La crisi di gioverno
Politica in piazza
Ormai è così: la politica ha lasciato il passo all'urlo, alla tifoseria. Chiunque abbia tentato di opporsi con le idee alla dittatura del marketing ha fallito. Per questo Renzi usa certi strumenti...
Mi fa piacere leggere l’articolo apparso proprio qui su Succedeoggi e firmato da Chiara Tozzi. Naturalmente non mi fa affatto piacere nel merito in quanto conferma la mia triste analisi della società italiana attuale, e in particolare di quella politica. Mi fa piacere dicevo, anche se Chiara Tozzi sembra in qualche modo stupirsi della cosa, mentre, come vado ripetendo fino alla nausea, è da tempo che le cose hanno preso questa china, e gli ultimi avvenimenti non sono altro che le conseguenze di una situazione generale. C’è infatti una cosa che mi stupisce del suo stupore: perché sorprendersi delle reazioni contraddittorie della platea? Tutto oramai segue l’umore della piazza, e l’umore della piazza è notoriamente variabile. Così come è variabile il consenso: «E Roma diventerà più bella e più superba che pria… Bravo!… Grazie!».
I protagonisti e gli stessi avvenimenti succedutisi, altro non sono che gli effetti di tale situazione. Stupirsi di questo, francamente, dimostra solo una completa sottovalutazione della potenza dei mezzi di comunicazione. Naturalmente dico questo con il dovuto rispetto per la persona. Anzi con un senso di fraternità di «sentire» usando solo accorgimenti dialettici per la mia tesi: in altre parole non parlo direttamente a Chiara Tozzi, ma colgo solo l’occasione per parlare in generale a tutti noi, me compreso.
Il fatto è che oramai la piazza è solo mediatica. Forse non ci piace, ma oramai è così. Non è un destino che debba durare per sempre, ma per ora è un fatto incontrovertibile, o per lo meno, diventerà controvertibile solo allorché tutte le differenti forze in campo potranno disporre degli stessi fuochi di sbarramento mediatici come succede (più o meno ) nelle altre democrazie occidentali. Fino ad allora, la dittatura degli schermi sarà oramai inevitabile e soprattutto inscalfibile.
Intendiamoci bene, non è solo la dittatura di una parte, è che lo strapotere nell’uso dei media di una parte politica, rende inevitabile agli altri “Competitori” di scendere sullo stesso piano. Infatti tutti coloro che hanno tentato di opporcisi, sono andati a finire contro un muro. Prodi; Veltroni; Bersani, ma anche Fini, Casini, Monti, Letta… È un poco come il popolo manzoniano in cui un singolo per poter guardare meglio si alza in punta di piedi, costringendo però così tutti gli altri a fare altrettanto. Non è un destino, e non è scritto da nessuna parte che debba essere per sempre – e infatti non è così nelle altre democrazie europee “confinanti” dove il dibattito , proprio per questo motivo, non è monopolizzato solo dall’aspetto demagogico – ma per ora qui da noi è così, ed è per questo che tutto – come già vado dicendo da tempo – si trasforma in uno scontro tra tifoserie: Ora è così: Forza Italia!