Un romanzo e una biografia
Tutto su Leonardo
Valentina Fortichiari dedica al grande artista che fin da piccola l’ha catturata, un lavoro d’invenzione e uno studio documentato che si legge come un’opera narrativa. Con grande forza di penetrazione che accende vivo interesse
Conoscevo l’interesse di Valentina Fortichiari per Leonardo da Vinci: tempo fa ebbi da lei diverse pagine su Leonardo a Milano, quando, come uno straordinario regista, prepara la festa del Paradiso (sulla scena angeli che volano, satelliti che roteano in alto e tante altre cose che lasciano stupiti gli spettatori). Erano pagine molto belle certo destinate a un romanzo futuro. E ancora pagine molto belle si trovano nel suo romanzo, uscito da poco Non ha mai quiete – Leonardo e l’acqua (Sedizioni,207 pagine, 21 euro). La Fortichiari ci dice che Leonardo le entrò nel sangue durante gli anni cruciali della formazione. Frequentava le elementari in una scuola a lui intitolata. Sulle pareti si leggevano frasi famose del genio toscano: «Non si volta chi a stelle è fisso», «Se sarai solo tu sarai tutto tuo». Poi – ci dice ancora – «la mia immaginazione continuava a sentirselo accanto come una persona estremamente curiosa, attenta, sensibile».
La Fortichiari ha certamente condotto approfondite letture ed è stata colpita dalle osservazioni e dallo studio di Leonardo sull’acqua che lo portò a scrivere Il trattato delle acque. L’acqua, inoltre, è un elemento assai caro alla Fortichiari, non va dimenticato: è una formidabile nuotatrice, ama il mare, lo cerca appena può e il suo romanzo Lezioni di nuoto (edito da Guanda, vinse tra l’altro il Premio Basilicata nel 2009 e io ero presidente della giuria) si svolge davanti a uno specchio di mare della costa francese.
Il nuovo romanzo trova all’inizio Leonardo nel 1489 a Milano dove prepara per Ludovico Sforza la grande scenografia della festa del Paradiso alla quale si è accennato. Stava già pensando al Cenacolo che avrebbe dipinto più tardi ma già cercava, come era uso, i volti che potevano essergli utili per il dipinto e li cercava per strada. Colpito da un volto estraeva un taccuino e si metteva a disegnare. Un giorno colpì il suo sguardo ad esempio un giovinetto che suonava un piccolo flauto. «Ecco il Cristo tra qualche anno» e avrebbe voluto convincere il giovane a entrare al Castello per suonare. Leonardo è chiuso di carattere, ha confidenza e amore solo con le persone che porta con sé perché gli facciano compagnia. È con lui ad esempio un certo Salaì che diventerà nel tempo cattivo e crudele, come si vede in alcune scene del romanzo, ma Leonardo lo ama e lo perdona sempre. Tante altre pagine si potrebbero indicare se ci fosse lo spazio, ma bisogna andare alla seconda parte per trovare un nuovo ritmo narrativo intenso e drammatico.
Tra i personaggi di invenzione della Fortichiari si incontrano ora Vincent, Clarice e Rachel, il primo che già conosce Leonardo, le seconde che ardono dal desiderio di incontrarlo: un desiderio al di sopra di qualunque altro. Leonardo è sempre stato diffidente ad avvicinare le donne e anche questa volta quando vede le due ragazze si mostra quasi scostante con Clarice ma si sorprende a guardare quasi estasiato Rachel che è nata muta. Scrive la Fortichiari: «Avrebbe abbracciato la muta Rachel che gli pareva pesare come un uccellino, ma temeva di esser frainteso e respinto. S’erano incontrati troppo brevemente, eppure gli pareva di conoscerla da sempre. Gli mancava l’abbraccio di un figlio, indifeso e innocente, e Rachel fin dal primo istante che la vide, pensò che gli fosse figlia per un desiderio inappagato». Con Rachel Leonardo trova conferme a qualche sua invenzione riguardo all’acqua. Ad esempio, fornisce la ragazza di un tubicino da tenere in bocca in immersione, facendo attenzione che il tubicino sia sopra al livello dell’acqua. Rachel all’inizio della prova è un po’ spaventata, prova due o tre volte ma non ci riesce, ma va sott’acqua e finalmente respira. È stato così inventato quello che poi sarà chiamato il boccaglio.
Leonardo perde di vista Rachel. Dopo qualche tempo gli portano il cadavere di una ragazza annegata su cui l’artista avrebbe dovuto fare operazioni di dissezione e disegno. Guarda con attenzione le mani della ragazza, guarda i piedi e ha un sospetto. Libera la testa dalle bende e le svolge adagio. «Prima che il volto di Rachel si svelasse lo riconobbe. “Rachel – pronunciò – la mia bambina. O tempo, consumatore delle cose. O tempo veloce predatore delle create cose”».
Quasi contemporaneamente al romanzo la Fortichiari pubblica una Vita di Leonardo (Sedizioni, 207 pagine, 21 euro) che si legge come un’opera narrativa. In questa biografia dell’autore della Gioconda e della Vergine delle rocce la Fortichiari ci ha inviato un forte messaggio di penetrazione e di interesse. Accompagna Leonardo dal giorno della sua nascita, ad Anchiano, a tre chilometri da Vinci, nel 1452 (è un figlio illegittimo e questo gli peserà tanto nella vita), fino alla morte in Francia nel 1519 dov’era stato chiamato dal Re a collaborare. Fu prima a Firenze protetto dai Medici, poi da Ludovico il Moro a Milano. A Firenze subì due processi per la sua omosessualità. Fu assolto per sua fortuna perché quella imputazione prevedeva sentenze terribili (fino alla castrazione). Riempì migliaia e migliaia di pagine delle sue riflessioni. Tremila sono giunte fino a noi. Si trovò a fronteggiare la fama di Michelangelo e di Raffaello, e non fu facile mentre Michelangelo dipingeva a Roma la Cappella Sistina.
Pittore grandissimo, disegnatore impareggiabile, matematico, ingegnere civile e ingegnere militare, studioso degli organi vitali che così spesso dissezionava e disegnava, medico, musico: che altro? E si aggiungano i trattati sulla pittura e sulle acque. Tutto questo si ritrova nella bella biografia di Valentina Fortichiari. «Siccome una giornata bene spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire… Quando io crederò imparare a vivere imparerò a morire».