Cartolina dall'America
L’Università a colori
«Gli atenei devono essere mutliculturali per saper gestire la sfida globale della multicuturalità»: parla Wenying Xu, docente di letteratura inglese, tra le pochissime donne a capo di un'università Usa, la Jacksonville in Florida
Cresciuta ed educata in Cina e negli Stati Uniti, la professoressa Wenying Xu è adesso una delle pochissime donne appartenenti ad una minoranza etnica a capo di un’università americana in Florida, la Jacksonville University, di cui è Provost , una posizione accademica di tutto rilievo nel sistema universitario nazionale. La professoressa Wenying Xu ha numerosi titoli di studio ottenuti in Cina e negli Stati Uniti: ha ricevuto un B.A. dall’università di Hebei in Cina dove ha anche insegnato inglese per 3 anni. Negli Stati Uniti ha ottenuto una laurea all’università della Virginia e un dottorato in lingua e letteratura inglese a quella di Pittsburgh oltre ad essere stata una Fullbright Lecturer all’università di Xiamen in Cina. Tra le sue numerose pubblicazioni vale la pena di menzionare un originale saggio del 2012 “Eating Identities: Reading Food in Asian American Literature” in cui si interpreta la letteratura sino-americana attraverso il cibo.
Con lei facciamo il punto sul sistema universitario statunitense, partendo dal fatto che la sua posizione costituisce una rarità nel sistema di istruzione superiore negli Stai Uniti e che gli ostacoli che le si sono parati di fronte sono stati molti.
«Per me è un grande onore occupare il ruolo di Chief officer specie in una università come la Jacksonville University, un’istituzione non-profit di Liberal Arts con circa 4000 studenti. Come donna immigrata e appartenente a una minoranza etnica non ritengo la mia posizione come un dato acquisito e ho faticato molto per ottenerla. Ma devo dire che sempre più donne di colore stanno occupando ruoli di primo piano nei college e nelle università americane come è accaduto all’università dell’Illinois o al Trinity College del Connecticut. Le sfide che abbiamo dovuto e continuiamo a dover affrontare nelle nostre carriere sono legate sia al fatto prima di tutto di essere donne e poi a quello di appartenere a minoranze etniche non bianche. Anche nel mio caso ho incontrato molti pregiudizi razziali e di genere e ho la consapevolezza che ancora oggi non ho la stessa autorevolezza dei miei colleghi bianchi. Ci vuole molto di più dell’eccellenza per ottenere il rispetto degli altri. Bisogna lavorare molto più duramente, fare enormi sacrifici e avere molta pazienza per portare a termine i propri obiettivi. In questi anni l’umiltà e la fiducia sono state la mia ancora di salvezza».
Come descriverebbe la situazione dell’istruzione superiore negli Stati Uniti? Quali sono i suoi punti forti e quelli deboli?
Dall’inizio della crisi economica del 2008, negli Stati Uniti l’istruzione superiore ha dovuto sopportare grandi difficoltà finanziarie. Le istituzioni pubbliche hanno perduto i fondi e quelle private sovvenzioni e studenti. La situazione è inoltre peggiorata a causa della combinazione del declino della popolazione e dell’emergere di nuove università molte delle quali sono for profit e online. A causa dell’enorme competizione tra college e università l’istruzione superiore in America ha spostato l’attenzione dall’essere concentrati su profili culturali a quelli di preparazione alla carriera. I genitori e gli studenti si aspettano un ritorno dai loro investimenti sotto la forma d’impieghi remunerativi per i loro figli. Questa direzione sta minando alle radici gli aspetti migliori del sistema dell’istruzione americana, un sistema liberale capace di sviluppare fino ad oggi la curiosità, la creatività, la fiducia, la competenza e il senso civico della responsabilità. La richiesta da parte del pubblico di un’attendibilità dell’istruzione superiore oggi riposa solamente sulla misurabilità dei risultati basati sulla percentuale dei piazzamenti lavorativi piuttosto che sull’incommensurabilità dello sviluppo del carattere dello studente.
Considerando il fatto che prestissimo le minoranze etniche supereranno in numero la maggioranza bianca, che cosa dovrebbe cambiare? Pensa inoltre che l’istruzione superiore in questo paese stia dando alle nuove generazioni il background e gli strumenti necessari per distruggere i pregiudizi razziali?
Il curriculum universitario dovrebbe essere molto più diversificato e multietnico di sempre. Ci dovrebbe per questo essere un corpo accademico e degli amministratori preparati a tale scopo, più multietnici in modo da rispecchiare la popolazione studentesca. La diversità sia nel curriculum che nel corpo accademico è lontano dall’essere adeguata per dare un’istruzione e una forma di mentorship a studenti multietnici. Dovremmo essere capaci di integrare la diversità nei nostri programmi per educare gli studenti sulla loro eredità culturale, sulle loro storie personali e sugli obiettivi da raggiungere, incoraggiando conoscenza e paragoni che aiutino a distruggere i pregiudizi.
Le università americane sono conosciute e apprezzate in tutto il mondo. Cosa pensa le renda così attraenti ovunque?
Innanzi tutto la loro reputazione, lo sviluppo di una ricerca sofisticata e all’avanguardia anche grazie a un sistema di fondi generoso da parte di privati e di istituzioni pubbliche e infine i numerosi riconoscimenti che le vengono conferiti a cominciare dai premi Nobel. Inoltre, il fatto che l’istruzione in generale e quella liberal in particolare riposa su larghe fondamenta prima che gli studenti entrino in un’area specialistica. Infine il mito di una società come quella americana abbastanza diversificata e dove è ancora possibile, anche se in misura di gran lunga inferiore rispetto al passato, trovare un lavoro commisurato ai sacrifici che ognuno deve affrontare. E sono tanti anche considerando il fatto che le tasse di iscrizione sono molto alte. Inoltre molti studenti americani non dovrebbero andare all’università. Dovrebbero poter frequentare scuole tecniche o professionali come nel sistema tedesco. Adesso sempre più Community College stanno provvedendo a questa preparazione al lavoro.
Pensa che il sistema universitario americano sia ben attrezzato per rispondere alle sfide della globalizzazione?
Ironicamente più la globalizzazione diventa diffusa e penetra tutte le società, più gli studenti delle università e dei college americani perdono interesse nello studio delle lingue straniere. Anche perché adesso non vengono richiesti dalle istituzioni dell’istruzione superiore i due anni di studio delle lingue straniere. Questo problema rimanda inoltre alla qualità scadente dell’educazione alle lingue di tutto il sistema di istruzione inferiore, dagli asili nido alle scuole superiori.