Ritratto d'artista
Io, attore simpatico
«Mi sarebbe piaciuto essere un musicista. Ogni volta che sento la musica che mi piace, penso: questa l’avrei voluta scrivere io». Cinquanta domande a Ascanio Celestini
Nome e cognome: Ascanio Celestini.
Professione: Artista.
Età: 43 anni.
Da bambino sognavi di fare l’attore? Volevo consegnare le bombole del gas perché il tipo che lo faceva nella mia borgata aveva un Ape Piaggio che mi piaceva molto.
Cosa significa per te recitare? Recitare e scrivere è la stessa cosa per me. Significa vedere cose che possiamo vedere solo nei sogni.
Il tuo film preferito? Ovviamente non ce n’è uno solo, ma se ne posso indicare uno per tutti è Diario di un Maestro di Vittorio De Seta
Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri) Per me è stato illuminante vedere Il Ritorno di Scaramouche di Leo De Berardinis.
Qual è l’attore da cui hai imparato di più? Giovanna Marini, anche se non è un’attrice.
Qual è il regista da cui hai imparato di più? In teatro mi piacciono poco i registi, ma per quanto riguarda il cinema: i fratelli Taviani.
Il libro sul comò: Auto da fé di Elias Canetti.
La canzone che ti rappresenta: La domenica delle salme di De André.
Prosecco o champagne? Un rosso fermo…
Il primo amore, lo ricordi? Si, mia moglie.
Il primo bacio: rivelazione o delusione? Una ragazza in campeggio. Non sapevamo come gestirlo.
Strategia di conquista: Qual è la tua? Non conquisto nessuno. Preferisco chi ama arrendersi.
Categorie umane che non ti piacciono? Gli uomini delle istituzioni, gente in divisa, presidenti e segretari, cardinali vestiti di seta che parlano di quant’è bella la povertà e vigili urbani che dirigono il traffico di auto con la pistola in tasca.
Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour? Le classifiche sono buone per la musica pop.
Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? Il sesso e l’amore fanno parte della stessa partita a scacchi.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Non lo so.
Costretto a scegliere: teatro o cinema? Hosteria.
Amleto o Krapp? Non sono la stessa cosa?
Shakespeare o Pirandello? Nessuno dei due.
Federico Fellini o Pier Paolo Pasolini? Tutt’e due.
L’ultima volta che sei andato a teatro, cos’ha visto? Uno spettacolo di circo per bambini.
Racconta il tuo ultimo spettacolo: Due clown giocolieri e acrobati che raccontavano Hansel e Gretel.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Il mio spettacolo? Per curiosità.
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? No. Nel teatro ci sono pochi soldi e dove ce ne sono pochi scarseggiano i corrotti.Come e dove ti vedi tra venti anni? Non mi vedo.
La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. Non voglio rinunciare a niente.
Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Ho un segreto, ma non posso dirlo.
Piatto preferito: Pasta alla carbonara.
La morte: paura o liberazione? Dipende come ci arrivi.
C’è parità di trattamento nel teatro e nel cinema tra uomini e donne? L’ambiente artistico è anche un gran salotto. Non c’è parità tra chi lo frequenta e chi pensa solo a produrre buone cose senza mettersi in mostra sul divano giusto.
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Spesso.
Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? Qualche volta si, ma la maggior parte delle volte ho rifiutato perché non mi sentivo all’altezza.
Chi vorresti scrivesse un testo per te? Se dovessi lavorare sul testo di un altro sceglierei tra gli autori che mi piacciono. Ma la maggior parte non scrive più.
Quale testo avresti voluto avere scritto tu? Mi sarebbe piaciuto essere un musicista. Ogni volta che sento la musica che mi piace, penso: questa l’avrei voluta scrivere io… se ne fossi stato capace.
Da quale regista, di cinema e teatro, ameresti farti dirigere? Non so se avrei il coraggio di farmi dirigere. Non so se mi sentirei all’altezza.
Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attore. Pazienza, perseveranza e curiosità.
Meglio essere: sereni, contenti o felici? Contenti, in senso etimologico.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Scomparirebbe un gran pezzo dell’umanità perché perderebbe il mezzo più ancestrale per rappresentarsi, osservarsi, comprendersi.
Gli alieni ti rapiscono e tu può esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Tornare indietro.
La frase più romantica che ti sia capitato di scrivere. Nel film che ho appena finito di girare il personaggio che interpreto è un alcolista che dice alla sua innamorata: l’importante è che stai bene. Non segue il discorso di lei, ma è dalla sua parte.
La frase più triste che ti sia toccato di scrivere. Non l’ho scritta io, ma Alberto Paolini che ha passato tutta la vita in manicomio, ma io l’ho usata alla fine del mio spettacolo e anche del mio film Pecora nera: «…lasciate a noi le vostre tristezze, a noi che non andiamo sui prati e non possiamo vedere il sole».
In teatro c’è ancora da sperimentare o è stato tutto già inventato? Non lo sappiamo, ma penso che ci sia ancora molto da fare.
Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? La barba e la voce.
Hai mai litigato con un attore/trice, per una questione di interpretazione del personaggio? No.
Hai mai litigato con un produttore per una questione di soldi? Sì, ma non solo per i soldi, soprattutto per la dignità.
Progetti futuri? Finire il film che sto montando, debuttare a novembre con un nuovo spettacolo.
Un consiglio a un giovane che voglia fare questo mestiere. Ricordargli che è un mestiere e che non deve essere preso per un passatempo. Chi lavora ha diritto ad essere rispettato, pagato, messo in condizione di lavorare bene. Ma questo è anche un lavoro che richiede un impegno che non ha limiti di tempo. Il tempo dell’arte ha bisogno di riposo, ma non di vacanze.