Per «Le vie dei festival»
Eduardo & Pirandello
Nello studio di Pirandello, a Roma, Francesco Saponaro ha allestito «L'abito nuovo», testo scritto a quattro mani dai due grandi del teatro italiano. Un esperimento davvero felice
La voce di Eduardo De Filippo che racconta, racconta l’emozione del suo primo incontro, nel camerino del Sannazaro nel 1929, con Luigi Pirandello che è andato a trovarlo, la simpatia reciproca e l’impegno a scrivere una cosa assieme: cosa che Eduardo farà recandosi molti pomeriggi a casa del premio Nobel in Via Bosio 13b a Roma. Ed è proprio in quello studio pieno di fascino, dove si conservano il calamaio, la macchina a scrivere, la biblioteca e i manoscritti di Pirandello, che la voce risuonava l’altra sera, creando grande emozione nel pubblico, a introduzione di una lettura scenica di quel lavoro scritto a quattro mani, L’abito nuovo, ispirato alla novella omonima e con i dialoghi in napoletano affidati poi a Eduardo.
Si trattava di un appuntamento de “Le vie dei festival” ospitato dall’Istituto Casa di Pirandello per lo Studio della Drammaturgia Contemporanea, aperto da un saluto del nuovo presidente, Paolo Petroni, che, a nome di tutto il Cda, ha dichiarato l’impegno a lavorare per superare il grave momento di crisi (economica) dell’Istituto e a un suo moderno rilancio, anche collegandolo a altre realtà della capitale. Presenza beneaugurante alla serata quella Rossana Rummo, Direttore generale del Mibac per Biblioteche e archivi.
Il tema centrale de L’abito nuovo è la tragica parabola di un uomo alle prese con l’eredità scomoda della propria moglie, diventata celebre sciantosa e che torna a Napoli creando grandissimo scandalo con le sue esibizioni, tanto che salta il matrimonio della figlia col figlio di un noto professionista. Ma improvvisamente lei muore e arriva sulle spalle del povero marito, un misero scrivano in uno studio d’avvocato «che ha fatto sempre la vita d’uno scarrafone» un’eredità fatta di ville, gioielli, vestiti lussuosi, che questi prima rifiuta come cose vergognose e guadagnate in modi indicibili. L’avvocato cerca di convincerlo, poi quasi lo costringe a accettare tutto e, quando per ricompensa, il suo sottoposto gli offre una preziosa collana per la moglie, questi scandalizzato gli replica come osi proporre alla sua signora un oggetto di tale provenienza. Perché le morali sono sempre doppie e labili, come dimostra anche il giovane che, interessato, torna a farsi vivo per il matrimonio. Il poveretto cercherà di dilapidare tutto e uscirà di senno.
Nel trentennale dalla scomparsa di Eduardo e a ottant’anni dal conferimento del Premio Nobel per la Letteratura a Luigi Pirandello, «ho immaginato – racconta il regista Francesco Saponaro – che si fossero depositati nello studio di Via Bosio i segni di una contaminazione tra le visioni astratte di Pirandello e l’incarnazione eminentemente teatrale di Eduardo. Intorno allo scrittoio dove fu concepita e scritta la commedia restituiamo alcuni passaggi salienti del testo, lavorando per frammenti ed evocazioni. Mi persuade l’idea che nel corso di questi anni siano rimaste nascoste tra i cassetti, tra le pagine dei libri, riposti negli scaffali, le tracce di un incontro fatidico tra due giganti del Novecento, come il crepitio delle anime che restano o le voci che si addensano in quel teatro della vita e dei fantasmi ritrovati nell’interpretazione contemporanea degli attori».
È nata così una serata di vero e intenso teatro, grazie alla regia che ha saputo creare il giusto movimento in quello spazio, con alcune belle invenzioni, e soprattutto grazie a un gruppo di ottimi attori che hanno lavorato praticamente a contatto del pubblico: Tony Laudadio è stato un avvocato sornione e altero mai sopra le righe, anzi con grande naturale verità; Fausto Russo Alessi ha messo tutto se stesso nel dar vita alla disperazione e gli eccessi del povero scrivano stravolto dagli avvenimenti; Francesco Falco era il giovane promesso sposo della figlia, e una compagna della donna morta era un puntuta, interessata, seducente Imma Villa.
Lo spettacolo, applauditissimo, dovrebbe avere un seguito, in altri spazi e tornando anche nello Studio di Pirandello, che oltre a appuntamenti teatrali, ospita convegni, incontri, dibattiti, mostre ed è aperto, per consultazioni, agli studiosi e, per visite, a scuole e turisti.