Luca Mazzone
Tra produzione e politica

Il Sud in scena

Nella vicenda della Nave Argo, storica realtà teatrale alternativa di Caltagirone, in Sicilia, la metafora delle difficoltà e dei disagi di chi fa cultura nel Mezzogiorno

Il rapporto tra Teatro e Città è uno degli aspetti più affascinanti e controversi dell’attività culturale di un Teatro rispetto al proprio territorio. Si creano legami profondi tra il luogo, le iniziative e il pubblico, tra funzione e fruizione. Non parliamo dei “teatri della città”, che dovrebbero assolvere un compito di raccordo tra le esigenze dei pubblici e quelle degli artisti, ma che spesso sono soltanto manifestazione del potere politico. Parliamo invece del coraggio di operatori teatrali, spesso anche creatori – a sfatare l’allergia per gli artisti-organizzatori (nella tanto amata Francia è cosa diffusa oltreché apprezzata) – che per sussidiarietà svolgono un compito molto importante.

Un esempio interessante è quello di Nave Argo, associazione che nasce a Caltagirone nel 1992 «dal desiderio di un gruppo di amici, – come ci racconta Fabio Navarra cofondatore con Nicolaeugenia Prezzavento – con formazione e interessi diversi, di condividere con i nostri concittadini quello che più ci interessava e ci piaceva in fatto di teatro, musica e cultura: per superare la “cultura del lamento” tipica delle città di provincia in cui poco succede e poco si fa». Dunque obiettivi che mettono al centro la comunità della cittadina della provincia di Catania, dove si avverte la mancanza di una progettualità culturale diffusa. E il tema della città, infatti, ricorre nell’iniziativa che ha aperto le danze del loro progetto: Teatri in Città, un festival attraverso cui, ci spiega Fabio Navarra, hanno cercato di costruire un rapporto diverso con i luoghi della città che nei giorni della manifestazione ospitavano gli spettacoli proposti. «Un rapporto diverso anche con la Comunità che per la prima volta aveva l’opportunità di partecipare in maniera nuova e coinvolgente a spettacoli di grande qualità». Un festival che, sin dalla sua prima edizione, ha aperto una finestra sulla scena contemporanea italiana: sono passate tutte, o quasi, le compagnie italiane del settore cosiddetto di  “ricerca e innovazione”, teatro ragazzi, teatro di figura.

Nave Argo logoUn lavoro, quello di Nave Argo, che ha privilegiato un rapporto di grande curiosità e interesse verso la comunità nella quale agisce. Tale rapporto, ci spiega Navarra, è divenuto più radicato e forte quando nel 1995 hanno preso in gestione una sala teatrale (privata) di circa 100 posti nel centro storico di Caltagirone. Uno spazio che ha dato alla compagnia una certa autonomia nella programmazione delle attività, dai laboratori, ai corsi, agli spettacoli, alle rassegne di teatro contemporaneo e per l’infanzia. In dieci anni, nonostante i limiti della struttura, Nave Argo ha creato un progetto con la città che già riconosceva quel luogo. Dunque Fabio e Nicolaeugenia hanno giocato, e giocano tutt’oggi, nonostante le difficoltà e la mancanza di uno spazio, un ruolo importantissimo per la loro comunità: un compito istituzionale di accrescimento culturale di una cittadina che, seppur periferica rispetto alle metropoli siciliane, può vantare un’interessante realtà di creazione e programmazione teatrale.

Parallelamente a Caltagirone, l’amministrazione comunale ha costruito una “Casa del Teatro”, qualcuno di voi ovviamente penserà che Nave Argo avrà potuto consigliare per il meglio il proprio Comune affinché non si realizzasse la solita cattedrale nel deserto; Ma così non è stato, e questa Casa del Teatro, ci racconta Fabio Navarra, è stata costruita senza alcun criterio di funzionalità, che soltanto gente di teatro avrebbe potuto garantire. Come mai la città di Caltagirone non abbia pensato a Nave Argo quando ha costruito la casa del Teatro? Probabilmente perché il coinvolgimento degli operatori culturali e teatrali che agiscono su e per il territorio è un’eresia che la politica non può commettere. Ma quello che hanno vissuto e che vive Nave Argo è quello che vive la maggior parte di operatori culturali e teatrali privati a vocazione pubblica del Sud: scollamento profondo tra territorio, socialità e politica. Eppure, forse, il destino di Fabio e Nicolaeugenia è segnato nel nome che hanno voluto dare alla loro compagnia, Nave Argo: navigare profeticamente nei mari tempestosi della Sicilia…

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