Cartolina da Londra
Visita a Banksyland
Sabato scorso, sulle coste del Somerset, in Inghilterra, ha aperto il parco anti-fiaba di Banksy, il più celebrato divo della street art: un luogo volutamente tetro, contro l'ordine e l'happy end
L’elegante carrozza con la quale Cenerentola va incontro al suo principe è distrutta, il cavallo stramazzato al suolo, il fiabesco castello di Walt Disney è abbandonato, i visitatori devono superare scrupolosi controlli di sicurezza in stile aeroportuale. Questo è il nuovo parco tematico pensato e progettato da Banksy, l’universalmente noto street artist, che fa parlare di sé non solo per il suo ineguagliabile talento con le bombolette spray ma anche, e soprattutto, per il tagliente anticonformismo e l’onesta schiettezza. Il Parco dei “non-divertimenti” si chiama Dismaland e ha aperta i suoi tetri cancelli sabato scorso a Weston-super-Mare, una località balneare sulle coste del Somerset, in Inghilterra.
Banksy, in un’esclusiva intervista a The Guardian, l’ha definito un «parco tematico non adatto ai bambini» e questo non è difficile da credere, dato che il suo più grande progetto artistico capovolge completamente la visione incantata del mondo delle fiabe: benché il nome ricalchi quello di Disneyland, Banksy ha assicurato «di aver voluto eliminare dal sito qualsiasi immagini di Mickey Mouse». Nulla potrebbe essere più lontano dal sognante castello incantato e dalla surreale atmosfera di serenità e pace che ha cresciuto generazioni di bambini: qui i colori sono lugubri e tetri, le attrazioni sono dismesse e abbandonate a se stesse, i lavoratori sono apatici e silenziosi, questa è Dismaland, fedele a se stessa e al progetto sarcastico e provocatorio del suo creatore – dismal in inglese significa per l’appunto “tetro”.
Il parco rimarrà aperto per 5 settimane e ha tutte le carte in regole per far parlare di sé. In pieno stile Banksy, i colossali lavori attorno al derelitto centro acquatico Tropicana sono stati avvolti nel mistero, giustificandoli come le riprese dell’ennesimo film hollywoodiano. Il suo distopico parco, commistione di arte e anarchia, vuole essere una vetrina a cielo aperto per «i migliori artisti che io possa immaginare»: per l’esattezza, gli artisti sono 58, tra cui Damien Hirst, Jenny Holzer e Jimmy Cauty, che hanno collaborato per creare opere di arte contemporanea uniche nel loro genere, scandagliando e graffiando i temi dell’anti-consumismo, della fatalità apocalittica e dell’anti-convenzionalità.
Le sinistre attrazioni, di cui solo alcune riportano la firma di Banksy, includono un gigante castello di sabbia sormontato da un’ingombrante girandola, paparazzi all’assalto della zucca incantata di Cenerentola divelta da un incidente, una donna attaccata da crudeli gabbiani, un’orca che salta dentro una piscinetta pressoché inesistente. Un’altra attrazione sembra essere ispirata al best seller Cinquanta sfumature di grigio e c’è persino un negozio che elargisce prestiti ai bambini con interessi del 5.000 %. Questo e molto altro presenta il parco delle perplessità perché – afferma Bansky – «la domanda non è “Che senso ha l’arte oggi?” ma “Che senso ha chiedere che senso ha l’arte oggi?”».
Il prezzo d’ingresso è di sole 3 sterline per quella che si definisce come «la più deludente nuova attrazione del Regno Unito» e secondo la brochure ufficiale è l’espediente ideale per sfuggire al tedio delle classiche uscite famigliari. Se siete alla ricerca del diverso, Dismaland sembra essere il posto giusto, ma fate attenzione alle «superfici sconnesse, all’uso estensivo delle luci stroboscopiche, alle immagini non adatte ai bambini e alle imprecazioni». E non dimenticate che nel parco sono proibiti «pennarelli, coltelli e rappresentanti legali della Walt Disney Corporation».