Ritratto d'artista
Cercasi fuoco teatrale
Margherita Di Rauso: «A una giovane aspirante attrice dico di farsi un bell’esame di coscienza e, se proprio pensa di avere il sacro fuoco, di studiare cercando di lavorare con dei Maestri»
Nome e cognome: Margherita Di Rauso.
Professione: Attrice.
Età: 46….ma non li dimostra!
Da bambina sognavi di fare l’attrice? Sì, da quando avevo 4 anni, me lo ricordo ancora, rimasi folgorata dal film Sul viale del tramonto.
Cosa significa per te recitare? È una questione di vita o di morte. Ma più di vita!
Il tuo film preferito? Bellissima di Visconti.
Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Difficile sceglierne uno, tra i vari: L’anima buona del Sezuan di Strehler, Infinities di Ronconi (c’ero anche io) e Angels of America di Bruni-De Capitani.
Qual è l’attrice da cui hai imparato di più? Mariangela Melato con cui ho avuto la fortuna di lavorare diverse volte insieme.
Qual è il regista da cui hai imparato di più? Tutti mi hanno dato qualcosa, ma negli anni della mia formazione grande influenza hanno avuto Strehler e Ronconi e nell’ultimo periodo della mia vita Luca De Bei.
Il libro sul comodino: Anna Karenina di Lev Tolstoj.
La canzone che ti rappresenta: Non è una canzone ma un’arietta: A Vucchella di Pier Paolo Tosti.
Descrivi il tuo giorno preferito: La domenica: è l’ultimo giorno di spettacolo della settimana e lo vivo in modo intenso e inoltre è il giorno che prelude a quello di riposo, il lunedì.
Prosecco o champagne? Prosecco.
Il primo amore, lo ricordi? Sì all’asilo, per un bambino più piccolo di me.
Il Primo bacio: rivelazione o delusione? Rivelazione.
Strategia di conquista: Qual è la tua? Sedurre con ironia.
Categorie maschili che non ti piacciono? Quelli troppo pieni di sé e i maschilisti.
Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Humor, cervello, bellezza, ricchezza.
Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? Viceversa.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? L’elogio degli opposti.
Costretta a scegliere: cinema o teatro? Teatro.
C‘è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? Sì, a rischio di sembrare sdolcinata, a mia madre, quanto le volevo bene prima che se ne andasse.
Shakespeare o Beckett? Duello difficile… Shakespeare.
Qual è il tuo ricordo più caro? La nascita di mio figlio.
E il ricordo più terribile? La morte di mia madre.
L’ultima volta che sei andata a teatro, cos’hai visto? Morte di un commesso viaggiatore regia e con Elio De Capitani.
Racconta il tuo ultimo spettacolo: Week end di Annibale Ruccello.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? È un viaggio nell’animo umano femminile con tutte le sfaccettature possibili e il personaggio di Ida è struggente, tocca profondamente ed emotivamente.
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Ma no, c’è di molto peggio…!
Come e dove ti vedi tra cinque anni? Sempre attrice in giro sui palcoscenici ma con una ricchezza maggiore data dalla mia recente maternità.
La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Il teatro.
Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Volevo fare la cabarettista.
Piatto preferito: Parmigiana di melanzane.
Quanto conta la bellezza per un’attrice? Può aiutare molto.
C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? No.
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Sì, capita spesso in questo lavoro di avere dei periodi vuoti e poi altri in cui capita tutto insieme, ultimamente ad esempio ho dovuto rinunciare alla ripresa del Re Lear con Placido perché si sovrapponeva alla ripresa del Riccardo III.
Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? No.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Edith Piaf nel film La vie en Rose con Marion Cotillard.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Non ci sono ruoli che mi piacciono che io non possa ancora interpretare forse perché i ruoli da attrice giovani non mi hanno mai attirata.
Da chi vorresti essere diretta? Ci son tanti bravi registi con cui vorrei lavorare, quelli che mi vengono in mente ora sono Toni Servillo e Valerio Binasco.
Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attrice. Il talento, l’entusiasmo, una sana ambizione.
Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare questo mestiere. Mancanza di disciplina, scoraggiarsi facilmente, diventare dei mestieranti.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Purtroppo c’è una parte di umanità che neanche se ne accorgerebbe mentre, ma in generale, scomparirebbe una parte ancestrale di noi, la capacità di emozionarsi e sognare mettendosi nei panni di un altro.
Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Fare un film con Almodovar.
La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. «Se solo si fosse ferito seriamente io mi sarei uccisa» (Mascia, da Il Gabbiano di Cechov).
La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. «Evita di dormire di notte e digiuna il giorno, confronta la morta felicità col dolore vivo, esagerare la tua perdita rende peggiore il malvagio che l’ha causata» (Regina Margherita, Riccardo III di Shakespeare).
Mai capitato di dimenticare una battuta? Che succede in questi casi? Sì, può capitare; se stai recitando con un altro cercare di non metterlo in difficoltà, se è un monologo te la cavi facilmente sostituendo con un’altra battuta di simile significato.
Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? L’umanità, la forza e anche la comicità.
Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? No.
Se potessi svegliarti domani con una nuova dote, quale sceglieresti? Una maggiore sicurezza in me stessa.
Se potessi scoprire la verità su te stessa o sul tuo futuro, cosa vorresti sapere? Meglio non sapere.
Se sapessi di dovere morire, che cosa cambieresti nella tua vita? Cercherei di vivere con allegria quello che mi rimane.
Che cosa è troppo serio per scherzarci su? La violenza sui bambini.
Progetti futuri? Un’altra Opera da tre soldi, regia di Damiano Michieletto (la prima l’ho fatta accanto a Massimo Ranieri, regia De Fusco, produzione Napoli Teatro Festival al Teatro di San Carlo) al Piccolo Teatro di Milano questa primavera; sarò la signora Peachum accanto al signor Peachum interpretato da Peppe Servillo.
Un consiglio a una giovane donna che voglia fare l’attrice. Di farsi un bell’esame di coscienza e se proprio pensa di avere il sacro fuoco allora studiare cercando di lavorare con dei Maestri.