellettuale, inaffidabile nelle sue conclusioni e prevenuto nella sua gestalt?». E più avanti: «Per la prima volta dal giornalismo scandalistico (yellow journalism) di circa un secolo fa gli Stati Uniti hanno l’intera organizzazione di una delle major news  votata alla promozione di un partito politico Che nel canale Fox non permette a nessuno di esercitare, neanche solo occasionalmente, il minimo diritto di critica al partito repubblicano (GOP). In un passato in cui i commenti erano basati sui fatti, da sinistra a destra… queste frodi informative sarebbero state chiamate col loro nome proprio: disinformazione. Con la pretesa di correggere la parzialità dei democratici nel riportare l’informazione, Fox ha raggiunto qualcosa che era sembrato impossibile prima che Ailes importasse nelle notizie da studio i trucchi che aveva imparato nella campagna elettorale di Nixon. L’executive di Fox e i suoi accoliti in video hanno intimidito ogni giornalista di centro-destra e di centro-sinistra costringendolo entro conclusioni preordinate- dalla riforma sanitaria ad altri temi fondamentali dell’agenda democratica- che un tempo sarebbero state il frutto di un buon lavoro di reporter…». E infine: «Il modo in cui Fox riporta le notizie può essere chiamato in molti modi, ma i reporter della mia generazione con una memoria ancora funzionante e una tastiera a portata di mano non osano neanche chiamarlo giornalismo». Una professionalità che ci auguriamo tutti questo canale possa d’ora in poi recuperare.

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