Un libro sui segreti della Capitale
Viaggio a Roma
Giuliano Capecelatro ha scritto un ritratto di Roma molto particolare: ha cercato nei luoghi della città le memorie dei grandi visitatori, da Stendhal ai Beatles
L’estate fa caldo per passeggiare per Roma, eppure è proprio quando la città è più deserta che acquista maggior fascino e spesso un’aria metafisica. In tal caso può risultare utile il consiglio di Stendhal ai turisti di fermarsi a riposare, tra una camminata e l’altra, al fresco delle belle chiese. E Stendhal, autore di quelle Passeggiate romane che sono un inno d’amore alle bellezze della città, non poteva mancare in un libro che si intitola Passeggiate, ovvero «Passeggiate d’autore» in cui Giuliano Capecelatro segue per vie, piazze, per vicoli e monumenti, «da Caravaggio ai Beatles, 56 personaggi in giro per Roma» (Iacobelli Ed. pp. 250 – 15,00 euro).
La targa che ricorda Stendhal su quello che fu Palazzo Conti, dove dimorò tra il 1834 e il 1936, lo giudica, per quelle sue pagine, «degno del nome di romano». E dalle targhe che ne ricordano il soggiorno o la nascita parte sempre l’autore per raccontarci del rapporto con Roma di un personaggio e introdurci ai luoghi da lui più amati. Per Stendhal si rivà alla notte dell’elezione di Pio VIII, papa Castiglioni,il 31 marzo 1829, quando si recò sotto la pioggia battente al Quirinale (allora palazzo del Papa) per ascoltare l’annuncio «cum magnum gaudio»; poi si cita quel che scrisse visitando San Pietro o il Pantheon e un po’ di vita quotidiana e delitti dell’epoca, di cui è cronista attento, appassionato.
«Qui presso nacque l’ultimo dei tribuni, Cola di Rienzo» è la prima delle targhe a Piazza delle Cinque Scole, da cui Capecelatro inizia il suo tour, che finisce con Cesare Cipolletti, nato all’Isola Tiberina, ingegnere idraulico che, nella seconda metà dell’800 del fiume si occupò a lungo, ipotizzandone anche la navigabilità, dopo aver lavorato per anni ai grandi fiumi in Argentina, perché la visita di Roma all’ombra di questi grandi segue percorsi toponomastici e non cronologici o alfabetici. Tutte le voci sono poi arricchite da alcune schede storico-artistiche di posti e monumenti.
Grazie quindi all’indice dei nomi e dei luoghi, si può cercare quel cui si è interessati, quel che incuriosisce, saltando da una pagina all’altra. E, dopo la Roma tra Via Monterone e Piazza dei Caprettari di Giuseppe Gioacchino Belli, con la sua esemplare vita di romano nella città dei Papi, si può correre a quella di Carlo Emilio Gadda, inevitabilmente attorno a Via Merulana, luogo del brutto pasticciaccio che tenta di risolvere il commissario Ingravallo, con un salto quindi alla Via Frattina di James Joyce preso, più che dai monumenti, dai problemi della sopravvivenza quotidiana. Dopo la Porta Pia di Anna Magnani ecco Via di San Cosimato e dei Pettinari di Alberto Sordi, che ci può rimandare alla Via Baccina di Ettore Petrolini e lo storico Teatro Jovinelli di Piazza Pepe e, magari, con un bel salto, alla Piazza Cavour della celebre prima esibizione all’Adriano dei Beatles nel 1965.
E ancora Claudio Villa fra Trastevere e l’Ardeatina, Via Margutta di Federico Fellini, mentre, andando indietro con la storia, c’è Ciceruacchio con la sua Via Ripetta e persino Mastro Titta (il boia) col suo mantello scarlatto che indossava quando, chiusa la sua bottega di ombrellaio a Vicolo del Campanile, «passava ponte» per un’esecuzione che aveva posti canonici: davanti a castel Sant’Angelo, a Piazza del Popolo, a Campo de’ Fiori o in Via dei Cerchi, al Velabro, dove avrebbe manovrato con la solita perizia la scure o la corda, sino all’ultimo suo impegno prima della pensione, quando nell’agosto 1864 impiccò il brigante Domenico Antonio Demartino.
Insomma, ancora un libro di curiosità romane, ma questa volta sorretto da notazioni letterarie e culturali, da ricordi storici e le figure di personaggi di qualità a farci da guida.