Storie di ordinaria disinformazione
Google e i bocconiani
Alla vigilia della (gusta) nomina di Giorgio Alleva all'Istat, un gruppo di economisti lo ha accusato di avere poche pubblicazioni indicizzate da Google. Solo un errore di statistica?
La commissione affari istituzionali del Senato ha già espresso il suo parere favorevole alla nomina del prof Giorgio Alleva alla presidenza dell’Istat. Domani sarà la volta della commissione della Camera. Si tratta di una nomina di alto profilo e molto ben accolta da quanti, statistici ed economisti, vedono nel loro mestiere un’attività che abbia anche risvolti civili oltre che scientifici. Insomma un servizio alla Repubblica e allo Stato, sia esso rappresentato dall’istituzione universitaria che da altri centri di ricerca e di elaborazione teorica su scenari e previsioni.
Succede però che, proprio in occasione di queste votazioni che rappresentano l’ultimo e definitivo atto alla nomina, un gruppo di celebri economisti bocconiani che fanno riferimento al sito lavoce.info sia siano presi la briga di scrivere una sorta di lettera aperta in cui consideravano inadeguata la nomina di Alleva. Tra i 43 docenti firmatari spiccano i nomi di Tito Boeri, Michele Boldrin, Lucrezia Reichlin e Luigi Zingales. In poche parole, costoro adducono che su Google scholar sono presenti poche pubblicazioni del prof Alleva e che la sua nomina andrebbe a detrimento della reputazione all’estero del nostro paese e favorirebbe la fuga dei cervelli.
Quanta superficialità e supponenza da un ambiente che certamente gode di prestigio ma che deve poter pensare prima di esprimersi in modo così grossolano e sbrigativo! Infatti la lettera aperta dei 43 ha scatenato in tutta Italia la reazione di docenti e intellettuali in favore del Prof Alleva (nella foto). Un vero e proprio boomerang mediatico che ci consola sullo stato di salute di una parte del mondo accademico e ci conferma sull’efficacia dei social network.
Il prof Alleva è ordinario di statistica nell’Università di Roma “la Sapienza” e gli accademici che hanno scritto ben due differenti lettere di sostegno affermano che “possiede competenze e ha maturato esperienze indispensabili per condurre l’Istituto con rigore scientifico, con una visione ampia e con qualità organizzativa”. La stessa cosa l’hanno fatta molti giornalisti tra cui Carlo Clericetti nel suo blog “soldi e potere” de la Repubblica (http://clericetti.blogautore.repubblica.it/?ref=HROBA-1). E, tra gli altri, un economista come Gustavo Piga dal suo blog (http://www.gustavopiga.it/ ). La sensazione finale è che tutti quanti siamo così abituati a nomine fatte secondo criteri discutibili e non trasparenti che ci basta sparare nel mucchio per colpire il bersaglio. Ma questa volta non è così. È curioso infatti che i “critici” non conoscano Giorgio Alleva e che si siano accontentati di google.
Qualcuno infatti ha sollevato il sospetto che ci sia ragionato secondo un sillogismo errato: «Se non è mio amico, non è bravo. Se non è bravo (ne consegue) non deve essere nominato». Ma le cose possono cambiare.