Arte e folklore in Costiera
Amalfi, anno Mille
Sotto la guida sapiente di Roberto De Simone inizia il "Capodanno Bizantino" di Amalfi, una manifestazione storica che rievoca i fasti culturali della repubblica marinara
Due tonalità e una flebilità di canto che parla al mondo dell’immortalità dell’anima. Sono i canti dei battenti di Minori, una delle più antiche tradizioni della Costiera amalfitana, «una liturgia eterodossa, tra le più ricche e complesse del Mezzogiorno» per la cui tutela si è fortemente adoperato Roberto De Simone. Il grande etnomusicologo, compositore, drammaturgo e regista napoletano ha raccolto e documentato quelle nenie dolorose che accompagnano i riti della Settimana santa durante il suo soggiorno nella “divina” nella primavera del 2010; è rimasto colpito dal pathos del corteo penitenziale che parte dai villaggi all’alba del giovedì per annunciare la Passione con testi e melodie trasmessi oralmente di padre in figlio; commosso da quella religiosità profonda che né il passare dei secoli, né l’autorità ecclesiastica hanno scalfito e che ha il suo culmine, al calar delle tenebre, il borgo illuminato solo da fiaccole, con la processione del Cristo morto. Identità di un popolo, un patrimonio culturale che, grazie al maestro, è diventato “del mondo” con il riconoscimento Unesco.
E La Costiera gli è stata grata ed ora gli rende il giusto tributo. Sarà, infatti, Roberto De Simone il nuovo duca di Amalfi, chiamato all’unanimità dal popolo dell’antica Repubblica marinara ad indossare il berretto di doge. L’investitura avverrà domani primo settembre, alle 17,30, nell’atrio della cappella palatina di San Salvatore de Birecto ad Atrani, con il rituale cerimoniale tramandato fin dall’839. Un grande nome per una delle manifestazioni più suggestive della terra delle sirene, il Capodanno bizantino, appuntamento ripreso, nel 1997, dal medievalista Giuseppe Gargano per rievocare l’inizio dell’anno fiscale e giuridico nei territori dell’impero d’Oriente e delle “autonomie periferiche”, tra le quali vi era anche Amalfi nella sua fase aristocratica. Il primo settembre entravano in carica i comites, prassi che è durata, con fasi alterne, fino al XVII secolo, così come la sede dell’«incoronazione», ovvero la cappella palatina del Salvatore, ad opera dell’arcivescovo della diocesi amalfitana. De Simone succede a personaggi come Francesco Paolo Casavola, Giuseppe Tesauro, Domenico De Masi e Nicola Giuliano.
La nomina a «Magister di civiltà amalfitana», accolta con grande orgoglio da De Simone, è stata proclamata dalla commissione composta dai sindaci e dagli assessori di Amalfi e Atrani e dai rappresentanti del Centro di cultura e storia amalfitana. In linea con il progetto di ricerca autentica di identità e radici amalfitane, coordinata dall’assessore alla Cultura Enza Cobalto, ed il tema dell’edizione numero quindici, fortemente voluto dal primo cittadino di Amalfi Daniele Milano: «Tradizioni e suoni delle terre di mare». Ed è proprio con il convegno «Tra Amalfi e Bisanzio: tradizioni e suoni della terra» che si apre oggi, 31 agosto, il Capodanno bizantino nella quinta millenaria dell’Arsenale, sede del Museo della Bussola. Il seminario, a cura del Centro di Cultura e Storia amalfitana e dell’associazione Atrium di Atrani, è alle 18 e fa seguito all’educational tour che si snoderà in mattinata nei vicoli e nelle piazzette delle due perle della Costiera. La sera, nel borgo verticale che incantò Escher, musica tradizionale del Sud Italia con la Piccola Orchestra Alzammavoce.
Domani la spettacolare sfilata con novanta figuranti in abiti dell’anno Mille, sapientemente riprodotti da Roberto Scielzo, scenografo del San Carlo, che li disegnò, nel 1955, per la Regata storica delle Repubbliche marinare d’Italia. Il nucleo centrale è costituito dal corteo nuziale degli sposi Sergio III, figlio del duca di Amalfi Giovanni I, e Maria, figlia del principe di Benevento e Capua Pandolfo I. Seguono rematori da parata, vessilliferi, valletti, trombettieri, paggi, giudici, consoli, cavalieri, marinai, arcieri e popolani, accompagnati dai tamburi e dalle evoluzioni degli Sbandieratori e Musici della Città Regia. Si partirà dalla piazzetta Spirito Santo di Amalfi alle 16,30, si attraverseranno i camminamenti di collegamento con la gemella Atrani, poi, dopo l’investitura di De Simone, si percorrerà il cammino a ritroso fino al sagrato della monumentale cattedrale di Sant’Andrea Apostolo per la presentazione agli amalfitani del Magister.
Gran finale alle 21.30 col concerto di Enzo Avitabile ed i suoi Bottari, una partecipazione straordinaria quella di Tony Esposito. «Amalfi è una città che rappresenta il crocevia delle culture – dice il musicista partenopeo –. Per me è la cornice ideale per lanciare il mio nuovo progetto musicale, un inno sulla tolleranza come messaggio di dialogo ed incontro tra i popoli. Siamo tutti figli della stessa terra al di là dei mari che ci dividono e la musica è da sempre elemento d’unione e di civiltà».