Nicola Bottiglieri
Da Omero alla contemporaneità

Sconosciuto Telegono

Il fratellastro di Telemaco, figlio di Ulisse e CIrce, è il vero protagonista dell'Odissea del Terzo Millennio. Lo sconosciuto che cerca vendetta per ragioni che ci sono ignote

Nel libro V dell’Odissea Omero racconta che la dea Calipso propose ad Ulisse di restare con lei nell’isola di Ogigia ai confini del mondo, in cambio gli avrebbe dato gioventù e immortalità. Ulisse, consapevole dei suoi doveri di sposo e di padre, non accettò l’invito e volle ritornare a Itaca, poi dovette uccidere i Proci per riavere la moglie, la casa, il figlio.

Nel millennio trascorso l’eroe per eccellenza è stato, quindi, Ulisse, l’uomo che ha superato tutte le frontiere ed è arrivato alla fine di questo e dell’altro mondo, colui che ha dato esempio di profonda adesione alla condizione di uomo, accettando di ritornare a casa e vivere gli anni della vecchiaia, il vero eroe del nostro millennio, invece, sarà Telemaco, il figlio adolescente che lo aspetta a casa. Questo cambio di figure è dovuto ad una situazione che si è creata nello scorso secolo, quando Ulisse (o i valori che lui rappresentava) cambiò parere, decise di non ritornare a casa ma di accettare l’invito della dea: restare sempre giovane, diventare immortale nell’isola di Ogigia, dimenticare di essere padre.

Se la scomparsa della figura del padre è un problema di cui si dibatte da tempo, più difficile è sapere cosa farà Telemaco, quando capirà che non vi sarà più nessun ritorno.

Cosa farà Telemaco, l’adolescente, giunto alla “linea d’ombra della vita”, restato solo a difendere la madre, mentre i Proci divorano le sostanze, insidiano l’onore della madre e addirittura tentano di ucciderlo, aspettando invano il ritorno del padre? Vi sono due ipotesi, o meglio due modi di riscrivere l’Odissea, ambedue molto rischiose, comunque necessarie perché tutti abbiamo capito che Ulisse non vedrà più Itaca.

La prima ipotesi vede Telemaco compiere un’impresa disumana: prende le armi del padre, l’arco, la lancia, la spada ed in compagnia di qualche servo uccide i Proci, libera la casa e permette alla madre di vivere senza angosce, ossia di non fare e disfare l’inganno della tela, storia questa dietro la quale, forse, si nasconde il gioco che ella fa con il proprio imene. Questa ipotesi vede Telemaco diventare uomo in fretta, superare la linea d’ombra della vita da solo, con tutte le disperate nevrosi che questo comporta, affermarsi come uomo nella dura lotta che si combatte per trovare un proprio posto nel mondo.

Ma vi è un’altra ipotesi più complessa, che si intreccia con il tema della fratellanza, il valore morale più spinoso del nostro millennio. Telemaco vede arrivare a casa lo sconosciuto fratello Telegono, (che significa nato lontano) il figlio avuto dal padre con Circe, durante la sosta al monte Circeo, venuto a reclamare i suoi diritti di figlio.

Vi sono molte leggende sulla figura di Telegono, fondatore della città di Tuscolo, nel Lazio, leggende così ricche che riescono ad adombrare anche figure e problemi moderni. Secondo queste leggende Telegono arrivò ad Itaca carico di rancore e violentò Penelope per risarcire la madre abbandonata. Altre leggende affermano che addirittura abbia ucciso Ulisse, per rendere giustizia alla madre Circe. In ogni caso questa figura così inquietante e dimenticata (che unisce la figura del fratello e quella dello straniero) crea una coppia molto diversa dalle coppie di fratelli che hanno attraversato la storia. Se Caino/Abele, Romolo/Remo le due coppie di fratelli presenti agli albori della nostra cultura sono fratelli nati sotto lo stesso tetto, figli della stessa madre, nutriti con lo stesso latte, fosse anche quello della lupa, la coppia Telemaco/Telegono è invece molto originale. Figli di madri diverse, vissuti e nutriti in mondi lontani, devono la loro fratellanza al padre, una figura imperiosa ed evanescente allo stesso tempo. Una figura comunque decaduta.

Viene da chiedersi, chi si nasconde dietro la figura di Telegono? Se per i Greci, Telegono era il figlio dei viaggi e dell’avventura, oggi dietro la figura di Telegono si può vedere l’extra-comunitario, il figlio dello stupro, il figlio nato dalle guerre coloniali, il figlio nato a seguito dell’espansione della civiltà europea nel mondo e soprattutto in Africa.

Perché la coppia di fratelli Telemaco/Telegono è di straordinaria attualità e pertanto l’Odissea del duemila non avrà come tema il ritorno di Ulisse, bensì quello del ritorno del fratello sconosciuto? Non solo perché dietro la figura di Telegono si può vedere oggi, come abbiamo detto, l’extracomunitario, ma dietro Telegono è possibile scorgere il figlio dell’uomo separato che si risposa ed ha altri figli con la nuova moglie. Ma poi soprattutto Telegono è il figlio nato in laboratorio, dal seme del padre che è morto o è sparito. Ed è questo l’aspetto più drammatico che si nasconde dietro la figura del nostro eroe. Telegono è il lato oscuro della nostra società, un vero e proprio buco nero, una figura destinata a crescere, ad uscire dall’ombra, ad imporsi sempre di più, ad intralciare le nostre sicurezze. Nel nostro mondo vi sono uomini che sono nati lontani, oppure non sanno come sono nati, che iniziano la vita con un mistero o una tragedia alle spalle. Queste figure di fratelli nati in modo misterioso, da un padre reale e virtuale insieme, suggeriscono una nuova idea di fratellanza tutta da costruire. Una fratellanza necessaria e difficile, altrimenti può succedere che Telegono si allei con i Proci ed il regno di Itaca finisca in frantumi.

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