A proposito di "Terrorismo occidentale"
Chomsky dixit
Africa, Medioriente, Asia: il nuovo libro di Noam Chomsky analizza la parabola dei soprusi compiuti nel mondo nel nome della “democrazia da esportazione”...
«Dalla fine della seconda guerra mondiale il colonialismo e il neocolonialismo occidentali hanno provocato la morte di 50-55 milioni di persone. In un arco di tempo relativamente breve, si è registrato il maggior numero di stragi della storia»; e, per di più, «molte di esse sono state perpetrate in nome di nobili ideali come la libertà e la democrazia». Scritto e documentato. Si intitola infatti Terrorismo occidentale il nuovo libro firmato Noam Chomsky (con Andre Vltchek) – Ponte alle Grazie – e rileggere anche solo le otto pagine che formano la “Cronologia” è uno choc. Già, non ce n’eravamo quasi accorti.
Già, “appena” da Hiroshima ai droni. Per la serie, oh come sono buoni gli Occidentali a guida Usa (ed è da ricordare che nell’aprile 1949 è già creata la Nato).
Dunque, tanto per citare, sommariamente, dal 1946 ai giorni nostri, qua e là nel vasto mondo. Guerre, colpi di stato, rapine economiche, sobillazioni, crisi fomentate, conflitti pilotati, governi abbattuti, fame e miseria a volontà. Coinvolti e colpiti, in ordine cronologico, appunto dal 1946, Indocina, Pakistan, Iran, Congo, Vietnam, Brasile, Laos, Indonesia, Cambogia, Cile, Angola, Salvador, Libia, Iraq (Prima Guerra del Golfo, 1990), Venezuela, Jugoslavia (la “guerra umanitaria”, 1999), Afghanistan, Haiti, Honduras, Siria. Ed ecc. Tanto per dire, è datato giugno 2004 il primo radar a mezzo droni compiuto dagli Usa in Pakistan allo scopo “dichiarato” di scovare talebani ed Al Qaeda: si stima che «da allora siano state effettuate 366 incursioni».
Nessuno, comunque, nell’illuminato Occidente, muove foglia. Infatti “non” siamo informati, e, quando lo siamo, lo siamo in modo sbagliato o “doverosamente” lacunoso. Depistati, diciamo.
Esempio. «Una delle peggiori barbarie degli ultimi anni – scrive Chomsky – si è consumata nel Congo orientale, dove sono morti tra i tre e i cinque milioni di persone; e anche in questo caso viene da chiedersi: contro chi bisogna puntare il dito? Quelle persone sono state ammazzate dalle milizie, certo, ma dietro quelle milizie ci sono le multinazionali e i governi, che però rimangono nell’ombra».
Esempio. Laos e Cambogia. «Ci si riempie la bocca su quanto sia stato brutale il regime di Pol Pot, ma non è nulla in confronto agli eventi che sfociarono poi nella dittatura cambogiana: i bombardamenti compiuti dagli Stati Uniti agli inizi degli anni Settanta sulle campagne cambogiane raggiunsero proporzioni inaudite, quanto tutti gli attacchi aerei alleati nel Pacifico durante la Seconda guerra mondiale messi insieme». Eppure se ne sa ben poco «ed è improbabile che se ne trovi traccia nella documentazione d’archivio».
Esempio. Medio Oriente. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, «l’influenza del Regno Unito in Iran finì per indebolirsi e aumentò invece quella degli Stati Uniti. Quanto all’Iraq, il governo allora al potere, in teoria indipendente ma di fatto controllato dal Regno Unito, fu abbattuto dal golpe militare del 1958. Un paio di anni dopo gli Stati Uniti progettarono il colpo di Stato con cui fu destituito il governo nazionalista di stampo nasseriano; e fu a quel punto che entrò in scena Saddam Hussein. La Cia consegnò al governo baathista una lunga lista di comunisti, radicali e professori che furono sistematicamente assassinati. Ed eccoci arrivati al presente; gli Stati Uniti oggi si aspettano di guidare l’Iraq. Infine, l’Arabia Saudita: gli inglesi, dapprima soci minoritari, alla fine si ritirarono dai giochi, lasciandola nelle mani degli Stati Uniti».
E allora? Allora «l’idea che gli Stati Uniti contrastino l’Islam radicale è ridicola. Lo Stato più fondamentalista del mondo è proprio l’Arabia Saudita, pupilla degli americani». Ma guarda…
Sorvolando sul piccolo particolare che «oggi l’Africa è forse il luogo più devastato del pianeta»– si calcola che «ogni giorno, nella sola Africa meridionale, ottomila bambini muoiono per denutrizione o malattie non curate»– Chomsky ci porta a riflettere un pochino anche sulla celebrata Nato. «L’Alleanza Atlantica fu presentata come una forza militare che doveva servire a preservare l’Europa dall’invasione delle orde russe. Già all’epoca era un concetto difficile da mandare giù, ma quel che è accaduto dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino, è assurdo. In teoria, la Nato avrebbe dovuto essere smantellata, e invece si è verificato il contrario: si è espansa». Cosicché oggi, fortunatamente, la Nato «è una forza di intervento militare di portata mondiale, a guida statunitense, e il suo mandato ufficiale è la difesa delle strutture energetiche internazionali, delle rotte marittime, dei gasdotti e oleodotti, e via dicendo».