Ritratto d'artista
Il sogno di Alvia
Le confessioni di una grande attrice: Alvia Reale. «Quando rimasi incinta il regista mi mandò via. Semplicemente! Nel teatro non c'è parità. C'è parità solo nella fantasia»
Nome e Cognome: Alvia Reale.
Professione: Attrice di Teatro.
Età: Voglio l’avvocato!
Da bambina sognavi di fare l’attrice? In tutta sincerità, non ricordo di avere mai voluto fare altro.
Cosa significa per te recitare? Farla finita con Alvia.
Il tuo film preferito? A qualcuno piace caldo, ma sull’isola mi porto un bel cofanetto con tutti i film di Billy Wilder.
Il tuo spettacolo teatrale preferito. Il primo che mi ha emozionato e cioè Il Giardino dei Ciliegi di Cechov-Strehler.
Quale è l’attrice da cui hai imparato di più. Onestamente da tanti e non solo donne. Ancora imparo. In accademia poi un giorno ad insegnare arrivò Monica Vitti e…
Quale è il regista da cui hai imparato di più? Tutta la mia formazione la devo a Luca Ronconi. Ero un animaletto, prima. Nel mio cuore l’incontro con Massimo Castri resta la cosa più vicina a quello che vorrei dal mestiere dell’attore. Ma sono stata fortunata, ho incontrato i veri maestri.
Il libro sul comò. Un libro di Simenon. È il compagno di letto che non mi ha mai deluso.
La canzone che ti rappresenta. Confusion Will be my Epitaph di King Crimson.
Descrivi il tuo giorno preferito. Sicuramente sole, il mare, mio figlio e poi un nuovo copione da leggere.
Prosecco o champagne? Senza bollicine, bianco.
Il primo amore lo ricordi? Certo, e ancora oggi quando passo sotto la sua casa sul Lungotevere, guardo su.
Il primo bacio: rivelazione o delusione? Rivelazione, rivelazione.
Strategia di conquista, quale è la tua? Se ti riferisci agli uomini, grazie a Dio sono finalmente libera.
Categorie maschili che non ti piacciono. Gli ipocriti, i manipolatori e quelli che hanno paura delle donne indipendenti.
Classica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello e humor. Per motivi evidenti, ormai punto molto sullo Humor. Se invece la classifica riguardava quello che seduce me, allora vanno bene anche un po’ di muscoli.
Il sesso nobilita l’amore o viceversa? L’amore? C’è tanta nobiltà nel buon sesso ogni tanto.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Per me opposti, senza dubbio, l’incontro tra le differenze è sempre creativo.
Costretta a scegliere: cinema o teatro? Sarei un’ingrata se non dicessi Teatro.
C’è qualcosa che rimpiangi di non aver detto a qualcuno? Sì, dovevo dirle: «Sei una grande stronza e non vali niente!». Ma secondo me lo ha capito lo stesso.
Shakespeare o Beckett? In Shakespeare c’è tutto.
Quale è il tuo ricordo più caro? Beh, quando ho preso tra le mani mio figlio.
E il ricordo più terribile? Ho rimosso.
L’ultima volta che sei andata a teatro cosa hai visto? Preferisco dire dell’ultima volta che mi sono emozionata a teatro. È stato durante “Lehman Trilogy“. Sembrava uno spettacolo diretto da un ragazzino, era un dono agli attori. Dopo una vita a trafficare (anche) con macchinari barocchi, l’ultimo spettacolo di Ronconi era così: semplice… ho pianto.
Racconta il tuo ultimo spettacolo. Sto portando in giro Il Prezzo di Arthur Miller con Umberto Orsini e Massimo Popolizio e Elia Schilton.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Perché si troverebbe davanti un modo di fare teatro talmente fuori moda, ormai, da diventare avanguardistico. A parte gli scherzi, gli attori non hanno i microfoni, non c’è la musica rock a palla, non urliamo le didascalie e non facciamo vedere il culo. Rivoluzionario, no?
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Perché non dovrebbe? Il mondo del teatro è composto da esseri umani.
Come e dove ti vedi fra cinque anni. Temo esattamente come ora, con una valigia in mano.
La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Per rilassarmi, niente meglio di una partita di calcio. Ma con la Roma che vince.
Quella cosa che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Alcune volte faccio dei sogni Lesbo.
Piatto preferito? Pastasciutta per sempre.
Quanto conta la bellezza in un’attrice? Penso che un bel faccino aiuti in tutti i campi. È la prima cosa che parla di noi. Ma poi si invecchia tutti, anche i belli. E qualche volta sono proprio loro ad invecchiare peggio.
C’è parità di trattamento in teatro tra Uomini e Donne? Quando gli uomini perderanno il lavoro perché aspettano un figlio, ne riparleremo. No, perché questo è ESATTAMENTE quello che è successo a me. Anzi, non ne avevo mai parlato, ma ora lo voglio fare. Ero impegnata nella ripresa di uno spettacolo e nelle due nuove produzioni di un Teatro Stabile e quando dissi al regista che aspettavo un figlio, mi mandò via. Semplicemente. Adesso avrei fatto una causa spettacolare, simbolica, ma allora ero giovane. Perciò, amica mia, quando i tuoi intervistati (uomini) ti risponderanno “sì” a questa domanda, ti prego di sorridere.
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Si, varie volte, ma vuoi sapere la verità? Dopo è arrivato un contratto migliore.
Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e pentirtene subito dopo? Non sono pentita di nessuna scelta che ho fatto.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare al cinema? Avrei voluto essere Ginger Rogers, senza se e senza ma.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare a Teatro? Fino a pochi anni fa ti avrei risposto Medea, ora invece mi piacerebbe una bella commedia.
Da chi vorresti essere diretta? Esiste qualche altro regista oltre Peter Brook?
Tre doti che bisogna assolutamente possedere per fare l’attrice. La salute, un po’ di fortuna e tanta “cazzimma”!
Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare questo mestiere. Mah, ho conosciuto gente piena dei peggiori difetti fare, splendidamente, questo mestiere.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Credo che il giorno dopo qualcuno si riunirebbe, ed avrebbe voglia di farsi raccontare una storia.
Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Per favore non mi riportate indietro.
La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena.
«Sai Tonino, tu adesso non mi abbandonerai mai più. E sai perché? Perché io adesso ti mangio. Si, ti mangio tutto» (da Anna Cappelli di Annibale Ruccello)
La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. La più triste è la più bella. «Amleto, tu hai spaccato il mio cuore in due».
Mai capitato di dimenticare una battuta? Cosa succede in questi casi? Mio Dio, si, una volta. Ho aspettato per quello che a me è sembrato un secolo, mi si è gelato il sangue. Non lo auguro al mio peggior nemico. Poi, non so come, ho ricominciato.
Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? Vorrei che dicesse: «Era una persona bella».
Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione i un personaggio? È capitato varie volte… In genere questa adrenalina migliora l’interpretazione.
Se potessi svegliarti domani con una nuova dote quale sceglieresti? Vorrei più ambizione. Ma mi accontenterei anche di essere bella come Linda Evangelista.
Se potessi scoprire la verità su te stessa e sul tuo futuro, cosa vorresti sapere? Niente, per carità!
Se sapessi di dover morire cosa cambieresti nella tua vita? Andrei sicuramente a vivere a Cuba.
Che cosa è troppo serio per scherzarci su? Scherzare non significa necessariamente non prendere le cose sul serio.
Progetti futuri. Sto leggendo alcuni testi contemporanei che mi interessano.
Un consiglio ad giovane donna che voglia fare l’attrice. È risaputo che i giovani non accettano consigli. E fanno bene.