"La tela" pubblicato da Keller
Storia di tre verità
Tre storie specchiate tra Gerusalemme, Zurigo e New York, tre personaggi e tre modi di conoscerli. A seconda del punto di vista. Ecco il romanzo puzzle del tedesco Benjamin Stein
Finire un libro e non saper dire se è piaciuto o meno. Ma non è nemmeno vera questa affermazione. Forse è il caso di non esprimere un bello o un brutto. Il libro (La tela, 432 pagine, 17 €, di Benjamin Stein, edizioni Keller) è sicuramente più complesso. Tutto giocato sul vero o falso, su cosa appare e cosa non è, una perdita d’identità per acquisirne altre o un semplice furto d’identità? È tutta una bugia o è la caducità dei ricordi? I luoghi dove si svolge la storia sono reali o lo diventano solo in ragione della presenza dei personaggi? E, domanda della vita, «Quale valore ha la verità che uccide rispetto alla verità che lascia vivere?». Non vi dirò quale personaggio se la pone.
Insomma non c’è una verità sola, non c’è una verità e basta, ci sono tante verità per ognuno che affronta un determinato tema e lo vediamo tutti i giorni nella vita reale. Giocato tutto sull’interpretazione di ciò che si legge e di come si legge. Si inizia dalla copertina. Per il lettore distratto prendere il mano il libro vuol dire esprimere subito il dubbio che abbiano stampato male la copertina ma a ben vedere il tutto è voluto. È come uno specchio, da una parte parla Amnon Zichroni e la sua vita che si snoda da Gerusalemme a Zurigo a New York con la sua presunta capacità di “vedere” i ricordi degli altri, dall’altra c’è Jan Wechsler, giornalista, editore, scrittore ma forse no. Una vita alla riscoperta della sua religione tra Berlino, Monaco e non solo. Tra i due si intromette Minsky, musicista, liutaio per passione, scampato alla Shoah ma anche no.Eppure il gioco delle diverse interpretazioni, versioni, non è nuovo, Benjamin Stein, riesce a coinvolgere il lettore nella trama, nelle trame e lascia libero il lettore di trovare una fine, una interpretazione alle sue storie. È un ripasso, minimo, di cultura ebraica e di riscoperta di libri “antichi” e di storia anche recente.
Lo potrete leggere iniziando indifferentemente da Zichroni a o da Wechsler o alternare i capitoli. Personalmente ho iniziato da Zichroni e non mi pento della scelta. Le due parti sono composte dallo stesso numero di pagine e capitoli. Insomma: Benjamin Stein ha messo su un libro sicuramente interessante, intrigante, ben scritto, e va dato merito ad Elisa Leonzio della traduzione, e alla casa editrice Keller di aver pubblicato un libro senza errori di stampa.