Alessandro Boschi
Visioni contromano

Animali da cinema

Alice Rohrwacher, Rani Massalha, John Curran, Garet Edwards: tra api, giraffe, cammelli e cani il cinema riscopre il gusto di far recitare gli animali. Che spesso sono meglio degli uomini!

Due cose funzionano in televisione, a prescindere: i bambini e gli animali. Meglio se insieme. Fanno aumentare gli ascolti, perché suscitano tenerezza e simpatia, ti fregano sempre, in poche parole. Lo stesso discorso vale anche per il cinema. Non parliamo naturalmente degli animali dei cartoni animati, ma di quelli veri, o almeno evocati, che in questi giorni riempiono le nostre sale.

GiraffadaAccennando appena alla giraffa di Paolo Sorrentino, esempio di come l’eredità di Federico Fellini si riduca al suo talento visionario e non al suo talento narrativo, arriviamo alle giraffe di Giraffada, il film diretto da Rani Massalha ambientato in uno zoo palestinese e incentrato sulla morte, causa bombardamento, di una giraffa maschio, e sulla conseguente depressione della giraffa femmina. Lasciamo stare la potenza della metafora e l’evidente manicheismo del regista: è un fatto che questo animale all’apparenza così sgraziato, quasi uno scherzo della natura, rappresenta alla perfezione la perfetta scorciatoia emotiva per arrivare al cuore dello spettatore comunicandogli il disagio di una perpetua precarietà. E che dire delle api utilizzate con perizia da Alice Rohrwacher nel suo secondo lungometraggio Le meraviglie appena premiato a Cannes? Quando si posano sul volto, sulle labbra della bellissima bambina protagonista un brivido ci percorre e bene ha fatto la regista a spiegare che si tratta di fuchi, api senza pungiglione, disinnescando timori per la bimba che comunque è straordinaria nella sua predisposizione al dialogo con gli insetti. Certo, poi arriva, fuori tempo massimo, anche un cammello, che però nulla ha a che vedere con quelli di Tracks di John Curran, visto a Venezia e da poco, e non si sa per quanto ancora, in sala. Ispirato a una storia vera racconta del viaggio (2700 km) attraverso il deserto australiano dell’ intrepida Robyn Davidson  in compagnia di quattro cammelli e di un cane (che non guasta mai).

Se però dovessimo indicare il nostro animale preferito la scelta ricadrebbe sul tridimensionale Godzilla, che con la regia di Garet Edwards è tornato ad essere il paladino del pianeta. Poco importano le dimensioni, quello che conta è che lo vorremmo tutti come amico. Magari in una grande cuccia dietro casa. E se diventasse irrequieto quale migliore custode dell’Uomo ragno? Dell’Amazing Spider Man? Godzilla con l’Uomo ragno. Sarebbe la perfetta prosecuzione di quelle straordinarie combinazioni tipo Frankenstein contro l’Uomo lupo.  Ma il film/animale per eccellenza resta secondo noi Il giro del mondo in 80 giorni (1956) del regista Michael Anderson. È lì che venne impiegato il più grande cast di animali. Tanto è vero che vennero utilizzati un centinaio di addestratori per tenere a bada gli 855 animali. Così suddivisi: 3800 pecore, 2488 bufali, 950 asini, 800 cavalli, 512 scimmie, 17 tori,15 elefanti, 6 moffette e 4 struzzi. E sì, tra di loro anche qualche attore.

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