Ritratto d'artista
Studiare la scena
«Il teatro è una grande occasione di studio “continuo” per me. Il mio modello è Isa Danieli. E a una giovane debuttante direi: studia! E applicati continuamente». La parola a Imma Villa
Nome e cognome: Imma Villa.
Professione: Attrice.
Età: 51.
Da bambina sognavi di fare l’attrice? Assolutamente no, mi affascinava vedere mia sorella recitare e cantare con grande facilità e l’ammiravo tanto, perché io non lo sapevo fare e ogni volta, che mio padre mi chiedeva se volevo recitare anche io, mi andavo a nascondere.
Cosa significa per te recitare? Regalare qualcosa a chi ha deciso di ascoltarti.
Il tuo film preferito? Tra i tanti, Nel bel mezzo di un gelido inverno diretto da Kenneth Branagh, ma la lista è lunga.
Il tuo spettacolo teatrale preferito? (Fatto da te o da altri). La Scandalosa. Progetto e regia di Carlo Cerciello.
Qual è l’attrice da cui hai imparato di più? Isa Danieli, è una grande attrice, una grande artista, ma anche una grande donna, ogni attrice dovrebbe avere la sua curiosità, quando può, corre a teatro ha uno sguardo molto aperto, sostiene i giovani. È un punto di riferimento. C’è molto da imparare da lei.
Qual è il regista da cui hai imparato di più? Se ho imparato qualcosa lo devo al mio compagno.
Il libro sul comò: La gioia di scrivere di Wistawa Szymborska, me lo ha regalato una mia carissima amica, Marina Rippa.
La canzone che ti rappresenta: Canzone dell’appartenenza di Giorgio Gaber.
Prosecco o champagne? Birra.
Il primo amore, lo ricordi? Oh, sì! E chi può dimenticarlo… l’ho inseguito per tre anni, alle medie, ma portavo degli occhiali orribili e non ho fatto colpo su di lui, poi ho imparato che bisogna presentarsi agli appuntamenti “senza” occhiali.
Il Primo bacio: rivelazione o delusione? Delusione.
Strategia di conquista: Qual è la tua? Aspettare.
Categorie maschili che non ti piacciono? Quelli che credono di sapere tutto, quelli che non ascoltano, quelli che non ti guardano negli occhi, ma vale per tutti, però.
Classifica per sedurre: bellezza, ricchezza, cervello, humour. Humour, cervello, bellezza. La ricchezza non merita di essere messa in classifica.
Il sesso nobilita l’amore? O viceversa? Viceversa.
Meglio le affinità elettive o l’elogio degli opposti? Mi hai messo in crisi, il primo forse, ma anche il secondo… non si può fare un po’ e un po’? Sono così interessanti tutte e due.
Costretta a scegliere: cinema o teatro? Teatro.
Casa di bambola o Filumena Marturano? Filumena Marturano.
Shakespeare o Pirandello? Non farmi scegliere, ti prego, sono così belli entrambi. I giorni dispari Shakespeare e giorni pari Pirandello.
Enzo Moscato o Annibale Ruccello? Sono nel mio DNA! Indissolubili!
L’ultima volta che sei andata a teatro, cos’hai visto? Luparella di Enzo Moscato, con una magistrale Isa Danieli, che goduria, lo rivedrei 1000 volte.
Racconta il tuo ultimo spettacolo: Scannasurice. No, non si può raccontare bisogna vederlo.
Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo? Una scatola cinese, che apre altre mille scatole cinesi e per ogni spettatore il viaggio può essere completamente diverso, qualcosa che ti lega a lui anche dopo che sei tornata a casa. Lo dico, perché me lo hanno scritto, «è qualcosa che non si dimentica», questo mi hanno scritto. A me piace farlo, è una grande occasione di studio “continuo” per me.
Il mondo del teatro è veramente corrotto come si dice? Non me lo sono mai chiesta, non mi sono mai fermata a riflettere su questa cosa, ho sempre pensato che mi avrebbe “impantanata”, che m’avrebbe “risucchiata” in un vortice senza fine, che non m’avrebbe portato da nessuna parte, che m’avrebbe fatto “perdere tempo” e io non ho voglia di perdere tempo, la vita è una sola, bisogna cercare di fare belle cose, che ti fanno stare bene, che ti fanno venire voglia di andare avanti e continuare a studiare, mi rendo conto che però, dagli altri, si può imparare molto, forse, anche quello che non si deve fare.
Come e dove ti vedi tra cinque anni? Come adesso, anzi no, ancora più bimba di adesso. Dove? Ma al Teatro Elicantropo naturalmente.
La cosa a cui nella vita non vorresti mai rinunciare. La mia dignità e i miei sogni.
Quella cosa di te che nessuno ha mai saputo (fino ad ora). Che sono veramente timida, anche se tutti dicono di no.
Piatto preferito: Gateau di patate.
Quanto conta la bellezza per un’attrice? Può essere un problema, perché è la prima cosa che si nota e chi è molto bella deve faticare di più per dimostrare che è anche brava.
C’è parità di trattamento nel teatro tra uomini e donne? Oggi sì, ma hanno dovuto lavorare tanto le grandi attrici del passato, dobbiamo ringraziarle.
Mai capitato di dover rifiutare un contratto? Sì certo. Bisogna fare delle scelte precise e non prendere tutto quello che viene, pur di fare.
Di lasciarti sfuggire un’occasione di lavoro e di pentirtene subito dopo? No, non mi è mai successo, una volta fatta la scelta, vado avanti e non guardo indietro.
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare nel cinema? Mi sarebbe piaciuto tanto essere Antonietta nel film Una giornata particolare
Quale ruolo ti sarebbe piaciuto interpretare in teatro? Riccardo III.
Da chi vorresti essere diretta? Stanley Kubrick, ma non ho fatto in tempo…
Tre doti che bisogna assolutamente possedere per poter fare l’attrice. Saper ascoltare, non mettere se stessi davanti al personaggio, seguire il regista.
Tre difetti che non bisogna assolutamente avere per poter fare questo mestiere. Mancanza di umiltà, arroganza, saccenza.
Cosa accadrebbe all’umanità se il teatro scomparisse? Cadremmo tutti in buco nero.
Gli alieni ti rapiscono e tu puoi esprimere un solo ultimo desiderio. Quale? Di poter leggere, di tanto in tanto, qualche testo teatrale, per tenermi in allenamento e sperare di convincerli a metter su una compagnia teatrale in una galassia lontana.
La frase più romantica che ti sia capitato di dire in scena. «Ti odio e ti amo. Come possa fare ciò, forse ti chiedi. Non lo so, ma sento che così avviene e me ne tormento».
La frase più triste che ti sia toccato di dire in scena. «Mi domando che madri avete avuto. Se ora vi vedessero al lavoro in un mondo a loro sconosciuto, presi in un giro mai compiuto d’esperienze così diverse dalle loro, che sguardo avrebbero negli occhi?…» da La ballata delle madri di P.P.P.
Mai capitato di dimenticare una battuta? Che succede in questi casi? Certo… e mica solo una volta, ma c’è sempre un motivo se succede: quando non si è molto concentrati, quando sei sotto stress, quando un preciso concetto che devi esprimere non ti è chiaro e quindi rischi di perderlo. Quando si è in scena con altri compagni, sicuramente tutto si risolve, ma quando si è in scena da soli, bisogna associare i gesti alle parole, creare dei precisi e validi sottotesti che possano aiutare se dovesse succedere, bisogna prevenire il problema, sapere che può accadere ed avere il piano “B” e se non dovesse bastare anche il piano “C”.
Cosa vorresti che la gente ricordasse di te? Il rigore e il rispetto che ho del mestiere che faccio.
Hai mai litigato con un regista per una questione di interpretazione del personaggio? No, sono per il teatro di regia, se scelgo di lavorare con un regista, significa che ho già sposato la sua linea e mi fido, altrimenti non ci lavoro, cerco di decodificare, di seguire il suo progetto, di far vivere la sua idea, di metterla in pratica e di farla diventare mia, cerco di ascoltare con attenzione e il segnale arriverà sicuramente chiaro e forte, perché non metto me stessa tra regia e personaggio.
Hai mai litigato con un produttore per una questione di soldi? No. Trovo più elegante non lavorarci e basta.
Progetti futuri? Vorrei che l’ultimo spettacolo messo su, avesse lunga vita. Io lo spero e me lo auguro.
Un consiglio a una giovane donna che voglia fare l’attrice. Studiare, studiare, studiare, soprattutto se le dicono che è bella e talentuosa.