Ritratto d'artista
La lingua del mondo
«Portare in scena la lingua del mondo perché tutto il pubblico possa riconoscersi: è questa la nostra sfida». Parlano Enrico Castellani e Valeria Raimondi di Babilonia Teatri
Nomi e cognomi: Enrico Castellani e Valeria Raimondi.
Professione: Drammaturghi, autori, registi e attori?
Età: 38 e 36 anni.
Da bambini sognavate di fare gli attori? No!!
Cosa significa per voi recitare, costruire regie e dirigere gli attori? Per noi il teatro ha ancora senso di esistere se può ancora essere specchio della società in cui vive. Della realtà in cui è immerso. Del mondo che lo contamina e che lo genera. Che ne è il fondamento. La base. La ragione. Per noi non esiste teatro senza realtà. Senza la realtà in cui siamo immersi e che condiziona ogni giorno la nostra vita. Il teatro è il luogo in cui formulare le domande. In cui senza ipocrisie esprimere i nostri dubbi. La nostra rabbia. La nostra indignazione. Il nostro cinismo e il nostro affetto.
Il vostro film preferito? Le iene di Quentin Tarantino.
Il vostro spettacolo teatrale preferito? (Fatto da voi te o da altri) I pescecani di Armando Punzo.
Qual è l’attore da cui avete imparato di più? Carmelo Bene.
Qual è il regista da cui avete imparato di più? Rodrigo Garcia.
Il libro sul comò: L’educazione (im)possibile di Vittorino Andreoli.
La canzone che vi rappresenta: Like a virgin di Madonna.
Prosecco o champagne? Prosecco.
Il primo amore, lo ricordate? Il nostro.
Il primo bacio: rivelazione o delusione? Delusione.
Strategia di conquista: qual è la vostra? Cantare/sfuggire.
Categorie umane che non vi piacciono? Gli egocentrici.
Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour? Cervello, humour, bellezza, ricchezza.
Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? Nobilita.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Le affinità.
Costretti a scegliere: teatro o cinema? Teatro.
Amleto o Krapp? Krapp.
Shakespeare o Pirandello? Shakespeare.
Frank Sinatra o Vasco Rossi? Vasco.
L’ultima volta che siete andati a teatro, cosa avete visto? La parola padre di Gabriele Vacis.
Raccontate il vostro ultimo spettacolo: Jesus esprime un intimo anelito di spiritualità, sia essa religiosa o laica, e un’impossibilità di trovare nella società, nel clero, nel mondo non tanto una risposta, ma una volontà comune di mettersi in ascolto e di cercare insieme. Jesus racconta l’ipocrisia, la violenza, il basso materialismo della società contemporanea utilizzando parodia e invettiva per scoperchiare la fragilità di scorciatoie e formule che vengono spacciate per ricette assolute.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Portiamo a teatro la lingua del mondo, e il pubblico ha la possibilità di vedersi rispecchiato. Di riconoscersi. Di realizzare che è di lui, e di noi, che stiamo parlando. Di realizzare che siamo fuori di metafora. Che non esiste la possibilità di chiamarsi fuori. Che possiamo ridere o piangere, provare amarezza o ghignare, ma accorgendoci che siamo un coacervo indistricabile di contraddizioni.
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Altrimenti non sarebbe mondo.
Come e dove vi vedete tra venti anni? Più vecchi e più sereni.
La cosa a cui nella vita non vorreste mai rinunciare. Mangiare, bere, fare l’amore.
Quella cosa di voi che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Ci siamo conosciuti in un castello.
Piatto preferito: Tiramisù.
La morte: paura o liberazione? Paura.
Chi o cosa vuole colpire e affondare o salvare il vostro teatro? Chi pensa di sapere che cos’è il teatro.
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Sì.
Di lasciarvi sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirvene subito dopo? No.
Chi vorreste scrivesse una drammaturgia per voi? Vladimir Majakovskij.
Quale ruolo vi sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Abbiamo scelto di non interpretare.
Da chi avreste voluto o amereste farvi dirigere? Antonin Artaud.
Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attore. Non c’è nulla da possedere o non possedere.
Meglio essere: sereni, contenti o felici? Sereni.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Niente.
Gli alieni vi rapiscono e voi potete esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Non crediamo verrebbero a rapire proprio noi.
La frase più romantica che vi sia capitato di recitare.“Giuro di esserti fedele sempre nella gioia nel dolore nella salute nella malattia. Giuro che no lo savea che no volea che no gh’ero mia. Giuro che smetto. Giuro che ghe proo. giuro che non lo faccio”.
La frase più triste che vi sia toccato di recitare. “Per un breve lasso di tempo ho vissuto, prima e dopo no. Quel tempo ha un nome e quel nome è Lolita.”
Dimenticate le battute: condannati o graziati? Graziati.
Cosa vorresti che la gente ricordasse di voi? I nostri spettacoli.
Avete mai litigato con un regista, o un attore/trice, per una questione di interpretazione del personaggio? No.
Avete mai litigato con un produttore per una questione di soldi? No.
Progetti futuri? Stiamo lavorando a un nuovo progetto dal titolo David è morto, produzione Teatro Stabile del Veneto ed Emilia Romagna Teatro Fondazione. Per lo spettacolo siamo al momento alla ricerca di 5 persone che daranno vita a questa nostra prossima creazione. Abbiamo lanciato su Facebook l’invito a candidarsi tramite il post di un video di presentazione sulla pagina dello spettacolo e ci stiamo ubriacando delle candidature giunte.David è morto è un progetto originale. È una storia scritta da noi. David è morto è la volontà di portare sul palco un testo. Di metterlo in scena. È la volontà di lavorare con altri. È la volontà di scardinare ancora una volta la nostra dinamica di lavoro e di messa in scena. David è morto è il racconto di una provincia lasciata a se stessa dove si corre per non sapere quel che è stato lasciato alle spalle, per non vedere quel che ci circonda, per continuare a sognare un traguardo che non c’è.
Un consiglio a un giovane che voglia fare l’attore. Non chiedere consigli!