Il nostro inviato al Lido
Deludente Venezia
Dopo il Premio a “Desde allá”, date un’occhiata ai film vincitori di questi ultimi quattro anni. Fate una media ponderata del loro valore e realizzate se vi ritenete soddisfatti. Ammesso che vi ricordiate tutti i titoli...
Ricapitolando: Leone d’oro a Desde allá (“Da lontano”, nella foto qui accanto) di Lorenzo Vigas, primo film venezuelano al Festival, Leone d’argento per la miglior regia all’argentino Pablo Trapero per El Clan. Ad Anomalisa di Charlie Kaufman e Duke Johnson il Gran Premio della Giuria. A Valeria Golino la Coppa Volpi per la sua interpretazione in Per amor vostro e a Fabrice Luchini la Coppa Volpi come migliore attore per il suo ruolo in L’hermine.
A ben vedere, e non ci riferiamo ai due attori, una classifica loffia e deludente, perfettamente in linea con una altrettanto loffia e deludente edizione di un Festival che continua a perdere carisma e capacità di proporre, non diciamo una linea guida, ma almeno un grande film. C’era, a nostro modo di vedere, una maniera molto semplice per recuperare qualche consenso salvandosi in calcio d’angolo: premiare Behemot di Zhao Liang (Cina). L’unico film in grado di coniugare contenuti e immagini in maniera potente, mai retorica o ammiccante. Esattamente quello che questa Mostra dimostra di voler diventare.
C’è un che di fasullo nel film venezuelano, noioso e presuntuoso. E non possiamo pensare che il direttore Alberto Barbera non lo abbia colto. Ma se si affida la giuria ad Alfonso Cuaron poi non ci si deve lamentare. La parrocchietta non funziona solo da noi. Sorvoliamo, con motivazioni molto diverse, sugli italiani. Date un’occhiata ai film vincitori di questi ultimi quattro anni. Fate una media ponderata del loro valore e realizzate se vi ritenete soddisfatti. Ammesso che vi ricordiate tutti i titoli. Forse è davvero il momento di fare una riflessione, profonda, di farsi qualche domanda e capire, come noi confidiamo, se il Direttore ha le risposte che servono.