Micol Fontana vista dal set: un cameo
La piccola grande Signora della Moda
La scenografa di “Atelier Fontana" ricorda in un giorno di riprese la stilista appena scomparsa che ha vestito icone del '900 come Ava Garden, Liz Taylor e Linda Christian
Luglio 2010, siamo sul set di Atelier Fontana, le sorelle della moda, una produzione Rai per la televisione. Ultimo giorno di riprese, ultima scena. Siamo a Roma, a Palazzo Falconieri, storico edificio cinquecentesco; un lungo corridoio con grandi finestre illuminate dalla luce barocca di via Giulia. Lungo i lati sono disposti un numero imprecisato di piccole opere d’arte, manichini vestiti da altrettanti “pezzi” entrati nella storia della moda italiana e concessi dalla Fondazione Fontana. Sono abiti da sera ricoperti di tulle, di pizzo, giochi di trasparenze, abiti da giorno disegnati e costruiti con geometria ineccepibile, vite da vespa, gonne a campana e a ruota; c’è il vestito bianco e nero realizzato per Liz Taylor, l’abito talare indossato da Ava Gardner che fece così scalpore.
Dal fondo della sala appare lei, Micol. I suoi anni si avvicinano già ai cento, è minuta, elegantissima, la frezza argentea perfetta tra i capelli, l’immancabile collana di perle, un filo di rossetto. Quasi scompare nella piccola poltroncina di velluto rosso dove viene fatta accomodare. Per due mesi abbiamo inseguito la sua vita, ricostruendone le tappe attraverso luoghi, persone, sentimenti. La Signora della Moda ha vissuto a lungo e intensamente…. È stata la ragazzina di Traversetolo, povera e ancora incerta; è stata la ragazza coraggiosa e determinata che parte con poco più di un valigia dalla campagna parmense per la capitale, senza sapere bene dove andare, né cosa fare; è stata la donna innamorata dell’uomo sbagliato e una mamma piegata dalla perdita della sua unica figlia ancora bambina; l’abbiamo seguita nei suoi successi, i fortunati incontri con l’aristocrazia romana; l’abito di Linda Christian per il suo matrimonio del secolo con Tyrone Power; da allora e per molti anni le teste coronate del mondo non potevano andare all’altare se non fasciate da un abito delle Sorelle Fontana.
Il regista indulge in un primo piano della piccola grande Signora; il suo sguardo è intenso, appena umido; è proprio la sua voce quella fuori campo. Micol parla di sua madre, poche parole la voce dolce non è fermissima: «Lei mi aveva insegnato tutto; soprattutto ad avere sempre la forza di ricominciare». Poi, un’altra riflessione sul suo secondo e più felice matrimonio: «Quel giorno mi batteva forte il cuore; anzi, a pensarci bene, tutta la mia vita è stata un battito di cuore…». La commozione sul set è grande, la ricorderemo sempre così.