Alberto Fraccacreta
L'elzeviro secco

Le muse inquietanti

Dall'utero in affitto ai giovani jihadisti: la nostra società va in cerca di perfezione e di assoluto, senza passare per la morale e la purezza. Come se nel vivere mancasse "ispirazione"

Questa è un’epoca senza Muse ispiratrici e, al contempo, un’epoca che invoca la purezza. Le due cose – strano a dirsi – sono correlate. Lo scrittore Hanif Kureishi, da sempre attento alle realtà urbane di contaminazione e multiculturalismo, analizzando con grande lucidità gli attentati di Bruxelles, ha dichiarato a Repubblica che i giovani jihadisti sono “criminali intellettuali”, attratti dall’odiato Occidente che offre loro opportunità che non possono acquisire, ma nei confronti del quale si sentono superiori, a cagione dell’ideologia rivoluzionaria e puritana che perseguono. I terroristi de I demonî non sembrano molto differenti. Pëtr Verchovenskij era letteralmente ossessionato dalla bellezza: voleva a capo della sua schiera Nikolaj Stavrogin, uomo attraente e carismatico.

La dottrina marxista e bolscevica possiede una sua tensione verso il puro, verso ciò che è bello, intatto e, in un certo senso, casto. Ma non lo intende puramente: gli dà una connotazione, appunto, ideologica. Dunque, circostanziata. Il puro dei rivoluzionari si ottiene attraverso la forza. Avviene per mezzo della forza. L’inviolato lo si cerca nella violazione, a cui segue il più classico dei «Adesso è così ma verrà il tempo in cui…». Quale tempo? Nel puro ideologico c’è una sorta di ansia di purezza, che resta inespressa.

Questa categoria politica cozza con il cristallino, che è invece purezza attraverso purezza. Il cristallino non si impone, accade. E qui chiamo in causa la donna, quale creatura portatrice di vita e di pace. Il pensiero della donna è, par exellence, pensiero della nonviolenza. La donna non solo dà la vita, ma dà anche l’ispirazione alla vita. Non è simbolo svuotato, bensì Musa incarnata, che ingentilisce, cura, riappacifica.

Con gli “uteri in affitto” si hanno anche “donne in affitto” e ciò svilisce l’integrità dell’essere femminino, dopo decenni di battaglie paritarie. È una forma di misoginia congenita, di filisteismo della cultura: la pervicacia di una società maschilista che usa e usura le donne nella televisione, nelle rivendicazioni e, infine, nell’intimo.

Cosa sta accadendo? Siamo circondati. Una brutale tensione alla purezza che viene da fuori, ci richiama alla paura e un’insufficienza di ispirazione interna, retrospettiva, ci costringe a ricadere sulle nostre gambe. È un doppio assedio. Siamo in guerra non solo con il solito radicalismo totalizzante, ma anche con i presunti valori di libertà e liberalismo che abbiamo prodotto. Un temibile nemico è mimetizzato dietro la corteccia dei nostri errori.

Chi è escluso dalle possibilità di potere, di carriera e di sesso dell’Occidente, tenta di imporre una purezza violenta, una coercizione che si illude di purificare. Chi ci sguazza, perde se stesso.

Gli slogan del tipo «Stanno attentando la nostra libertà, la nostra democrazia» sono veri in parte. Nella realtà che viviamo manca la poesia, il romanticismo, la bellezza, ciò che è cristallino, specchiato. Manca una purezza non imposta, non violenta né violentata. Manca la disposizione d’animo, o forse la capacità di apertura all’ispirazione, ai valori ecumenici di lealtà e misericordia. Manca la certezza, che nasce dalla gentilezza, di saper guardare ad una Musa.

La nostra risorsa, la risorsa ultima del tempo presente è, in verità, nelle donne.

Facebooktwitterlinkedin