Fa male lo sport
Il calcio che verrà
Nel 2050 la moviola in campo viene sostituita dagli Special Droni Match; un cyborg decide punizioni, rigori ed espulsioni. E sette miliardi di persone giocano la stessa partita sui propri tablet. Contemporaneamente
Quello che segue è un racconto di una probabile partita di calcio giocata nel futuro. Lo spunto ce lo ha fornito la “storica decisione” – come avete letto e sentito in questi giorni – dell’International Board del calcio di introdurre la moviola in campo. Una svolta che porta avanti la mutazione genetica del pallone. Così abbiamo immaginato questa cronaca.
La partita più fantastica di cui io abbia notizia è stata giocata nel 2050 in un posto sperduto del deserto del Gobi, una domenica notte in uno stadio vuoto. Di fronte lo Changchung Yatai Roma e la Ulaanbaatar Juve, le prime squadre di Cina e Mongolia che avevano assorbito società della Prima Era del calcio quando Europa e Sudamerica si contendevano i migliori tornei del mondo fino ad allora conosciuto. L’Italia soprattutto si vantava di questo: di avere il campionato più bello. Avendo scarsi supporti tecnologici, lo Strano Paese veniva collocato però all’ultimo posto nelle tabelle mondiali dell’Arretratezza Sportiva. Era sciaguratamente ai primi posti, invece, per la Poesia del Pallone.
A bordo campo, nel deserto, erano sparse circa 1500 minitelecamere. Solo i Trainer, androidi che avevano sostituito gli allenatori, ne avevano 320 attorno alla postazione, un luogo chiamato un tempo panchina. Altre migliaia di occhi avevano cominciato a sorvegliare i protagonisti dello scontro al vertice della Arda, la Lega della Football Fantasy – guidata dallo sceicco della Qatarita Invstment Production – fin dalle prime ore del mattino quando i giocatori si erano risvegliati dal sonno indotto artificialmente e avevano cominciato ad uno ad uno ad andare in bagno. La diretta dell’Evento aveva avuto inizio il giovedì sullo Channel Football One, il broadcast arabo-californiano-venusiano che detiene il monopolio del Calcio Universale.
È attraverso Football One che aveva luogo il clou. Gli affiliati potevano giocare il match sui mini tablet appositamente distribuiti attraverso il web. Si calcolò che ne furono dati in giro nell’etere circa 7 miliardi. Ognuno poteva fare il proprio gioco. Si ebbero così 7 miliardi di Game, 7 miliardi di partite, come si chiamavano una volta, 7 miliardi di risultati che fecero lievitare l’altro gioco, le scommesse, raddoppiandone gli incassi. Il BeetGame parlava di 15 milioni di fantaliardi di eurodollari, la moneta unica mondiale che esiste solo in Rete e che sta invadendo anche altri pianeti.
Si può definire fantastica quella partita perché essa segnò la fine della moviola in campo, introdotta nell’ormai lontano 2016. Ma non solo. Quel match tra Changchung Yatai Roma e Ulaanbaatar Juve cancellò definitivamente la figura dell’arbitro, ritenuta ormai del tutto superflua dato lo sviluppo del gioco e delle tecnologie ad esso applicate. L’arbitro era stato soppiantato già dalla moviola, a sua volta rimpiazzata dagli Special Droni Match che hanno permesso di sezionare in miliardi di frammenti cellulari ogni azione condotta dalle due squadre.
Così è I.A., un cyborg, a decidere punizioni, rigori ed espulsioni. E a mettere fine alla partita non più con un triplice fischio ma con un raggio laser che paralizza le cosce dei giocatori. I.A. si collega con tutti gli abbonati del pianeta a cui mostra l’instant replay di ogni azione. Attraverso una app che utilizza una apple tv, gli abbonati si esprimono su gol, espulsioni, rigori, punizioni, posizione della barriera, offside, calci d’angolo, gol-non gol. Ma pure su look, sputi, gomitate, diti medi alzati, falli di mano, tatuaggi, cuoricini, wags, unioni omo ed etero. Inoltre, si fanno da soli quella che tanti anni or sono si chiamava la telecronaca della gara: la sigla è RP, sta per Report Moovie, basta mandare un banner una settimana prima dell’Evento.
Anche a causa di tutto questo, la partita, cioè il Game cino-mongolo, si sta giocando ancora.
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L’inizio del racconto è scopiazzato dal “Rigore più lungo del mondo”, uno dei racconti di Futbol, storie di calcio di Osvaldo Soriano. Uno scrittore ormai al bando negli stadi del 2050.