Un libro di Meridiano Zero
Via crucis Napoli
Il nuovo romanzo di Ariase Barretta, “H dalle 7 piaghe” è una discesa agli inferi nel pieno centro di una Napoli in cui il sacro e il profano si mischiano senza poter essere sul serio distinti
H dalle 7 piaghe di Ariase Barretta (Meridiano Zero, 168 pagine, 12 euro) già nel titolo mostra uno stretto quanto in apparenza strano legame col mondo profondo e arcaico degli archetipi religiosi: amore, sessualità, sofferenza, auto/eteroannullamento portano con sé i segni di una “punizione” nel corpo e nella mente, in una sorta di via crucis che sembra girare continuamente su se stessa senza una possibile conclusione redenta, fino allo scioglimento finale che restituisce luce a una storia e a un personaggio, che sin dalla prima pagina aveva già mostrato al lettore la propria unica possibilità di salvezza.
Da Barcellona a Napoli, nel passaggio al nuovo millennio, tra l’Orientale e il centro direzionale della città, gay bar e dark rooms, inseguendo il suo amore, Hector racconta la propria storia dal punto di vista di chi la sta vivendo, inconsapevole della ragnatela (e l’insetto di Psicosintesi fa di nuovo capolino) che si sta tessendo intorno a lui.
Il racconto di Hector diventa inattendibile da due punti di vista, in primis perché è il racconto fatto dallo stesso protagonista che inevitabilmente narra solo ciò che vive egli stesso in prima persona o solo ciò che crede di sapere e comprendere; in seconda istanza l’inattendibilità ad un certo punto è resa per il lettore ancora più profonda dal fatto che H, una volta a Napoli, inizia a vivere, in piena incoscienza, un percorso di destrutturazione della personalità, che lo conduce ad una sorta di sottomissione apparentemente ambita, non senza alcuni momenti di ribellione incompiuta, in cui il sesso sembra essere da un lato una sorta di punizione di se stesso per un forte senso di inferiorità nei confronti di Emanuele, ai suoi occhi quasi un Dio (non casuale il nome del personaggio), dall’altro il sesso diventa l’unica forma di relazione e di profonda comunione del corpo e della mente. Alcuni elementi presenti in Darkene si ripresentano qui in una dimensione completamente rinnovata!
L’erosione della personalità, in parte condizionata dall’amore in parte determinata in maniera indotta, fa entrare la narrazione in un universo postmoderno, in cui personaggi psicologicamente deboli e/o depotenziati sono immersi in un mondo narrato, quasi senza plot, in cui il lettore è costantemente spiazzato, perché nulla sembra più adeguarsi ai canoni tradizionali di comprensione e prevedibilità del mondo.
Il personaggio-burattino vive in un mondo orchestrato, dove nulla sembra possedere un’oggettività, in parte anche perché il mondo è riplasmato dalla mente di H, che non sempre distingue realtà da inganno, in qualche caso neppure le persone l’una dall’altra!
La perdita del senso del sé e della realtà è resa attraverso un linguaggio spesso duro, privo di filtri, con una espressività retorica in cui il vicino e il lontano, il lontano e l’altrove trovano alla fine compiutezza nella nuova consapevolezza del presente.
Le tappe della via crucis, fatte di desiderio, annullamento, volontà di conoscenza, rabbia, sesso-punizione di sé e dell’altro, liquidi corporei di cui ci si vuole svuotare, come secrezioni che preparano una rigenerazione, sono raccontate attraverso una prosa spesso anch’essa destrutturata, in cui la vecchia sintassi lascia il campo a una scrittura che vuole trasformarsi in vita, in costante cammino e movimento.
Dopo una discesa agli inferi nel pieno centro di una Napoli in cui il sacro e il profano si mischiano senza poter essere sul serio distinti, perché l’uno non vive senza l’altro, inizia una risalita di ispirazione quasi dantesca, nel luogo più non-luogo della Napoli del 2000, moderno Purgatorio, nel momento in cui l’altro viene risucchiato in una catastrofica discesa che non lascia spazio a nessuna redenzione.
Infine solo attraverso il fuoco distruttivo del passato può rinascere un nuovo ordine nel corpo e nella mente, con gli occhi e il desiderio rivolti in avanti, poiché la dannazione del costante ritorno sembra spezzarsi quando H decide, nell’attimo decisivo della sua vita, di riprendere nelle sue mani se stesso. Lì il personaggio-burattino si trasforma in una persona viva.
Oltre Darkene, oltre Psicosintesi della forma insetto (romanzi precedenti del medesimo autore), H dalle sette piaghe è un frutto straordinario in cui vita e morte, amore e odio, distruzione e rinascita, materia ed energia, scrittura e narrazione costituiscono un’unica amalgama.