Tina Pane
La cultura come bene comune

La libreria partecipata

A Napoli, al Vomero, i cittadini un anno fa hanno dato vita a uno strano esperimento: hanno creato dal nulla “Iocisto“, una libreria indipendente. Una scommessa vinta, come ci racconta Alberto Della Sala, il direttore

La socia numero mille, che pochi giorni fa ha versato la sua quota di cinquanta euro, è una studentessa di 14 anni, ma c’è stata una rappresentante di classe che ha iscritto una prima elementare. Il socio più anziano è il filosofo ultranovantenne Aldo Masullo e tra gli associati spiccano i nomi di Maurizio De Giovanni, Ferzan Ozpetek, Riccardo Dalisi e Massimo Recalcati, oltre a quelli del sindaco Luigi De Magistris, degli attori Lucio Allocca e Maria Rosaria De Cicco, del direttore emerito della Biblioteca Nazionale Mauro Giancaspro. Stiamo parlando di Iocisto, la prima libreria ad azionariato popolare nata esattamente un anno fa a Napoli grazie a un post su Facebook. Come sia successo che «il sogno è diventato realtà! e che al format di questa libreria si stiano interessando anche in altre città italiane, lo chiediamo ad Alberto Della Sala, direttore di Iocisto, napoletano, 62 anni, e una vita passata a fare il libraio.

Raccontaci come è nata “Iocisto”.

Un anno fa, il 13 maggio, Ciro Sabatino, giornalista, scrittore ed editore, pubblicò sulla sua pagina Facebook un post in cui lamentava la chiusura delle due ultime librerie del quartiere Vomero, una municipalità da 120mila abitanti, a fronte dell’invasione delle patatinerie. E pose la domanda retorica: «Perché una libreria non ce la facciamo noi?». In mezz’ora ci furono cinquanta like e commenti entusiasti. Fu allora che Sabatino tirò fuori l’idea della libreria-associazione e qualcun’altro quella di passare dal gradimento all’adesione, scrivendo appunto “Io ci sto”.

libreria iocisto2E come è andata?

È andata che dopo poche settimane abbiamo fatto la nostra prima riunione: eravamo circa 60 persone, ospitate nei locali della Municipalità Vomero-Arenella, il cui presidente Mario Coppeto ci ha sempre dato un appoggio incondizionato. In quella prima assemblea abbiamo deciso di fondare l’associazione, stabilendo la quota associativa di cinquanta euro e la messa a disposizione delle nostre competenze.

E i locali della libreria?

Questi locali sono arrivati a luglio, e stanno nel cuore del Vomero, in un posto strategico, a un passo dalla metro e dalle funicolari, e per fittarli impegnammo buona parte delle circa cento quote associative versate per aderire all’Associazione, che ai primi di luglio era già ufficialmente nata davanti a un notaio.

Dell’inaugurazione si parlò molto anche sulla stampa cittadina.

Un po’ che la nascita di Iocisto ha provocato polemiche nell’ambiente librario che ci considerava degli improvvisatori, un po’ che siamo stati bravi a tenere la gente informata delle tappe del progetto, tramite la pagina Facebook e il passaparola… fa’ conto che all’inaugurazione del 21 luglio 2014 c’erano tremila persone.

Un’ottima occasione per acquisire nuovi soci…

Sì, molti nuovi soci, che oltre a rimpinguare le casse ci consegnarono una iniezione di energia e un’assunzione di responsabilità. Capisci, fare tremila persone una sera di luglio senza una velina, senza un nome di richiamo, senza un politico, solo con un sogno: ridare una libreria a un quartiere che non l’aveva più…

Tremila persone ma una libreria senza libri…

Sì, l’unico, simbolico volume, posto su una colonnina al centro della sala d’ingresso, fu Cent’anni di solitudine, che ci sembrava un libro epocale, che ben rappresentava il secolo breve nel quale la maggior parte di noi siamo nati e la nostra voglia di sognare tenendo i piedi per terra.

Poi c’è stata l’estate.

C’è stato agosto che commercialmente e per le adesioni poteva non essere un buon periodo e il distacco di Ciro Sabatino, l’iniziatore di tutto. Ma abbiamo tenuto duro, tenendo la libreria aperta come un presidio, eleggendo un nuovo presidente dell’Associazione, continuando a far parlare di noi e soprattutto cominciando a tessere i rapporti con gli editori e i distributori.

E così siete arrivati a ottobre, all’inaugurazione della libreria con dentro i libri.

Esatto. E da allora non ci siamo più fermati. A Natale abbiamo triplicato l’obiettivo di vendite che ci eravamo prefissati e nei mesi successivi abbiamo mantenuto questo trend. Contemporaneamente abbiamo avviato molte attività collaterali che ci definiscono come libreria attiva, in contatto col territorio, aperta per presentazioni, reading, laboratori, cineforum, mostre, esposizione di prodotti artigianali, serate dedicate ai giochi, ai tarocchi, agli scacchi…

libreria iocisto1Una specie di centro di cultura, insomma.

Guarda, bisogna stare attenti a questo. Ci teniamo, ci tengo soprattutto io, che Iocisto sia essenzialmente una libreria e che il cliente, entrando qui, percepisca di trovarsi in una libreria dove sono esposti i grandi editori e gli autori di richiamo, dove può comprare tutti i libri che vuole, dai classici ai best sellers alle novità, e dove avere sorprese.

Però avete una delle quattro sale interamente dedicata all’editoria cosiddetta “minore”.

Sì, il nostro piccolo salone del libro, cento editori minori esposti. Abbiamo stabilito dei rapporti preferenziali con la piccola editoria, assicurando spazio espositivo e presentazioni. Ed è stata una scelta vincente: per noi che ci caratterizziamo per questo settore e soprattutto per le case editrici, che oltre alla visibilità hanno acquisito un netto aumento di vendite.

Anche il reparto dei libri per bambini è molto curato.

Sì, anche questa è una scelta precisa, quella di attirare in libreria i bambini del quartiere e offrirgli libri di qualità. Ma abbiamo anche un rapporto eccezionale col mondo della scuola, che ha portato nei primi mesi di quest’anno oltre 500 bambini in libreria, a scoprirla ed amarla, con laboratori, letture guidate da esperti del settore e attività scientifiche.

Eventi. Scorrendo i volantini con i programmi mensili salta all’occhio che avete almeno un evento al giorno. Questo presuppone anche un grande lavoro organizzativo.

La nostra vera forza sono i soci “attivi”, quelli che si caricano quotidianamente il lavoro secondo turni prestabiliti. Chi sta alla cassa, chi all’assistenza clienti, chi all’info-point. Poi c’è chi cura i rapporti con l’esterno, chi segue e organizza le presentazioni, chi fa l’ufficio stampa. Questa divisione del lavoro è stata fatta seguendo inclinazioni e competenze preesistenti, ma sta già producendo crescita professionale per i soci più giovani soprattutto.

Ma, secondo te, come si spiega questa voglia di partecipare, questa disponibilità a mettere gratuitamente a disposizione il proprio tempo?

Potrei dirti che il sogno di molti è fare il libraio, immaginando che il libraio sia un agente culturale. Ma fondamentalmente credo che cedere tempo, lavoro ed entusiasmo a titolo gratuito equivalga per molti di noi a fare politica, a contribuire a una missione sociale. Attualmente, e da pochissimo, io sono l’unico stipendiato e anche per questo, oltre che per la mia esperienza precedente, curo e difendo l’aspetto commerciale di questa iniziativa, dico sempre che la libreria è come un negozio di ferramenta, dove il lettore deve trovare tutti gli strumenti e i materiali…da trasformare in cultura.

Avete molti nomi illustri tra i soci, ma vuoi farci un identikit del socio attivo?

È vero, ci sono state da subito molte adesioni eccellenti, che ci hanno aiutato a credere in noi e ad andare avanti nei momenti difficili. Comunque i dati dicono che il socio attivo è prevalentemente vomerese, over 50, appartenente alla media borghesia, istruito. Ma soprattutto che è donna. Il presidente, Claudia Migliore, è donna, così come il vice presidente Federica Flocco e il 70% del Consiglio Direttivo. E sono donne il 90% di quelli che fanno i turni, il mio meraviglioso staff.

Una scommessa, un sogno, un format da esportare: come definiresti l’avventura di Iocisto?

Se posso ricordare una cosa personale, a cui tengo, è una frase che nei primi mesi ripetevo ai miei compagni di follia la sera quando stremati tornavamo a casa: «Buonanotte. Fate bei sogni, sognate la libreria più bella del mondo. Poi svegliatevi, e fatela». Ecco, noi ci siamo svegliati, e Iocisto è una libreria. La libreria, come ha detto Biagio De Giovanni, e sono le due parole cui tengo di più. La libreria.

Oggi la libreria festeggia il suo primo compleanno con una giornata di eventi e un brindisi serale. Il titolo della manifestazione è Un sogno lungo un anno.

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