Lettera da Londra
Effetto John Ford
La Royal Shakespeare Company riscopre il grande drammaturgo post-elisabettiano: metterà in scena "Sacrificio d'amore" una sorta di "Otello" al femminile scritto nel 1633
Sacrificio d’amore (Love’s Sacrifice) è una tragedia della vendetta pressoché dimenticata che John Ford, illustre contemporaneo di William Shakespeare, pubblicò nel 1633. L’opera è una delle poche giunte fino a noi di Ford, insieme alle più celebri Peccato che sia una sgualdrina (‘Tis a pity she’s a whore); Il cuore infranto (The Broken Heart); Maliconia d’amanti (Lover’s Melancholy).
La tragedia dai toni cupi e fatalistici è ambientata nell’allora esotica Italia, a Pavia, rivista nella mente di Ford come luogo oscuro dove imperano morte, tentazione e grande passione; si intrecciano trame funeste per un dramma d’amore dai risvolti violenti e tragici, in cui risuonano echi dell’Otello. Così come il velenoso Iago, la mendace Fiormonda alimenta la propria anima buia della bramosia di vendetta per aver visto rifiutato il proprio amore dal gentiluomo Ferdinando, segretamente innamorato di Bianca, giovane sposa del duca di Pavia. Lentamente e pazientemente, Fiormonda intesserà la sua ingannevole tela che porterà a un inevitabile quanto mai truculento finale.
La trama sembra ricalcare le vere vicende del nobile italiano Carlo Gesualdo, celebre compositore napoletano, la sua eccezionalità nella musica polifonica e nel madrigale è giunta fino a noi, così come la triste fama di assassino per aver ucciso la moglie e l’amante di lei.
Dopo quasi quattrocento anni, Sacrificio d’amore ricalcherà il palcoscenico: la passione di Ferdinando, l’irrequietezza del Duca, la meschinità di Fiormonda riprenderanno vita, non più atone parole sulla carta, ma tangibili e palpabili passioni, le cui voci risuoneranno nella vibrante atmosfera dello Swan; il pubblico parteciperà, sussulterà e si emozionerà, come se l’oblio non ci fosse mai stato. Ecco il finale che John Ford voleva per la propria tragedia.
Sacrificio d’amore è stata scelta tra le sedici opere dimenticate che illustri accademici avevano presentato su richiesta a Gregory Doran (nella foto), direttore artistico della Royal Shakespeare Company (RSC). Le opere dovevano essere, nelle parole del direttore, scoperte genuine e dovevano poter funzionare sul palcoscenico dello Swan; egli voleva un’opera che avesse avuto successo ai botteghini, con personaggi che gli attori avessero voluto recitare e il pubblico vedere. Le altre finaliste sono state Il Cardinale di James Shirley, La contessa insaziabile di John Marston e Ram Alley di Lord Barring, ma Sacrificio d’amore è stata votata dalla compagnia, in perfetto stile X-Factor, per essere «la più straordinaria, la più avvincente».
Doran ha inoltre aggiunto che molte opere si sono perse nello scorrere inarrestabile dei secoli perché non erano abbastanza belle, altre semplicemente perché non sono mai state rappresentate. Sono circa 600 le opere del tempo del grande bardo di Stradford-upon-Avon che sono giunte fino a noi, ma solo una minima parte viene oggi rappresentata. Poco spesso sappiamo della vita del loro autore, ancor meno spesso sappiamo di quando siano state composte o pubblicate, ma la Royal Shakespeare Company, nelle parole del suo direttore, «ha un ruolo importante nel riportare alla luce tali opere, farle conoscere al grande pubblico e agli studiosi».