Pier Mario Fasanotti
Consigli per gli acquisti

Il nostro caro Maigret

Continua la pubblicazione dei racconti di Simenon con protagonista il celebre commissario, ma soprattutto l'“atmosphère” che circonda le sue indagini. Raccomandato anche un noir a più mani e, in tempi pasquali, l'approfondimento di Giordano Bruno, in odore di riabilitazione...

L’intreccio – Una trovata molto interessante quella proposta dall’editore Del Vecchio con Verità imperfette (286 pagine, 14, 80 euro). Il sottotitolo incuriosisce e spiega subito, almeno ai lettori più arguti, di che si tratta: “Noir a incastri multipli”. Il nodo centrale è un delitto compiuto in via Merulana: addirittura nello stesso palazzo dove Carlo Emilio Gadda ambientò il suo Pasticciaccio. Ma compaiono anche narrazioni per così dire laterali. Il volume è scritto da vari autori, e si nota dallo stile. La cosa non disturba, anzi. Ecco gli autori: Belucci, Cecchi, De Giovanni, De Pascalis, Mongai, Passaro, Ricciardi, Simi, Verde e Vichi. Quindi un mix di autori già affermati e autori a inizio carriera. Ne risulta un prisma attraverso il quale si possono seguire certe vicende da angolazioni diverse, senza che il plot perda la tensione narrativa.

VeritàS’inizia con un certo Tiziano, impiegato in un call center, che ascolta la voce di una donna che sostiene di ricevere telefonate notturne e nello stesso tempo lo implora, con voce vibrante di paura, di non prendere iniziative magari rintracciando il numero del chiamante. Ma Tiziano, «pollo di batteria» che abita ancora con i genitori, fa di testa sua e viene a sapere che la misteriosa giovane si chiama Maria Letizia. La segue, «lei spandeva inquietudine» pur muovendosi «con delicatezza». S’incontrano, alla fine. Poi la perde di vista. Ed ecco il pezzo di cronaca nera: Una sera la venticinquenne Maria Letizia, tornata a casa dal lavoro, ha trovato la sua coinquilina Chiara impiccata al termosifone del bagno.

Al secondo capitolo c’è uno scarto e ci si imbatte in un’ottima scrittura. Qui, Giacomo, controllore delle Ferrovie ha la moglie ricoverata in un ospedale psichiatrico. Lui la può andare a trovare solo il giovedì, ma lei lo guarda come se fosse un vetro. L’unica domanda che gli pone riguarda lo spettro che Giacomo sostiene di vedere spesso, accanto. L’uomo, senza alcun amico, comprende che il cupio dissolvi della moglie si è trasferito nella sua mente. Vuole “svanire”, senza lasciare alcuna traccia. E una sera nebbiosa, sul Lungotevere….

 

maigretLa trappola – Tornano, ma purtroppo ancora per poco tempo, i racconti di Georges Simenon con Maigret come protagonista. È appena uscita da Adelphi la raccolta (cinque storie) intitolata Minacce di morte (166 pagine, 10 euro). Il titolo è quello dell’ultimo racconto, esempio notevole di come la cosiddetta atmosphère sia tutto sommato il vero protagonista della prolifica produzione simenoniana. Maigret obbedisce di malavoglia al direttore della Polizia, che lo manda in una trasandata villa di campagna, a indagare e a rassicurare Émile Grosbois che insiste, mostrando pure una lettera anonima, d’essere sotto tiro di un misterioso killer. Il delitto dovrebbe avvenire, come annunciato, alle 18 della domenica successiva. In quella casa c’è anche il fratello gemello di Émile, la sorella e due nipoti, tra cui la seducente Éliane che indossa abiti striminziti (e sotto è visibilmente nuda), che nuota nella Senna e prende il sole sul prato. Maigret, pur turbato dalle forme morbide della ragazza, si annoia da morire in quell’atmosfera apprensiva e oppressiva. È nella gabbia di una famiglia avarissima e ricca, dove si mangia poco e nemmeno bene, dove ogni movimento è dettato da una meschina parsimonia. Per volontà del minacciato, il commissario acconsente di radunare tutti in terrazza fino allo scoccare delle fatidiche 18, così può sorvegliarli meglio, nutrendo il dubbio che l’autore della minaccia sia all’interno della villa e non all’esterno, poco lontano dai binari dove passa un treno. Monsieur Grosbois effettivamente si accascia, d’improvviso. Uno della cerchia familiare s’era allontanato poco prima, spinto da un vizio devastante…

 

Giordano BrunoIl rogo – Agganciamoci stavolta a un’importante notizia di cronaca riportata in queste ultime ore dai giornali. Papa Francesco ha ricevuto Frei Betto, domenicano brasiliano e grande studioso (autore tra l’altro di Quell’uomo chiamato Gesù). Ebbene, Betto ha chiesto al pontefice di riabilitare la figura di Giordano Bruno (nato a Nola nel 1545), messo al rogo dall’Inquisizione nel 1600 a Roma, per eresia. Il Papa ha promesso di “pregare”, quindi non ha chiuso la porta all’ipotesi di una radicale (o parziale) revisione della posizione vaticana. Il pensiero dell’eretico campano, inquadrabile nel cosiddetto naturalismo rinascimentale, fondeva le più diverse tradizioni filosofiche – materialismo antico, averroismo, copernicanesimo, scotismo, neoplatonismo, eccetera – senza trascurare le influenze della kabballah ebraica. La sua concezione religiosa tuttavia ruotava intorno a un’unica idea: l’infinito, inteso come Universo infinito, creato da un Dio infinito, fatto d’infiniti mondi, da amare infinitamente. Per chi volesse accostarsi al pensiero di Giordano (il cui nome vero era Filippo Bruno), consigliamo, tra le tante opere, le seguenti: Giordano Bruno – La divina eresia di Emiliano Ventura (Bardi); due libri di Michele Ciliberto: Giordano Bruno – Il teatro della vita (Mondadori); Eugen Drewermann, Giordano Bruno – Il filosofo che morì per la libertà dello spirito (Rizzoli).

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