Cartolina dalla Francia
Le aringhe di Dunkerque
Conoscete in Carnevale di Dunkerque? È una festa pazza, sfrenata e antichissima, alla fine della quale si compie sempre lo stesso miracolo: le aringhe piovono dal cielo
È tempo di Carnevale; e la città di Dunkerque, nell’estremo nord della Francia, con i villaggi limitrofi dà inizio alla festa: il grigiore proverbiale del loro cielo uggioso si rischiara della spirale di colori, musica, travestimenti e originali usanze locali. Come per le altre manifestazioni carnevalesche di risonanza mondiale, anche a Dunkerque il Carnevale è la festa della disobbedienza e così l’età, il lavoro, la classe sociale, il sesso si fondono e confondono nell’effervescenza e nelle ebrezze della festa. L’unica regola, vera e fedele allo spirito stesso del Carnevale è, per l’appunto, infrangere l’ordine e la monotonia razionale della vita di tutti i giorni. La parola d’ordine: non avere regole.
Difficile spiegare il successo senza eguali di questo grande incontro popolare che si rinnova ogni anno. In media 50.000 partecipanti, mascherati e truccati dalla testa ai piedi, si danno appuntamento per ballare al ritmo di musiche sfrenate, perdendo la cognizione del tempo che passa, perché qui le ore sono scandite solo dai litri di alcol, fino alle luci dell’alba.
Le origini del Carnevale di Dunkerque si perdono un po’ nella notte dei tempi e sembra si nascondano tra le maglie delle reti portuali che hanno fatto la fama della città. Si racconta infatti che i primi protagonisti di questa manifestazione dell’assurdo siano stati gli stessi pescatori che, per rinfrancar lo spirito prima di partire per sei lunghi mesi verso i pescosi mari del Nord, si lasciavano andare ai piaceri più carnali. Ai tempi, erano molti gli uomini che non facevano più ritorno dal mare. Si tramanda inoltre che gli uomini indossassero gli abiti delle donne perché i loro erano puliti e pronti nelle valigie. E sembra che, al tempo, venissero contratti matrimoni con clausole indulgenti sulla fedeltà coniugale durante questo periodo.
La festa continua, incalza e si riversa nelle strade. Durante la Bande, i partecipanti sfilano avvolti dalla musica, al ritmo di un tamburo e intonano i canti tipici della festa: «Chantons tous ensemble au joyeux signal. Chacun se rassemble pour le carnaval… Vive les enfants d’Jean Bart, ce sont de fameux gaillards, pour les fêtes et pour les bals du carnaval!». L’uomo del giorno è infatti il direttore d’orchestra che guida i musicisti e la popolazione durante una sfilata di due ore, senza sosta, seguendo un percorso stabilito dal Comune che, quest’anno, è stato rivisto e modificato per rispondere ai criteri dello stato di urgenza, attivo su tutto il territorio nazionale francese a seguito degli attentati del 13 novembre scorso. Qui le persone più sospette sono quelle non mascherate.
Il culmine della bande è uno dei più grandi rituali del Carnevale di Dunkerque e sicuramente uno dei momenti più attesi dell’anno: il lancio delle aringhe. La sfilata si arresta infatti davanti al Municipio dal quale il sindaco getta sulla folla festante manciate e manciate di aringhe. Tra i partecipanti, tutto è permesso, che siano spintoni o gomitate, per tornare a casa con il proprio trofeo. Dunkerque rende così omaggio a ciò che ha fatto la sua ricchezza e la sua reputazione marinaresca. Tale cerimonia sembra però essersi diffusa solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, per celebrare la ricostruzione del Municipio.
Il Carnevale si vive nelle strade di Dunkerque ma anche e soprattutto nelle case dei privati, dove vengono organizzate le cosiddette chapelles. Lungo le strade della sfilata, gli abitanti aprono le porte delle loro case, svuotano saloni e cucine per fare spazio a grandi tavolate. Niente appuntamenti su facebook o volantini pubblicitari, alle chapelles si va su invito e grazie al passaparola tra conoscenti. Spesso si deve conoscere persino una parola d’ordine per avere accesso. All’interno, cibo, birra, musica e un’atmosfera conviviale.
E si passa così il Carnevale, da una chapelle all’altra, tra un boccale di birra e una risata perché questo è, soprattutto, per gli abitanti di Dunkerque il momento della condivisione. Un vecchio detto dice infatti che: « Les gens du Nord ont dans leur cœur le soleil qu’ils n’ont pas dehors » (Gli abitanti del Nord – la regione di Dunkerque- hanno nel proprio cuore il sole che non hanno fuori le loro finestre).
Tutto questo è il Carnevale di Dunkerque, meno elegante di Venezia, meno risonante di Rio, ma sicuramente unico nel suo genere perché qui il Carnevale è una cosa “seria”.