Angela Di Maso
Ritratto d'artista

Le relazioni teatrali

«Da bambino volevo fare il falegname. Poi ho scelto di fare l'attore per entrare in contatto con qualcuno o con qualcosa»: parla Paolo Mazzarelli

Nome e cognome: Paolo Mazzarelli.

Professione: Attore e autore.

Età: 40.

Da bambino sognavi di fare l’attore? No, il falegname.

Cosa significa per te recitare? Entrare in contatto con qualcuno o con qualcosa.

Il tuo film preferito? Oddio, sono tanti. Se devo dirne uno dico C’era una volta in AmericaVertigo… o Il Dottor Stranamore… ecco, ne ho detti tre.

Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Ricordo emozioni intensissime provate dopo aver visto Tre sorelle di Cechov con la regia di Nekrosius, o dopo il suo Hamletas. Per quanto riguarda i miei lavori, il mio preferito è quello che devo ancora fare.

Qual è l’attore da cui hai imparato di più? Senza dubbio Lino Musella, il mio compagno di scena e di lavoro da ormai quasi 10 anni. Non avrei potuto avere compagno (e maestro) migliore.

Paolo Mazzarelli2Qual è il regista da cui hai imparato di più? Ho imparato da tutti i registi con cui ho lavorato. Quindi direi ancora Nekrosius, e poi Peter Stein, per la loro grandezza, ma anche da quei registi forse meno famosi che hanno dimostrato amore per il loro lavoro e attenzione per il testo e per gli attori. Amo i registi quando lavorano per lo spettacolo e non per se stessi.

Il libro sul comò: In questi mesi Le strategie fatali di Jean Baudrillard, il libro che dà il titolo al nuovo spettacolo della Compagnia MusellaMazzarelli.

La canzone che ti rappresenta: L’abbigliamento di un fuochista, di Francesco De Gregori.

Descrivi il tuo giorno preferito. Sveglia all’alba e visita a Machu Picchu, colazione seduto a un bar a Parigi, passeggiata rilassante per le vie di New York, pranzo a Kyoto in Giappone, pomeriggio con la donna che amo, tramonto sul Gange a Benares, serata a teatro a fare uno spettacolo davanti a 600 persone, notte con gli amici ad ubriacarsi.

Prosecco o champagne? Champagne, bien sur.

Il primo amore, lo ricordi? Sì. Avevo 17 anni. Ora è la mia più cara amica.

Il Primo bacio: rivelazione o delusione? Non me lo ricordo. Immagino tutt’e due.

Strategia di conquista: Qual è la tua? Non mi interessa più conquistare per il gusto di farlo. Ecco la mia più grande “conquista”. Con gli anni mi è passata la voglia. Quando una persona mi piace davvero, cerco di donarle il meglio che ho. Punto.

Categorie umane che non ti piacciono? Uffici stampa, pierre, organizzatori di eventi… Tutto il parassitume che ruota attorno a chi prova a fare cinema, teatro e tv.

Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Diciamo che vorrei migliorare per quanto riguarda lo humour…mi piacerebbe averne di più e credo sia fondamentale per risultare gradevoli al di là dei primi approcci.

Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? Il sesso è qualcosa di meraviglioso anche quando non c’è l’amore, purché sia vissuto con spensieratezza, intensità, rispetto per l’altro. Ogni volta che si fa del sesso veramente ben fatto, si ama, foss’anche per qualche minuto. Arrivato a 40 anni credo che l’amore sia soprattutto una questione di scelta, di costruzione, di volontà, anche di sacrifico.

Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Le affinità elettive fra opposti.

Costretto a scegliere: cinema o teatro? Il cinema quasi non riesco a farlo, quindi devo dire teatro. Ma è una risposta da amante rifiutato.Paolo Mazzarelli3C‘è qualcosa che rimpiangi di non avere detto a qualcuno? Fortunatamente no.

Shakespeare o Beckett? 6-0 per Shakespeare con tre gol in rovesciata, un gol da calcio d’angolo, e due di tacco. Proprio non si pone la questione. Shakespeare è il più grande autore della storia umana.

Qual è il tuo ricordo più caro? Da piccolo, verso i 4-5 anni, quando i miei genitori mi portavano fuori la sera con loro. A una certa ora mi mettevano a dormire, e poi per tornare a casa mi prendevano in braccio nel dormiveglia, e mi sdraiavano sul cruscotto posteriore della macchina. Non si dovrebbe fare, lo so… ma ricordo bene quella sensazione ed era piacevolissima. Era la sensazione di essere un cucciolo d’animale di cui qualcuno si prendeva cura.

E il ricordo più terribile? Ho rischiato varie volte d’impazzire. O almeno ho creduto di farlo. Questo lavoro passa per momenti tremendi. In cui la pressione è troppa e ci si sente schiacciati, soli, deboli, e impotenti. Ma poi per fortuna passa e, se si sopravvive, è tutta vita in più.

L’ultima volta che sei andato a teatro, cos’hai visto? Niente di memorabile, quindi tralascerei.

Racconta il tuo ultimo spettacolo: La società. Tre atti di umana commedia. È il più recente spettacolo della Compagnia MusellaMazzarelli. Una vicenda che riguarda tre amici che devono gestire un locale lasciato in eredità dallo zio di uno dei tre. Commedia e tragedia, insieme.

Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Non sono io a poterlo dire. Ma la gente si diverte, si commuove, si emoziona. È uno spettacolo che funziona moltissimo e da un anno fa il tutto esaurito ogni volta che lo facciamo.

Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Più che altro è per lo più in mano ad incapaci. Ma è in questi momenti disastrosi che qualcosa di nuovo e potente può prendere vita. Tocca alla mia generazione dare una scossa, anche se è un compito al limite dell’impossibile.

Come e dove ti vedi tra cinque anni? Vorrei essere padre, fra 5 anni. Ecco, l’ho detto.

La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Una certa pace interiore.

Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Se nessuno l’ha ma saputa, ci sarà una ragione…

Piatto preferito: Pasta al forno con le polpette, fatta da mia nonna.

Paolo Mazzarelli1Le scuole di recitazione servono o quel che conta è avere fortuna? Servono. Ma non bastano.

C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? Per una donna è più difficile, non c’è alcun dubbio. Ma il vero problema delle donne che vogliono fare teatro, e che puntano solo sul proprio talento, sono le donne senza talento, e che puntano su altro.

Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Certo, parecchie volte. Se c’è di meglio, bisogna essere freddi e andare dove porta la testa. O l’istinto.

Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? Sono bravissimo a fare scelte sbagliate. Varie volte ho rifiutato cose che poi si sono rivelate vincenti e valide. Capita.

Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Jack LaMotta in Toro scatenato. Ma più che altro mi piacerebbe saper recitare come De Niro, ecco…

Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Amleto è banale? Amleto. Ma è tardi.

Da chi vorresti essere diretto? Eduardo De Filippo. O Leo De Berardinis. Ma temo sia complicato…

Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attore. Caparbietà, fiducia in se stessi, intelligenza.

Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare questo mestiere. Pigrizia, sfiducia in se stessi, superficialità.

Paolo Mazzarelli4Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? La vita e il teatro non sono separabili. Se scomparisse l’una scomparirebbe anche l’altro, e viceversa…

Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Rapite qualcun altro, vi prego!

La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. «Ma invece per noi è diverso, è diverso perché ci sei tu che pensi a me, e io che penso a te». In FiglidiunbruttoDio.

La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. La stessa.

Dimentiche le battute: graziato o condannato? Graziato. Mi è successo. È la paura di dimenticarle che te le fa dimenticare. Ma la paura è umana.

Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? Spero di essere ricordato con amore dalle persone che ho amato. Tutto qui.

Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? Ho litigato per una questione di approccio al lavoro. È successo con Andrea Baracco, durante le prove di un Hamlet in cui io ero Claudio. Ma poiché Andrea è persona di estrema intelligenza, ha trasformato uno scontro in un momento utile e alla fine rigenerante.

Se potessi svegliarti domani con una nuova dote, quale sceglieresti? La spensieratezza.

Se potessi scoprire la verità su te stesso o sul tuo futuro, cosa vorresti sapere. Nulla, la vita è eccitante solo se avviene in diretta, con tutto ciò che ne consegue.

Se sapessi di dovere morire, che cosa cambieresti nella tua vita? Ma io so già di dover morire, come tutti. La speranza che la cosa avvenga in là nel tempo non basta a rimuovere il pensiero della morte.  Cerco di vivere di modo che la morte mi colga vivo, e dopo aver vissuto il più possibile, ecco.

Che cosa è troppo serio per scherzarci su? Le donne quando hanno le mestruazioni. Ogni volta che provo a ironizzare sullo stato emotivo che ne consegue, si incazzano di più e piangono più forte. Non lo farò più, promesso.

Progetti futuri? Il nuovo spettacolo della mia compagnia si chiama Strategie fatali. Saremo a Napoli, Firenze, in Puglia. Poi ad aprile debutto a Roma con Fatelo a pezzi per i suoi brutti versi, un mio monologo. In mezzo, sto girando alcune cose per la TV.

Un consiglio ad un giovane che voglia fare l’attore. «Cerca di costruirti il tuo cammino passo dopo passo, senza che siano le circostanza a scegliere per te».

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