Furio Terra Abrami
Tempo di bilanci politici

Cari liberisti, addio!

La caduta di Berlusconi, che ormai dà sfogo al suo populismo, mette in risalto l'equivoco nel quale è caduta la destra italiana. Che ha scambiato il proprio personale vantaggio con il liberismo

Completo, totale, e disastroso fallimento del liberalismo italiano. Questo e non altro è ciò a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni. Quello che non hanno capito i vari Ostellino, Panebianco (nella foto), e Galli Della Loggia, dall’alto delle loro sicumere professorali – e che peraltro era invece sotto gli occhi di tutti (ed è proprio il caso di dirlo…) – era questo scellerato affidarsi pragmatico all’uomo forte, all’uomo della provvidenza. Accecati (e arretrati) dal loro vetero anti-comunismo, formatisi nelle temperie oramai stantìe degli anni ’70, non hanno neppure loro saputo cogliere il carattere veramente anti-liberale di colui che agiva solo per i propri interessi personali, condannando così l’intero paese a una stagnazione che nei fatti, oggi significa regressione e disastro. Dando così un colorito particolarmente drammatico per l’Italia a una crisi già gravissima sul piano internazionale.

Peggio mi sento se prendo in considerazione i protagonisti politici della cosa: coloro che avrebbero dovuto nei fatti costituire un vero argine di salvezza e tenere bene alta la bandiera del liberalismo di cui tanto, tutti (ma proprio tutti – e spesso a sproposito), si sono riempiti la bocca in questi anni, senza averne probabilmente averne mai letto nemmeno un rigo: ma c’è forse da dubitare su che cosa avrebbero pensato nell’occasione, non dico Tocqueville, ma tutti i vari Rossi, Malagodi, Popper, Einaudi e Croce? È mai stata la demagogia – e la più spinta e sfrenata in questo caso – la loro stella polare?

Sconcertante che uomini come Monti, Pannella, (per non parlare della classe imprenditoriale, come al solito opportunistica, vanesia, furbesca e arretrata) abbiano a suo tempo (non mi sto riferendo agli ultimi anni) buttato a mare tutto il loro bagaglio intellettuale, per inseguire le comoda scorciatoia dell’illusionismo miracolistico?… Anche loro tutti vittime – nel migliore dei casi – della propria presunzione. Dov’erano quando si formava il dramma e quando, con la testa rivolta all’indietro, davano con arretrata sicumera del comunista a chiunque si affannasse inutilmente ad avvisare dello scoglio e dell’imminente naufragio? È per questo che la vicenda della nave Concordia ha fatto tanto scalpore. È perché nell’irresponsabile comportamento del comandante Schettino bene si rispecchiano tutti i difetti di una classe dirigente che quasi integralmente è stata incapace a svolgere il suo ruolo sempre pronta com’è, in ogni caso (e ancora oggi!), a salpare sulla scialuppa di salvataggio, salvando così la pelle – e la borsa – in caso d’affondamento.

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