Un mito scenico che non passa
Il ritorno del Living
Gary Brackett dell'ultima generazione del Living Theatre ha tenuto uno stage in un liceo di Napoli. Il risultato è stata una performance sorprendente: talvolta basta poco per emozionarsi
If I could turn you on (Se io potessi accenderti) è il titolo della performance che Gary Brackett del Living Theatre Europa ha messo in scena insieme ad alcuni studenti del liceo Gian Battista Vico di Napoli lo scorso sabato 28 febbraio. La performance, che non prevede repliche, si è svolta nell’aula magna dello storico liceo napoletano (per l’occasione denudata di tutte le sedie) al termine di uno stage intensivo della durata di una settimana, offerto in orario curricolare dalla scuola a 40 dei suoi alunni selezionati dal triennio dei tre indirizzi: classico, scientifico e linguistico.
Praticamente da sempre il Living Theatre propone workshops (ora guidati dal regista Gary Brackett) all’interno di strutture come teatri, scuole, università, aziende e comunità. Questi workshops mettono in discussione il tradizionale rapporto che lega gli attori alle direttive del regista, mirando alla creazione teatrale come momento collettivo ed espressione di una comunità. Il linguaggio scenico del gruppo si concentra soprattutto sugli aspetti gestuali e corporei, con l’obiettivo di affrontare le grandi crisi attuali ma anche le più ancestrali paure dell’essere umano. In particolare, lo scopo dello stage attuato al Gian Battista Vico era di offrire ai ragazzi l’apprendimento di una metodologia espressiva che gli permettesse di rafforzare le proprie capacità relazionali, considerate key competences in ambito professionale.
Durante la settimana di stage, per i 40 studenti questa teoria si è tradotta in una intensa e coinvolgente esperienza di lavoro su di sé e sul proprio corpo, sulla possibilità di acquisire fiducia in se stessi, di non vergognarsi delle proprie paure, di specchiare i propri sentimenti in quelli degli altri, senza essere giudicati. Un’esperienza forte e sorprendente, visto che quasi nessuno di loro immaginava che alla parola teatro si potesse associare altro che una platea dove essere spettatori di un testo messo in scena da attori professionisti.
Il momento della performance è stato una sorpresa anche per gli spettatori, in prevalenza genitori degli studenti-stagisti. Ammessi a piccoli gruppi nell’aula magna, e inclusi all’interno di cerchi in cui i ragazzi ripetevano gli esercizi di riscaldamento di voce e corpo appresi nel corso della settimana, gli spettatori hanno progressivamente vinto l’iniziale imbarazzo e si sono lasciati prendere dallo svolgimento dell’azione.
Vedo che sto vedendo, sento che sto sentendo è stata la prima frase-mantra che ha risuonato tra le alte pareti dell’aula come un battito multiplo di cuori, cominciando a riscaldare l’ambiente per rappresentare poi i sette tableaux che componevano la performance, dedicati alla solitudine, alla preghiera, alla confessione, alla libertà.
È stato emozionante vedere i ragazzi diventare sempre più padroni della scena, allargandola e restringendola a loro piacere, mettendo in gioco ogni centimetro del loro corpo e divenendo sempre più capaci di esprimere consapevolezza di se, senso di liberazione, comunicazione delle loro paure e dei loro desideri.
Non sono niente, non sarò mai niente, non posso fare altro che essere niente. Nel frattempo ho in me tutti i sogni del mondo. Suona come la sintesi della loro età, grido d’aiuto e rivendicazione di futuro. Partono le note di Hallelujah di Leonard Cohen e la performance si avvia alla fine: i ragazzi dopo l’ultimo tableau escono correndo dall’aula magna, lasciando il pubblico solo, emozionato, bisognoso di loro. Poi rientrano sempre di corsa, salgono sulla pedana a prendersi gli applausi, a lanciare felpe e magliette, ad abbracciarsi, a ringraziare il maestro Gary. Il pubblico si è acceso, come auspicava il titolo della performance, e la scuola –per una volta- merita apprezzamento e plauso.
Si parla della possibilità di rendere stabile lo stage del Living Theatre e garantire a tutti gli studenti la partecipazione. Sarebbe bellissimo!