Succedeoggi e Galleria Porta Latina
Parole & Immagini
Una testimonianza d'autore dell'inaugurazione della mostra dei racconti e delle opere di Testo a fronte, un'occasione di incontro fra scrittori, pittori e gente comune
L’inaugurazione della mostra Testo a Fronte 2 alla Galleria di Porta Latina a Roma è alle sei di pomeriggio e noi, alle cinque, siamo ancora qui che girovaghiamo per i colli dell’Umbria vicino Montefalco. “Ci siamo persi, minchia!” grugnisco a Corinna stringendo i denti. “Ma mica è colpa mia se Navigator non funziona…”. “E adesso piove pure, ma proprio oggi dovevamo andare a pranzo fuori!”.
E, certo, agitato sono agitato: è da poco che mi sono affacciato alla scrittura, non ho pubblicato niente, se non sulla rivista della scuola di scrittura Omero e poi.
Incredibilmente, Andrea Carraro ha scelto un mio raccontoper la nuova edizione della rassegna Testo a Fronte. Tutti i testi avevano come tema «il peggior giorno della mia vita» e sono stati illustrati dagli artisti della Galleria di Porta Latina: i racconti e i quadri sono stati prima pubblicati sulla webzine “Succedeoggi.it” e adesso vengono finalmente esposti in mostra. Non vedo l’ora di vedere dal vivo le rugosità dell’illustrazione che Peter De Koninck, pittore di Utrecht, ha realizzato per il mio racconto: Scatola a sorpresa è ambientato in una squallida borgata siciliana e le architetture raggelate di Peter la ripropongono, un portone nel bianco, il vuoto della disperazione del protagonista.
E la disperazione è ora la mia, che ho paura di non arrivare in tempo e cresce mentre fioccano i whatsapp di Luigi Annibaldi, di Ilaria Palomba, di Lucia Pappalardo, i miei amici scrittori esposti assieme a me, che non ce la fanno a venire e che mi pregano di prendere una copia del catalogo per loro. E io ancora qui impantanato in Umbria. Alla fine il vino del pranzo prende il sopravvento e mi addormento.
“Ehi, siamo arrivati” mi scuote Corinna “la galleria è lì, guarda quanta gente!”. Ce l’abbiamo fatta e c’è la fila per entrare, la bella piazzetta liberty su via Latina è affollata dai visitatori della mostra e dai clienti della vicina gelateria, si mischiano le bollicine di champagne del vernissage e le cialde dei coni monumentali.
All’interno della Galleria di Porta Latina fa caldo, tutti sudano, ma è un sudore allegro, è una bella festa: tanti artisti, tanti ragazzi giovanissimi, tante persone che fotografano il Qrcode sotto i quadri per leggere i racconti per intero; c’è chi ammira la bella sovrapposizione senza titolo di Alfredo Zelli, ispirata a La cilena di Zaccuri, c’è chi sorride di fronte alla scatola in Estasi divina di Albanese, abbracci, pacche sulle spalle.
Mario Felici, il direttore della Galleria, mi consegna gentilissimo le quattro copie del catalogo per me e per i miei amici “Le abbiamo fatte in tiratura limitata, solo per gli artisti”. Peccato che il catalogo non sia in vendita: è veramente bello e curato, una signora antologia che starebbe benissimo in libreria. Sfoglio le pagine finali e scopro che Antonio Greco è siracusano come me. Commentiamo la coincidenza, parliamo del mio racconto, del suo Il riflesso del rosso, di quante storie può generare il trovarsi di fronte uno specchio dipinto di rosso. Che è poi questo il senso di Testo a fronte, incontrarsi tra parole e pennelli, comunicarsi emozioni senza conoscersi, lasciare il dialogo alle nostre opere. E così il “Fatum” di Sandra Petrignani diventa una scia d’aereo che sembra inclinare un faro solitario, e così il mantello del Superman di Luigi Annibaldi si declina nei triangoli metallici di Sandro Sanna.
Corinna mi aspetta fuori su una panchina, attende che la folla defluisca per guardarsi le opere con calma. Ha poggiato i cataloghi accanto a sé; un’anziana signora si avvicina e, senza dire nulla, ne prende uno e fa per andare via.
“Signora, mi scusi, ma sono miei”
“Tutti e quattro?”
“Eh, sì” le risponde Corinna imbarazzata.
“Vabbè, ma almeno uno lo posso sfogliare?”
Quando esco, mi trovo davanti alla signora che scorre con attenzione il catalogo della mostra, occhiali bordati di bianco scivolati sulla punta del naso.
Mi avvicino piano e provo a sbirciare: chissà se sta leggendo il mio racconto.
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