Every beat of my heart, la poesia
Verso un nuovo risveglio
La leopardiana natura illusoria del mondo bilanciata da un’ungarettiana (e luziana) forza speranzosa agisce sulla poetica di Giovanni Piccioni: delicata ma non incerta, sommessa ma per nulla crepuscolare…
«C’è chi dice, una ristretta cerchia,/ che io sia un poeta». È l’incipit di una poesia dal titolo inequivocabile, All’inizio di una via, di Giovanni Piccioni. Bastano questi due versi a confermarci che sia un poeta davvero, per quanto conosciuto solo in una ristretta cerchia. Basta notare come inscriva in un cerchio (di figure, di persone) la solitudine del poeta: non assoluta, ma comunicante. Evidente nei versi che seguono la cifra di Piccioni: poeta tenue, delicato, solo in apparenza reticente. In realtà la sua è poesia drammatica, ove il dramma è espresso a bassa voce, sommessamente, alla ricerca di bagliori. Certo la leopardiana natura illusoria del mondo agisce sulla sua anima, bilanciata da un’ungarettiana, e luziana forza speranzosa. Che la magia solare e notturna dell’estate amata alimenta. Dramma, certo, ma illuminato dai piccoli prodigi della natura. La poesia di Piccioni è delicata ma non incerta, sommessa ma per nulla crepuscolare, distante dalla potenza epifanica della tragedia, ma tutt’altro che fragile, piangente. Il dramma dell’assenza dall’esistenza, espresso con un verso finale mirabile, il dramma del giorno e dei fantasmi della veglia, e quindi il sogno di trovare la pacificazione non solo obliante, ma generante, nel sonno. Qui il poeta rovescia il luogo comune della notte incubosa e del giorno illuminante, la poesia è speranza di un sonno pacificante, verso un nuovo risveglio.
Previsione della notte
Dormirò
in quest’ultima notte
datami dall’estate,
nella stanza da cui ascolto
rumoreggiare il mare?
Dormirò nella quiete del letto
rifatto con cura,
finalmente incapace
di malvagità?
O questa, come altre notti,
trascorrerò insonne,
e la mente si dividerà
assente all’esistente?
Giovanni Piccioni
(Da Forma del mattino, Raffaelli editore)