Nicola Fano
I nostri auguri ai lettori

La sfida del 2014

Quello che si chiude è stato un anno terribile fatto di crisi vera e rivoluzioni illusorie. Noi di Succedeoggi l'abbiamo attraversato grazie all'intelligenza e la libertà di cento collaboratori e decine e decine di migliaia di lettori!

Se ne va un brutto anno: per molte, troppe persone la crisi economica ha smesso di essere un assillo da telegiornale per trasformarsi in una realtà terribile. Fatta di incertezze, di paure, di vergogne, di impossibilità di progettare il futuro. Se ne va un anno brutto nel quale molte, troppe persone si sono illuse che bastasse urlare, minacciare, inveire per cambiare un modo di fare – quello di noi italiani – radicato da almeno quattro secoli e cementato, infine, sulle sue peggiori abitudini da circa trent’anni. Siamo furbi, profittatori, egoisti da sempre; in questo volgere di anni abbiamo aggiunto il cattivo gusto e la mancanza di pudore: pensavamo che bastasse gridare stupidaggini al vento per cambiare, ma non è stato così. I “movimenti” consumano come tutti gli altri solo insulti e eterne promesse, mentre le occupazioni producono solo nuove caste e nuovi privilegi. La classe dirigente di questo nostro povero Paese è oggi – in ogni settore, dalla politica alla cultura, dell’imprenditoria all’amministrazione – la peggiore di molti decenni a questa parte: se molti ritengono che il futuro sarà peggiore del passato è solo per questa ragione. Non basta un vaffanculo a invertire la tendenza: bisognerebbe rimboccarsi le maniche e costruire. Anzi, ricostruire.

auguri succedeoggi FB 2013È proprio questo il problema: ri-costruire. L’Italia che uscì a pezzi dal fascismo aveva almeno maturato la persuasione di dover rifare se stessa dalle radici. Tabula rasa per ripartire. E questo aiutò la possibilità di ricominciare tutti insieme, includendo tutte le idee, tutti i sogni, tutte le ideologie. Certo, anche tutte le furbizie e le scorciatoie. Ora non più: ora non tutti sono convinti che l’Italia sia da ricostruire. Diciamo così: un terzo vorrebbe fare, un terzo vorrebbe distruggere e un terzo vorrebbe stare alla finestra aspettando di vedere con chi conviene scendere a patti. Non c’è alcuna unità possibile: in trent’anni, Bossi e Berlusconi hanno calpestato ogni possibile simbologia unitaria, ogni strumento culturale atto a darci sostanza univoca. Le ragioni le sappiamo: convenienza politica; utilità d’impresa; piccolo cabotaggio quotidiano, riscatto dell’ignoranza. Chi lo ha fatto per evitare la galera fino all’ultimo, chi per garantirsi una badante a spese dello stato fino all’ultimo. Tant’è. Ormai siamo da ricostruire benché non tutti ne siano convinti. Molti non hanno più nemmeno gli strumenti critici e intellettivi per capire che cosa è successo…

Per questo è nato Succedeoggi: per cercare di unire e di capire tutti insieme. Destra e sinistra non ci sono più, almeno per come le hanno conosciute chi oggi ha più di cinquant’anni; ma esiste una nuova discriminante. Ed è quella che separa chi sente il peso della responsabilità nei confronti degli altri e chi si occupa solo di sé e dei propri interessi. Noi di Succedeoggi abbiamo avuto una sola “ideologia”: la responsabilità nei confronti di chi ci legge, di chi ci ha letto, di chi ci potrebbe leggere e di chi ci leggerà. Responsabilità e ricostruzione: le nostre due parole chiave. Abbiamo chiamato a raccolta un gruppo di amici che via via sono diventati sempre più numerosi: abbiamo incontrato nuovi compagni di viaggio, nuovi sostenitori, ma sempre abbiamo condiviso quelle due parole chiave. Salvo che senza libertà non ci sono responsabilità né ricostruzione, sicché la libertà è stata il grimaldello che abbiamo usato per entrare nella realtà. Chi scrive per Succedeoggi – è bene che i lettori lo sappiano – lo fa gratis. Non possiamo garantire altro compenso che non sia la libertà totale di espressione. Perché è da lì che bisogna ripartire: libertà e senso critico.

Sono passati nove mesi da quando Succedeoggi è nato: era il primo aprile dell’anno che sta per finire. Da allora, abbiamo avuto quasi centocinquantamila pagine lette; ottantamila visite, cinquantamila lettori singoli. Se siano numeri piccoli o grandi lo deciderete voi. Ma sono numeri veri; sono quelli, almeno, che Google Analytics recitava il 31 dicembre 2013 alle ore 16. Queste cinquantamila persone diverse che abbiamo raggiunto ci hanno letto senza spendere un solo euro: e questo per noi è un vanto ulteriore. Nella scorsa estate, con la complicità di Andrea Carraro e degli amici della Galleria Porta Latina di Roma, abbiamo dato vita al nostro secondo sogno: la pubblicazione di una serie di racconti inediti illustrati ad hoc da pittori; un’iniziativa che ancora non è finita. Un mese fa, infine, abbiamo dato vita al terzo altro piccolo sogno, cominciando a pubblicare i nostri e-book grazie alla fantasia di Sandra Petrignani, Silvio Perrella, Andrea Porcheddu e Sandro Veronesi: altri ne seguiranno, prestissimo.  Non abbiamo potentati che ci difendano, né finanziatori occulti che ci vogliano in vita per lobbismo. Il prodotto che avete sotto gli occhi è il frutto dell’intelligenza, della fantasia e della dedizione di un centinaio di collaboratori che ci hanno scelto come veicolo delle loro idee. Voglio ringraziarli tutti: i lettori e i collaboratori. Anche se un grazie in più lo devo a Gloria Piccioni, insieme alla quale tutto questo è cominciato e va avanti giorno dopo giorno.

Ecco, questo è stato il nostro 2013. Il nostro faticosissimo 2013 che speriamo ci conduca – tutti insieme – a un ancor più fruttuoso 2014. Se vorrete seguirci, sarete il nostro fiore all’occhiello. Se vorrete aiutarci, non avete che da cliccare qui in fondo il bottone delle donazioni. In cambio avrete idee, libertà, responsabilità e spirito di ricostruzione. Buon 2014 a tutti!

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