La Domenica: itinerari per un giorno di festa
Terrazze SPQR
Osservatori d’eccezione per contemplare in relax la grande bellezza di Roma. Al Macro, nel cuore del quartiere umbertino di piazza Fiume, alla Terrazza Caffarelli attaccata al Campidoglio, dagli spalti del Museo dei Fori Imperiali e dei Mercati Traianei a via IV Novembre e a casa Moravia...
Non lo invidiate poi troppo Jep Gambardella, che nel film premio Oscar vive in appartamento con terrazza vista Colosseo e ci invita amici finto impegnati, bellone attempate, cafonissimi nottambuli. Quel lastrico in realtà è solo uno spazio condominiale di un palazzo qualsiasi davanti all’Anfiteatro Flavio. Paolo Sorrentino ne ha fatto l’intrigante set per La grande bellezza ma poi non se lo gode nessuno. Se invece, specie ora che s’avvicina la primavera e i tramonti arrivano piano piano più tardi, volete la vostra serata in terrazza, o il lunch con vista da Sindrome di Stendhal, o semplicemente vi piace starvene un po’ affacciati a guardare panorami inediti della Capitale, eccone tre “comuni” perché inserite nel circuito museale di Roma anche se metterci piede non obbliga a visitare le collezioni. Anzi, alcune potete farvele riservare una sera, per festeggiare un evento della vostra privatissima agenda.
Per esempio, la terrazza del Macro, il Museo dell’arte contemporanea. Nel cuore del quartiere umbertino di piazza Fiume, in via Nizza 138, corona l’edificio dove fino al 1971 si fabbricava la birra Peroni e dal 2010 raccoglie opere di artisti moderni in un contenitore reinventato dall’archistar francese Odile Decq. Una rivoluzione discreta, che inserisce bene metallo, vetro, rosso, nero, linee sghembe nella struttura del primo Novecento. Sul “solarium” la sala ristorante – aperta a pranzo e la sera fino alle 23, dal martedì al sabato, con menù a buffet abbordabilissimo – è inondata di luce e fuori, tra scorci di tetti liberty e di moderni uffici, offre un’immagine dinamica della Capitale. Un lucernario, proprio al centro, permette di curiosare nel museo e in un lussureggiante giardino d’inverno mentre riflette il colore del cielo capitolino.
Se invece vi intriga la Roma antica, rinascimentale, barocca, il posto è la Terrazza Caffarelli, nell’omonima poco conosciuta piazza che si raggiunge dalla scalinata del Campidoglio. Il palazzo che le dà il nome è addossato a quello dei Conservatori. E infatti al ristorante-buvette (aperto fino alle 18,30 e la sera per occasioni private) si entra sia dall’interno dei Musei Capitolini che da una stretta porta sulla piazza. Ascanio Caffarelli volle costruire l’edificio nel 1580. Ma ciò che vediamo è un’altra cosa, tante le avventure che quelle pietre hanno sopportato. Nell’Ottocento fu occupato dai prussiani, che fino al 1918 ne fecero la propria ambasciata. Poi lo comprò il Comune di Roma, che sul lato est buttò giù i piani alti per ricavare appunto la terrazza. Dalla quale sembra toccare con un dito il Teatro di Marcello e l’Aracoeli, Palazzo Pecci Blunt e il Vittoriano. In fondo, a 360 gradi, le cupole seicentesche affiancano quella di San Pietro. E la calotta del Pantheon, la Sinagoga, i pini del Gianicolo e di Monte Mario, le pendici del Palatino, la piana del Circo Massimo.
Ancora l’Altare della Patria, ma dal lato opposto, in primo piano dagli spalti del Museo dei Fori Imperiali e dei Mercati Traianei, con ingresso da via IV Novembre 94. Lo sguardo spazia sulla torre campanaria del Palazzo Senatorio, sul Foro Romano, sulla cupola di San Luca e Martina. Una quinta è la Colonna Traiana, l’altra la Torre delle Milizie. E, sotto, la via Biberatica, che ospitava le taverne dei buoni Quiriti e che ancora pare invitare a una sosta frizzantina di vino al miele, quando è il tramonto.
Roma borghese, intellettuale dalla terrazza di Alberto Moravia, in Lungotevere della Vittoria 1, sede della omonima Fondazione, aperta al pubblico il 1° sabato mattina del mese. L’autore de Gli Indifferenti scelse l’appartamento nel 1963, venendo da via dell’Oca, dove aveva vissuto con Elsa Morante. Ora la compagna era Dacia Maraini, seguita dalla seconda moglie Carmen Llera. Niente serate mondane, ma il piacere di ricevere in salotto, sotto il ritratto fattogli da Guttuso, gli amici cari (Pasolini, Bertolucci, Enzo Siciliano), osservare lo scorrere del fiume e il via vai del Circolo Canottieri Roma, sovrastato dagli alberi dei Parioli e di villa Balestra. Dove Moravia passava le estati da ragazzino.