Nello Mascia
Falli da dietro

Il derby del silenzio

A Milano senza cori e senza striscioni sembra quasi che il calcio non ci sia più. Eppure era il debutto per due: il nuovo presidente Thohir e la nuova “presidenta“ Barbara

L’ombrello del Pibe ha offeso il ministro Saccomanni. Diego sarà pure i indifendibile. Ma Saccomanni dovrebbe per decenza tacere. Le mille gioie che Diego ci ha regalato giustificano finanche l’indulgenza. Sentimento impossibile nei confronti di questo ipocrita signore e l’arrogante combriccola ministeriale di suoi amici che quotidianamente perpetratano irridenti il gesto dell’ombrello virtuale ai danni degli italiani tutti. Fra Diego e Saccomanni c’è una bella differenza. Che differenza c’è fra il gol di Palacio con fuorigioco di Nagamoto e il gol di Callejon con fuorigioco di Albiol? Oggetto di discussione per esegeti del regolamento, messi d’accordo dal motto boskoviano: «Gol è quando arbitro fischia».

inter milanA San Siro il derby dei livornesi è tecnicamente fra i più mediocri della storia. Stelle cadenti in campo con un triste ex Kaka e uno Zanetti al quale qualcuno dovrebbe consigliare di lasciar perdere. In curva la Digos ci mette del suo per moltiplicare la mestizia. Divieto ai milanisti di esporre le coreografie. Coreografie cui rinunciano per solidarietà anche gli interisti. Una festa negata. È  anche questo un modo per ammazzare quel che resta di sano nel calcio. Più intrigante lo spettacolo esibito in tribuna vip. Tutti a chiedersi dove mai sia finito il figlio di Galliani, fino a ieri fedelissimo trota al fianco di papà. Al suo posto un misterioso signore con sfavillante borsalino rosso, col compito di tenere a distanza di sicurezza Fester da Barbara Patonza. Più in là Valentino Rossi. Ancora più in là la Canalis. Avrà fatto carte false per strappare quel posto privilegiato lì, e far zompettare le sue meravigliose cose proprio dinanzi al sempre più annoiato Thohir. I decaduti sono ormai a cinque punti dai titoli di coda. E non basterà un Honda in arrivo a evitare la deriva.

In testa vincono tutte tranne il Napoli, bloccato nel silenzio irreale dello stadio di Cagliari. Sarà il Natale a farmi più buono, ma personalmente in quella gara ci ho trovato molte cose positive. Benitez lavora e il lavoro in corso si vede. Dall’Arsenal sono evidenti i miglioramenti. È una squadra che somiglia sempre di più a quelle di Sacchi, cui l’oste spagnolo palesemente si ispira. Maggiore compattezza in fase di non possesso. Improvvise sventagliate a lanciare il contropiede. Due tre tocchi, e sei sotto porta. Ci sarà da migliorare ancora. Dati da non trascurare: Benitez ha tre punti in più dello scorso anno e gioca senza Hamsik e Zuniga, con un modulo completamente nuovo e qualche scamorza fra i piedi. Sopra di lui c’è la migliore Juve di sempre e una Roma che viaggia con punteggi stratosferici.

Vincono tutte. Quattro gol a testa fra prima e seconda. Passi per gli ergastolani. Da sempre l’Atalanta fa il suo dovere consegnando ad Agnelli i sei punti. Tre all’andata e tre al ritorno. Ricordando una vecchia canzone di Nicola Arigliano. Consegnerà a gennaio anche il talento Buonaventura. Poi, vincono i magnifici Sangue-oro di Garcia, che schiera tre attaccanti più Totti. È il calcio moderno, bellezza! Una gioia per gli occhi. Anche Gervinho è costretto a segnare. Ora si scalpita in attesa dello scontro diretto di inizio anno, che chiarirà molte cose. E vince la Fiorentina bella in una gara scorbutica contro un indomito Sassuolo. Vince la Fiorentina e mette in vetrina il capocannoniere Pepito. La lotta per la Champions è apertissima.

Avvincentissimo il campionato delle outsiders dove ci sono molte pietre preziose che brillano. Innanzi tutto il Toro del maestro Ventura, tecnico sottovalutato ma di grande spessore, anche umano, per l’eterno sorriso e la parola sempre pronta a sdrammatizzare. Il duo Cerci-Immobile si propone autorevolmente in azzurro. Cerci è un genio del calcio. Ne ho visti pochissimi irridere le marcature come lui. Ciro Immobile, scuola Zeman, ha il gol nel sangue. Faranno sfracelli. Il Verona annienta i biancocelesti di Lotito-el drito. Pare ritorni Reja al quale i napoletani devono imperitura riconoscenza. Sta stretto a Donadoni il pari contro i ringalluzziti doriani. Ma il tecnico pare più preoccupato dalle voci che danno per certo il ritorno di Cassano a Genova. In coda vince il solo Bologna, che forse rimanderà la festa per l’esordio di Roby Baggio. Alessandro Birindelli è l’allenatore dei ragazzini dodicenni del Pisa. Il suo obiettivo è quello di insegnare ai ragazzi i valori dello sport e del rispetto reciproco. Sabato scorso è successo quello che non avrebbe mai voluto vedere. I genitori dei suoi ragazzi hanno litigato sugli spalti. Lui è intervenuto e ha ritirato la squadra. Applausi e lodi.

Poi la doccia fredda. La giustizia sportiva ha inflitto la partita persa e un punto di penalizzazione ai piccoli nerazzurri più una multa simbolica alla società per le “intemperanze dei propri tifosi”.

Il calcio ha perso un’altra occasione.

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