Alessandro Boschi
Il nostro inviato al Lido

Picnic sull’Everest

«Everest» di Baltasar Kormakur apre (tra l'ostentata indifferenza del pubblico) la Mostra di Venezia. Più convincente l'odissea moderna di Rodrigo Plà, «Un monstruo de mil cabezas»

I pochi pregi (la prove di molti attori, molti, non tutti) e i molti difetti (retorica, che sembra un unico difetto ma che ne rappresenta molti) di cui Everest è infarcito, vanno filtrati attraverso la considerazione che questa pellicola diretta dall’islandese Baltasar Kormakur è il film di apertura della 72^ edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Raccontare, prendendo spunto da una storia vera, le vicissitudini di una gita fuori porta sul monte più alto del mondo, può anche essere un’idea interessante, che lascia campo libero a paesaggi mozzafiato e ad una serie di sequenze spettacolari. E così in effetti è. Ma usare questi ingredienti muscolari per aprire un festival che tutto vorrebbe essere fuorché muscolare e spettacolare ci sembra un azzardo. Questa deve essere stata la considerazione condivisa anche dagli spettatori della Sala Darsena del Lido, letteralmente attoniti al termine della proiezione: né un fischio né un applauso. Oddio, considerato il nostro poco gradimento del film di apertura dell’edizione precedente, Birdman, dobbiamo ammettere che tutto sommato è stato fatto un passo in avanti. In realtà, quello, era un film da concorso, da festival, pessimo ma lo era. Questo film invece non è né carne né pesce, e a parte la bravura degli attori, trasuda buoni sentimenti e banalità dalla prima all’ultima inquadratura.

Un monstruo de mil cabezasDecisamente più interessante Un monstruo de mil cabezas di Rodrigo Plà, odissea di una povera donna impegnata nella disperata lotta contro una compagnia di assicurazione che si rifiuta di assicurare la costosa cura necessaria al marito morente. Presentato in Orizzonti, il film si risolve in un crescendo di follia che porterà la povera moglie ad una serie di atti inconsulti che la metteranno di fronte alla sua più totale impotenza, di fronte alle istituzioni e alla vita. Ancora non abbiamo visto film in concorso, e c’è una curiosità molto forte.

Confidiamo, come ogni anno, in Alberto Barbera e nel suo staff. Va però detto che questa mattina durante le due proiezioni le sale erano piuttosto vuote. Il che non è un bel segnale. Ma siamo convinti che poi i numeri, quelli ufficiali, che non sono sempre quelli reali, ci daranno torto. D’altra parte ci chiediamo come sia possibile che gli spettatori aumentino ogni anno. Crediamo che se così davvero fosse le sale traboccherebbero ad ogni proiezione. Il colpo d’occhio però ci suggerisce che così non è. Magari dipende dal tempo, o meglio, dai tempi. A domani per un nuovo aggiornamento.

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