In scena a Cosenza
L’Eneide migrante
Trent'anni dopo Giancarlo Cauteruccio rimette in scena lo spettacolo cult di Krypton. E nell'epopea di Enea si scopre una nuova dimensione, drammaticamente attuale
Il riallestimento dell’Eneide di Krypton è un’opera rock incastonata in architetture luminose, un concerto-teatro in cui la musica dal vivo dei tre Litfiba, in formazione Beau Geste (Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi, Francesco Magnelli), assume quasi la consistenza di un personaggio, con le elaborazioni video-digitali e il raggio laser a disegnare scenari dalla potenza evocativa di un sogno. Uno spettacolo multimediale, questo “nuovo canto” scritto e diretto da Giancarlo Cauteruccio che, trent’anni dopo l’allestimento storico, in cui un giovanissimo Piero Pelù compariva su un tapis roulant, non delude le aspettative di chi aveva assistito alla messinscena cult del 1983 e di chi ne aveva solo sentito parlare. Perché, nonostante il tempo trascorso, questo allestimento (visto al teatro Morelli di Cosenza, sede della residenza teatrale gestita dalla compagnia Scena Verticale) resta ancora innovativo, mentre l’aggiunta della parte testuale, scritta rielaborando gli esametri del poema epico virgiliano, riattualizza un classico della letteratura latina studiato nelle scuole e nelle università.
Il poema fu commissionato allo scrittore mantovano dall’imperatore Augusto per giustificarne il proprio potere su base letteraria ma, riletto oggi, il mito dell’eroe che fugge da Troia distrutta dalla guerra alla ricerca di una nuova patria, sospinto da un Mediterraneo in tempesta, sembra tanto l’epopea dei migranti in fuga e degli sbarchi dei disperati dei giorni nostri. Anche il pubblico sembra immerso in quelle acque agitate, sobbalzato dalle onde. È «l’effetto speciale» più suggestivo dello spettacolo, merito dell’uso del laser che proietta la platea in una sorta di film in 3D. Una performance di forte impatto visivo e sonoro, del tutto disturbante. Vietato rilassarsi sulle poltroncine, mentre luci e decibel feriscono occhi e orecchie.
È affidata alle voci fuori scena di Ginevra Di Marco e di Cauteruccio la narrazione della guerra di Troia, dell’ira di Giunone, di Nettuno che placa il tumulto del mare per far approdare la flotta teucra sulle coste libiche, stavolta luogo di accoglienza, sublimato dall’amore femminile della regina Didone. Poi la partenza verso l’Italia, le coste laziali, la guerra contro i latini e i rutuli e la fondazione di Roma. Cauteruccio è anche in scena, un po’ guerriero-condottiero, un po’ direttore di scena. Il suo gesticolare non guida l’esibizione musicale dei tre Litfiba ma le proiezioni video-digitali, su tre pannelli, di coste, alberi e vegetazione, templi, colonne e sculture. Ne scaturisce un bell’effetto straniante dallo sdoppiamento tra corpo in scena e voce fuori.
Le musiche, sei tracce composte dai Litfiba come colonna sonora dello spettacolo originario, e per la prima volta, in questo nuovo allestimento, suonate dal vivo dalla band, sono state riarrangiate con una sonorità quasi techno. «Suonare dal vivo queste musiche è stato come riprendere un figlio abbandonato – commenta Aiazzi durante le prove –. Abbiamo trovato facilmente un ritmo, avevamo un calco che era la vecchia Eneide ed è stato fatto un succo concentrato di quello che erano le melodie e le armonie originarie, molto anni Ottanta. Poi è stato chiaro quale doveva essere il suono della nuova Eneide, cioè qualcosa che si spara in un rave». Sette giorni di arrangiamenti in studio, dieci in cui Maroccolo ha mixato i suoni e altri sette per mixare l’intero spettacolo. «È un grande sincrono di musica, voci e immagini». Uno spettacolo finanziato col crowdfunding, attraverso il sito musicraiser.com, grazie al quale sono stati raccolti quasi 24.000 euro.
Prossime tappe per lo spettacolo di Krypton, il 19 e 20 marzo al Teatro degli Industri di Grosseto, il 25 al Teatro Rossini di Pesaro, il 13 aprile al Teatro dell’Opera di Firenze, il 21, 22 e 23 aprile al teatro Argentina di Roma.
Le foto sono di Angelo Maggio