Nel trentennale delle morte
Eduardo sognatore
Napoli ricorda Eduardo con un incontro sui suoi "sogni" al Suor Orsola Benincasa. Mentre le sue maschere, disegnate dal writer Jorit Agoch, custodiscono il Teatro San Ferdinando
Oggi, 31 ottobre, ricorre il trentesimo anniversario della morte di Eduardo de Filippo. Molte le iniziative dedicate al grande artista, di cui abbiamo dato ampio resoconto su queste pagine (clicca qui per leggere l’articolo). E proprio oggi l’Università Suor Orsola Benincasa dedica al Maestro una fittissima giornata di studi incentrata sul rapporto tra il mondo poetico di Eduardo e alcuni temi storico-antropologici – come il sogno, il colloquio con i fantasmi, il simbolismo del cibo, la famiglia, la comunità, la devozione e la tradizione – che caratterizzano profondamente l’universo partenopeo e più in generale il Mezzogiorno.
L’incontro napoletano costituisce l’evento conclusivo del progetto “I giorni e le notti: l’Arte di Eduardo” a cura di Roberto De Gaetano e Bruno Roberti, che è iniziato nel febbraio scorso al Teatro Auditorium/Cams dell’Università della Calabria ed è proseguito per tutto il 2014 coinvolgendo diversi Atenei e istituzioni culturali.
Chi invece volesse salutare Eduardo nella sua casa può recarsi presso il teatro San Ferdinando, che l’artista comprò dopo la guerra e nel quale ha investito e lavorato e che recentemente, dopo molti anni di chiusura, è diventato proprietà del Comune e seconda sede dello Stabile napoletano. Sulle saracinesche del teatro campeggiano da qualche giorno quattro enormi ritratti di Eduardo, realizzati dal giovane writer Jorit Agoch che ha lavorato con le bombolette spray e si è ispirato ad alcuni dei più famosi personaggi inventati e interpretati da Eduardo, come il Don Gennaro di Napoli Milionaria.
Di mattina presto, prima che il teatro alzi le saracinesche nella piazzetta che porta il nome di Eduardo, pare quasi di sentire la sua voce, Adda passa’ ‘a nuttata.