Luca Fortis
Omaggio al tifo giallorosso

Il Museo Totti

Alla Factory Pelanda sta per arrivare una mostra sulla storia della Roma. Cimeli, omaggi ai campioni ma anche installazioni allestite per l'occasione. Fra calcio e arte

Mentre cammino in un antico vicolo romano, da cui sono passato migliaia di volte nella mia vita, penso al mio rapporto con la città eterna, una relazione strana, che passa dall’amore viscerale, alla voglia di scappare lontanissimo per poi ritornare. Entro in un antico portone di un palazzo nobiliare per fare un intervista a Nicolas Ballario che ha organizzato per Artemisia la prima mostra ufficiale della Roma calcio che si terrà dal 18 febbraio fino al 2o luglio alla Factory Pelanda all’ex mattatoio. Non sono mai stato un tifoso, ma come tutti i romani ho sempre percepito quanto il tifo sia penetrato nella cultura popolare della città.

L’arte che incontra il calcio, come è nata l’idea?

Non parlerei di idea ma di un concetto. Quando ho pensato di fare questa mostra l’aspirazione era quella di lasciare il segno, di dire qualcosa di nuovo, o almeno dirlo in modo nuovo. Abbiamo superato un tabù, siamo riusciti a far dialogare lo sport con il mondo dell’arte. 

Molte squadre hanno musei sportivi, la Roma ancora non lo ha.

L’idea è nata anche per questo, con la differenza che gli altri sono semplici musei sportivi, mentre la nostra mostra è un dialogo tra il mondo dell’arte e la Roma calcio sul rapporto estremamente profondo esistente fra  moltissimi romani e la squadra giallo rossa. Questo vero e proprio amore ha creato un patrimonio calcistico unico, a mio avviso, il più importante in Italia: ecco perché la mostra si chiama “Roma ti amo”.

Come raccontate questo amore?

Roma è una delle città più belle del mondo e ha una delle squadre più belle del mondo. La mostra racconta questa storia d’amore tra il popolo e la squadra. I cimeli sportivi dialogheranno con l’arte. Cesare Inzerillo ha preparato delle istallazioni meravigliose e ogni oggetto legato alla Roma messo in mostra avrà la stessa dignità delle opere d’arte. L’installazione è stata curata da Peter Botazzi, il miglior architetto che c’è in Italia in questo settore. Abbiamo fatto dialogare tutte queste professionalità insieme e tutti hanno capito che era un’occasione rara. All’inizio avevo paura che ci fosse un certa refrattarietà da parte del mondo dell’arte a parlare di calcio, ma per fortuna non è stato così.

Quali oggetti verranno esposti?

Saranno esposti testimonianze che vanno da prima della fondazione della Roma Calcio, fino ad oggi, siamo arrivati a oltre cinquecento pezzi. Si potranno vedere una varietà sorprendente di cimeli, dagli abbonamenti, agli scarpini, ai palloni, fino ai labari delle società. Inoltre ci sono spazi dedicati a ogni singolo personaggio importante della squadra. Vi sono poi, molti oggetti inediti che non posso svelare, ma che sorprenderanno i visitatori.

Come raccontate il rapporto con i tifosi?

I tifosi sono impazziti da subito per l’idea della mostra e hanno messo a disposizione un’enorme quantità di oggetti. Pasolini era solito dire che il calcio era l’ultima grande manifestazione sacra e aveva ragione.

Quali istallazioni vi saranno?

Per esempio un gigantesco calcio balilla fatto da Cesare Inzerillo in cui il visitatore passa in mezzo come se fosse una palla, i pupazzi sono alti due metri. Una squadra rappresenta la rosa storica della  “Hall of fame” romanista: Tancredi , Falcao, Pruzzo, Di Bartolomei … L’altra la squadra attuale con Totti, De Rossi, De Santis e tutti gli altri. Siamo poi andati a fare un tour allo stadio e nei luoghi cari alla squadra chiedendo ai tifosi di dire  “Roma ti amo” e  abbiamo montato i cento migliori video in un istallazione su una parete. Ve ne sono molte altre, ma saranno una sorpresa.

Un diplomatico italiano, con una moglie appartenente alla nobiltà persiana, mi raccontò che dopo aver portato per tre giorni Soraya, al tempo sposata con lo Shah, Mohammad Reza Pahlavi, per i musei di tutta Roma, senza riuscire a trovare un luogo che catturasse davvero l’attenzione di sua maestà, andando a mangiare al golf dell’Acqua Santa, rimase imbottigliato nel traffico. Scusandosi con Soraya le disse che l’inconveniente era dovuto all’imminente derby Roma-Lazio. Gli occhi della principessa si illuminarono e disse: ecco una cosa che voglio davvero vedere, il derby! Al diplomatico non rimase che chiamare in fretta il ministero degli Esteri e chiedere due biglietti per la principessa imperiale d’Iran. Sono storie come queste che racconterete?

Esattamente, la mostra racconta come i tifosi della Roma calcio vengano da tutti gli strati sociali, da tutte le fedi religiose e politiche. Il calcio unisce dalla moglie dello Shah di Persia, al manager, fino allo spazzino. Ci sono romanisti cattolici, atei, ebrei e musulmani, gente di destra come di sinistra.

Il calcio come la religione può a volte degenerare, avete affrontato anche questo tema?

Abbiamo delegato il racconto al Corriere dello Sport, ci sarà una gigantesca galleria con tutte le prime pagine del giornale che raccontano tutti i fatti, belli e dolorosi.

La Roma è stata raccontata molte volte anche nella letteratura e nel cinema.

Certamente, c’era talmente tanto materiale che abbiamo fatto un “Blob” gigantesco fatto su modello di Ghezzi che durerà due ore con tutto, film, partite, tv… Non vi è un ordine cronologico, uno può vederne cinque minuti o tutte le due ore. Sarà un viaggio onirico,  vi sarà un prato con dei materassi e dei cuscini e la gente potrà sdraiarsi sull’erba e guardare il cielo dove ci sarà uno schermo che proietterà il video.

Ha scoperto persone interessanti nel mondo del calcio?

Ho trovato un ambiente culturale molto stimolante, sono persone con cui è bello parlare, dal curatore storico, ai dirigenti, ai calciatori. La squadra è coinvolta in prima persona, perché sono i protagonisti della campagna della mostra, i calciatori offrono la palla ai passanti invitandoli a venire a vedere la mostra con loro. A partire da Totti sono tutti molto simpatici, ognuno con le sue sfaccettature umane fantastiche, alcuni ti mettono perfino soggezione, altri ti fanno ridere da morire.

Roma è una città che ha avuto cambiamenti enormi, un tempo era molto popolare, basti pensare a Trastevere o Campo dei Fiori, oggi il turismo, l’economia e l’immigrazione ci consegnano una città profondamente mutata.  Figure tipiche romane come Sora Lella sono state sostituite da turisti, da egiziani o cinesi che parlano in romanaccio o magari da manager rampanti. E’ cambiato il rapporto con il calcio negli ultimi cinquantanni?

Il sentimento secondo me è lo stesso, oggi però ci sono più mezzi per seguirlo grazie alla tecnologia, prima c’era forse una sacralità maggiore. Oggi segui tutto 24 ore su 24 ore.

La mostra sarà aperta anche la sera?

Sì, fino alle 22 e ci saranno ristoranti, bar, proiezioni delle partite. Sarà una mostra da vivere.

Qual è l’incontro umano più emozionante che ha avuto organizzando Roma ti amo?

Sicuramente quello con Marisa di Bartolomei moglie del calciatore Agostino di Bartolomei. Una donna magnifica, con gusti artistici non scontati.

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