Erminia Pellecchia
Incontri, spettacoli e concerti in Cilento

Teatro talk-show

Da Gigi Proietti a Raffaele La Capria (passando per Franco Battiato) è la sfida del teatro "popolare" di Ruggero Cappuccio e del suo festival “Segreti d'autore”

Scriveva Silvio D’Amico che il teatro è quando c’è comunione tra spettatori e attori, quella scintilla che si accende improvvisa con l’attore vivo, che parla, agisce, scaldandosi al fiato del pubblico. È questo quello conta, la magia di quel noi, anche senza pareti, tavole, scene ed effetti speciali. Non c’è bisogno di classificazioni, di quell’arbitraria distinzione tra “colto” e “leggero” in cui si vuole per forza imprigionare il teatro. «Accade solo in Italia. Negli altri Paesi, penso soprattutto all’America, è naturale che un attore passi con disinvoltura da un ruolo all’altro», dice Ruggero Cappuccio, che assegna lo start della quinta edizione del festival “Segreti d’autore”, da lui diretto, ad una serata speciale nella quale con Gigi Proietti tratterà del tema «Dal popolare al sublime».

«Nel Seicento – spiega lo scrittore, drammaturgo e regista – Shakespeare era considerato popolare. Oggi no. Fino all’Ottocento popolare e sublime coincidevano; è stato il Novecento a dividere l’arte teatrale fatta per ridere da quella fatta per dire cose serie. Voglio invitare a riflettere, a tornare alle radici del teatro; Proietti è l’esempio ideale, è l’unico artista, qui da noi, che riesce a trasvolare nei registri espressivi e a riassumerli». Già affabulatore e trasformista, attore, performer, regista, cantante, scrittore, doppiatore, il Gigi nazionale, Neri Chiaramantesi con Carmelo Bene e Vittorio Gassman ne La cena delle beffe e one man show in A me gli occhi, please, incarna proprio la possibile coincidenza tra popolare e sublime.
L’ouverture con l’indiscusso mattatore delle scene ci sarà oggi, 9 luglio, a Valle, l’intatta quinta di architetture storiche e verde di Sessa Cilento. Uno scenario stupefacente, fuori dalle rotte del turismo di massa «e perfino da quelle dei gestori telefonici», così come le altre location di questa kermesse itinerante e alternativa che recita la sua mission nel sottotitolo «festival dell’ambiente, delle scienze e delle arti» e nello svolgersi sotto il segno di «natura della legalità, legalità della natura». Una manifestazione unica, dunque, nel Cilento dalle coste devastate dal cemento e dal cattivo gusto, che ha l’ambizione di far conoscere quella parte di territorio ancora genuino e nello stesso tempo preservarlo, avverte Cappuccio che racconta come questa sfida sia nata per «proteggere una terra meravigliosa e manomessa e preservarne la fragile identità, intercettando la sensibilità e solleticando cervelli e cuori invece dello stomaco».

La sua terra. Il luogo delle vacanze di bambino, diviso tra Serramezzana dove c’erano i nonni paterni e San Mango dove viveva la famiglia della mamma. Due paesini semi abbandonati, due tesori incuneati tra le montagne, con l’orgoglio delle vestigia di un passato nobiliare a far da contraltare all’isolamento. Ed è su questa ricchezza di storia, memoria e tradizioni, comune ad altri piccoli centri dell’interno, che ha puntato con la complicità dell’ex presidente del Parco del Cilento, Vallo e Alburni. Invogliare alla scoperta con un progetto ecosostenibile, che fosse di richiamo ma che nello stesso tempo non attirasse le folle, che offrisse agli abitanti il piacere dell’ascolto anziché quello dell’abbuffarsi passando di sagra in sagra, che portasse turismo, quello culturale non dei vampiri del paesaggio. L’inizio non è stato facile, nessuna risorsa, esclusivamente volontariato, a partire dallo stesso Cappuccio che ha messo in campo le sue relazioni personali e che ha ospitato, nella sua seicentesca dimora di Serramezzana, i più bei nomi della cultura e dello spettacolo che hanno aderito, da subito, alla sua pazza idea. «Si è creato un circuito di energie che ci ha fatto continuare osando sempre di più – afferma – Nel corso degli anni si sono aggiunti altri Comuni arrivando al numero di otto, altri vorrebbero partecipare, ma resta il nodo dolente dei soldi. Siamo cresciuti, c’è attesa ogni estate per il festival, ma seguiamo la sorte degli altri festival italiani, un futuro imponderabile, senza la certezza di finanziamenti e con la difficoltà di confezionare prodotti, pur assicurando la qualità, ancora più degni di nota. Gli enti non sanno programmare, non programmano per tempo, non danno garanzie: noi, ad esempio, aspettiamo ancora i contributi che la Regione Campania ci ha assegnato per l’edizione dello scorso anno».

Malgrado tutto, la rassegna  presenta un cartellone di tutto rispetto tra incontri, concerti, spettacoli, mostre e laboratori che si snoderanno fino al 13 agosto. Dopo Proietti, che riceverà, tra l’altro, il premio “Segreti d’autore”, una scultura di Mimmo Paladino, ecco un altro dialogo da non perdere. Sempre nella cornice emozionale di Valle, Franco Battiato (11 luglio) affronterà il tema de L’anima immortale, conducendoci in un viaggio spirituale sull’esistenza, la vita, la morte, l’aldilà. Ci racconterà quando, come e perché si è avvicinato alla meditazione; che cosa intende per ritorno all’unità e alla luce e come la filosofia esoterica ha influenzato il suo modo di fare musica. Non solo parole, ma visioni. Quelle del suo film, intriso di lirismo, Attraversando il Bardo ispirato dall’omonima opera letteraria pubblicata da Bompiani e che, a sua volta, si rifà al Bardo Todol, il libro tibetano dei morti. Talk-show sui generis questi apparecchiati da Cappuccio, che difficilmente potremmo godere in una televisione che fa solo intrattenimento e dove il tempo è tiranno, una domanda veloce senza aspettare risposta. Avvolgiamoci allora nelle atmosfere intime di confidenze, arricchiamoci di questi segreti d’autore. Da Raffaele La Capria, nella conversazione su “Letteratura e salti mortali” (il 27 a Serramezzana) ascolteremo del suo essere scrittore e sceneggiatore, dei capolavori a cui ha dato vita, delle ragioni del suo successo; mentre Lello Arena, impegnato a Serramezzana per 15 giorni nel laboratorio-seminario “Non c’è niente di più comico dell’infelicità” sulla drammaturgia di Copi, confesserà alla platea di Montecorice (il 12 agosto) il suo essere un eterno infelice che fa il comico. E si parlerà di amore con Tosca D’Aquino, il 26 luglio a Castellabate, dove sarà proiettato il film Amore che vieni, amore che vai di Daniele Costantini dal romanzo Un destino ridicolo di Fabrizio De Andrè e Alessandro Gennari; e con Nadia Baldi che firma la regia di una riduzione per sole donne della Morte della bellezza di Patroni Griffi (11 agosto a Valle).

L’universo femminile in primo piano con la scrittrice di origini cilentane Lucrezia Lerro che a Stella Cilento presenterà (31 luglio) il suo ultimo, discusso romanzo Il sangue matto (Mondadori); e ancora con lo spettacolo-concerto Il mio cuore è a Varsavia su Chopin con la pianista Paola Volpe e l’attrice Marina Sorrenti (8 agosto a Valle) e con il concerto Il mestiere delle donne con Antonella Ippolito e Roberta Rossi (9 agosto a San Mauro). Un ritorno al festival graditissimo è quello di Peppe Servillo e i Solis String Quartet: a memoria di suono, ritmi avvolgenti nella notte di Torchiara; new entry musicale, invece, quella di Capone & BungtBangt nella magnifica cornice della chiesa degli Eremiti di San Mango. Tanti gli appuntamenti – segnaliamo ancora il semidramma in lingua calabra Bestie rare di Angelo Colosimo (2 agosto ad Ortodonico) e la mostra fotografica Scritti di luce di Armando Cerzosimo a cura di Brunella Caputo nel settecentesco palazzo Coppola di Valle – impossibile elencarli tutti. Valgono davvero la pena di una vacanza dell’anima da vivere tra castelli, borghi, piazzette, cortili, giardini, edifici sacri, vecchi mulini e castagneti secolari. Segreti d’autore nel Cilento segreto.

Info: http://www.festivalsegretidautore.it

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