Una rassegna degli appuntamenti estivi
Gli archeo-festival
Siracusa, Taormina, Villa Adriana a Tivoli, Caracalla, l'Arena di Verona, l'Olimpico di Vicenza: la crisi ingessa la produzione culturale, ma le rassegne nei luoghi della storia cercano di sopravvivere
Malgrado la crisi, malgrado i drastici tagli allo spettacolo dal vivo, malgrado il collasso del nostro sistema cultura, l’estate arriva prepotente a esigere che il felice matrimonio tra eventi scenici e patrimonio storico-artistico italiano rinsaldi il suo patto di amore e di reciproco “conforto”. Perché è indubbio – e suona persino scontato – che un teatro antico, un palazzo rinascimentale, un’area archeologica degna di rilevanza non possano che valorizzare una proposta di teatro, danza o musica, così come – viceversa – è altrettanto vero che queste stesse proposte funzionino quasi sempre come nevralgici vettori di turismo culturale. Si tratta in fondo di una strategia semplice, dove il genius loci incontra la poesia della scena e non solo ne ricava linfa vitale che testimonia la contemporaneità dell’antico ma – tanto più – ne dilata le potenzialità espressive confermando che lo spazio del teatro (come insegna Fabrizio Cruciani nelle illuminanti pagine consegnate al volume omonimo) è essenzialmente una dimensione mentale, un luogo/non luogo atto a interrogarci sul senso dello spettacolo nella nostra (ormai barbarica) civiltà e su come questo stesso senso possa continuare a definirsi in termini di educazione, crescita, bellezza. Motivo per cui, augurandomi che queste righe vengano lette soprattutto dai giovani e dai giovanissimi, credo sia importante segnalare alcune operazioni (e alcune opere) che promettono un po’ di queste educazione, crescita, bellezza.
Ad aprire questa breve carrellata non potrebbe che essere la 50° stagione di spettacoli classici organizzata dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico (proprio quest’anno giunto ai cento anni di attività) al Teatro Greco di Siracusa e iniziata il 9 maggio con un bouquet di titoli composto da “Agamennone” (nella foto, regia di Luca De Fusco), “Coefore/Eumenidi” (regia di Daniele Salvo), “Le Vespe” (regia di Mauro Avogadro) e “Verso Argo” (testo di Eva Cantarella e regia di Manuel Giliberti). Numerosi gli attori coinvolti (da Elisabetta Pozzi a Massimo Venturiello, da Francesca Ciochetti a Paola Gassman e Ugo Pagliai); spettacoli programmati a sere alterne fino al 22 giugno e repliche (si inizia alle 19) spesso tutte esaurite. Già a Pasqua fremevano i lavori di allestimento di questo “luogo” silenzioso e sacro, tanto che parte dell’orchestra e della skené era coperta da impalcature e praticabili in legno e alcuni turisti puntigliosi (ero lì in quei giorni) pretendevano di avere indietro i soldi del biglietto di ingresso perché non avevano potuto vedere l’intero teatro nella sua nudità originale. Turisti a dir poco sprovveduti: non avevano capito che quello spazio e quelle impalcature parlano la stessa lingua da millenni. E basti leggere le note introduttive al cartellone 2014: “La riproposizione degli spettacoli della drammaturgia classica, realizzata nel cuore del Mediterraneo e nella culla del pensiero occidentale, costituisce una grande sfida della cultura, impegnata a portare quella gloriosa eredità nel terzo millennio con prospettive sempre nuove: è una eccezionale macchina teatrale, che trasmette coraggioso entusiasmo ed infaticabile impegno in coloro che vi partecipano, con enorme dedizione umana ed organizzativa, suscitando sentimenti emozionanti, attraverso spettacoli dal forte valore simbolico, coinvolgendo gli spettatori nella ricerca di umanità”.
Altrettanto interessante, sebbene più eclettico e trasversale, il cartellone di TaorminaArte (dal 18 giugno al 29 agosto), con eventi di musica, teatro, cinema, letteratura incastonati in quello splendido Teatro Antico, da cui si dominano in uno stesso colpo d’occhio il mare e l’Etna, che Eduardo si auspicava (era il 1984) diventasse “il trono dell’arte”. Un trono a rischio di declassamento viste le difficoltà finanziarie degli ultimi anni ma caparbiamente impegnato, anche quest’anno, ad accontentare pubblici diversi: insieme con i numerosi concerti di musica pop, innegabile rilievo spetta all’opera lirica con gli allestimenti di Cavalleria rusticana in abbinamento con Pagliacci e di Tosca, tutti lavori diretti da Enrico Castiglioni che vedono in scena (nelle prime settimane di agosto) il Coro lirico siciliano istruito da Francesco Costa e l’Orchestra Sinfonica del Festival euro-Mediterraneo diretta da Cem Mansur. Oltre alla pregevole presenza di Lina Sastri e Massimo Ranieri (impegnato il 23 agosto nel suo fortunato Sogno e son desto, collage di parole e canzoni che cuce insieme, tra gli altri, Viviani, Eduardo, Pino Daniele), la proposta teatrale coincide con un corposo – e doveroso – omaggio alla compagnia di Spiro Scimone e Francesco Sframeli (nella foto sopra), che proprio qui venti anni fa debuttarono con Nunzio. Dal 18 luglio al 1° agosto sarà possibile assistere all’intera loro produzione, articolata nelle repliche di – appunto – Nunzio, Bar, La Festa, Il cortile, La busta, Pali e Giù: capolavori indiscussi, rappresentati e apprezzati anche all’estero, che ad ogni ripresa confermano la forza di una scrittura scenica quanto mai moderna, sempre sospesa tra ossessioni quotidiane e scarti surreali.
E sempre il 18 giugno si apre la VI edizione del Festival Internazionale di Villa Adriana (Tivoli), promosso dalla Regione Lazio e prodotto dalla Fondazione Musica per Roma. L’immensa dimora dell’imperatore-filosofo (la più grande villa a noi rimasta dell’antichità romana, estesa più di Pompei e inserita dall’Unesco nell’elenco dei siti archeologici Patrimonio dell’Umanità) si appresta dunque a fare da cornice ad una rassegna quest’anno particolarmente ricca che, sugellata dall’emblematico titolo “Il Mondo in scena a Villa Adriana”, intende offrire al pubblico le novità di teatro, danza e musica più interessanti della scena internazionale. Tutti gli spettacoli, a partire dall’inaugurale Verso Medea di Emma Dante, saranno allestiti all’aperto nell’area delle Grandi Terme, non troppo lontano da quel suggestivo Canopo dove nel 1989 Giorgio Albertazzi debuttò con Memorie di Adriano. Su questo palcoscenico impareggiabile – che per essere raggiunto “costringe” ad una passeggiata tra i ruderi davvero traducibile in termini di esperienza culturale “alta” – si avvicenderanno poi, per il settore teatro, Mimmo Cuticchio e Ambrogio Sparagna, coinvolti insieme in una raffinata tessitura di cunto e musica popolare intitolata I Quattro Canti di Palermo, il griot Gabin Dabirè, Urbano Barberini in coppia con il pianista Danilo Rea. Per quanto riguarda la musica e la danza, tra i tanti titoli in scaletta, cito almeno le prestigiosa presenza del celebre violoncellista Mario Brunello, dell’intramontabile Ute Lemper, di leggende della danza contemporanea quali Carolyn Carlson e la Martha Graham Dance Company (nella foto accanto al titolo). Ma occhio anche all’energia degli australiani Circa, ensemble di teatro-circo (un genere che ha sempre trovato riparo all’interno della vetrina laziale) con all’attivo esibizioni già in ventiquattro Paesi del mondo.
Restando in tema di antichità romane, il 24 giugno si accendono i riflettori anche sulle Terme di Caracalla dove prende il via la nuova Stagione Estiva del Teatro dell’Opera (inaugurata addirittura nel lontano 1937) con un debutto davvero curioso: un originale allestimento della Carmen di Bizet firmata dall’Orchestra di Piazza Vittorio. Ma in scaletta figurano anche La Boheme, Il Barbiere di Siviglia, Il lago dei cigni e un galà di danza con Roberto Bolle. Non meno ricco il programma dell’Arena di Verona: battesimoil 20 giugno con la prima di Un Ballo in maschera e, a seguire, Carmen, Aida, Turandot, fino all’opera in cinque atti Roméo et Juliette di Charles Gounod che chiuderà questa edizione del “Festival del nuovo secolo” il 6 settembre. Quando cioè l’estate ci starà ormai elargendo le sue ultime settimane di caldo e i luoghi antichi citati in questa fin troppo veloce carrellata torneranno a svuotarsi di spettatori. Con un’eccezione, però, assolutamente degna di nota: si apre infatti il 17 settembre (per concludersi il 26 ottobre) il 67°Ciclo di Spettacoli Classici programmato al Teatro Olimpico di Vicenza – gioiello impareggiabile di architettura rinascimentale – e diretto quest’anno da Emma Dante. E anche qui colpisce la levatura internazionale di un cartellone dove tradizione e ricerca si coniugano con raffinata intelligenza (lavori della stessa Dante, della Socìetas Raffaello Sanzio, di Babilonia Teatri, Mimmo Cuticchio, Andrei Konchalovsky) ma colpiscono ancor più il titolo scelto per inanellare le diverse proposte, “Il viaggio al di qua del confine”, e le note con cui la drammaturga e regista siciliana lo commenta: «La suggestione che dà il titolo alla rassegna è nata due anni fa, entrando per le prove tra le prospettive scenografiche dello Scamozzi. Le sette vie della città di Tebe, mai rimosse dal palcoscenico del teatro Olimpico dal 1585, si possono guardare ma non percorrere. Le strutture di legno e stucco, malgrado pericoli d’incendio e bombardamenti bellici, si sono miracolosamente conservate fino ai giorni nostri, dandoci la straordinaria possibilità di continuare a evocare il viaggio nella storia e nella memoria. In quel limite sta il viaggio, in quel confine tra l’aldilà e l’aldiqua, tra ora e fu, si annida l’ipotesi di altri luoghi. Vorrei dare a questa edizione il tema del viaggio al di qua del confine e invogliare gli artisti a stare davanti al regno, avviando la partenza oltre la linea ideale, laddove l’evocazione del viaggio diventa più forte dello spostamento reale da un luogo a un altro».