Un'iniziativa da tutelare
Missione Poesia
L'editore Raffaelli raccoglie il testimone abbandonato dalla Mondadori e dà vita a un nuovo Almanacco poetico, una mappa delle voci contemporanee italiane e internazionali. Sfidando così, con coraggio, i venti di crisi che sembrano voler cancellare quell'indispensabile «luce fioca e lontana»
Perso un almanacco di poesia, lo storico mondadoriano Almanacco dello Specchio, ecco nascerne uno nuovo, l’Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea, edito da un editore appassionato e coraggioso come Raffaelli (260 pagine, 35 euro). Si passa quindi dal più grande editore italiano a un piccolo editore, ma il risultato addirittura cambia in meglio, perché il volume numero 1 uscito di recente è di assoluto interesse ed è talmente raffinato che appartiene più alla categoria dell’oggetto d’arte che al semplice libro (ad esempio le foto dei poeti intarsiate nei testi sono autentiche preziosità). Il varo di questa nuova impresa editoriale racconta ancora una volta quanto sia tenace e determinata la volontà di alcuni di non far soccombere la poesia dalla scena culturale, per quanto siano marginali gli spazi oggi esistenti. Una lotta titanica che dice di una testimonianza che, proprio come lo stesso dettato poetico, sa inoltrarsi nel terreno dell’impossibile. E questo in un periodo di crisi che fa saltare tanti eventi culturali in ogni parte d’Italia.
Bisogna nutrire una ammirazione particolare nei confronti di chi, pur sapendo che è una battaglia al limite del proibito, si sforza di andare comunque avanti e sa fare della poesia un’idea di questo tempo di decadenza. Il pubblico della cultura e in particolare quello della poesia dovrebbe tutelare come una specie rara simili iniziative, simili editori. E comprare quindi il volume e parlarne con gli amici e i conoscenti. Sapere che anche quando le grandi case editrici abbandonano parte della loro storia – l’Almanacco dello Specchio era attivo fin dagli anni Quaranta e grandi poeti sono passati da quelle pagine – esistono personaggi come Walter Raffaelli che dalla provincia italiana, la bella Rimini, si mobilitano per non far cadere «la luce fioca e lontana», cioè la poesia, di cui diceva Paul Celan.
L’Almanacco è curato da due seri e preparati critici, Gianfranco Lauretano e Francesco Napoli, e raccoglie un materiale così ben assortito che può incontrare i gradimenti di un largo pubblico, rappresentando uno spaccato della poesia italiana e internazionale. Vediamo nel dettaglio. Il volume inizia con una finestra che dai Balcani dà sull’Europa, una realtà vicina geograficamente, ma molto lontana culturalmente e socialmente, con la testimonianza e la poesia di due buoni poeti di quelle terre, il greco Sotirios Pastakas e il bosniaco Izet Sarajlic. Del primo c’è anche un’intervista, dove il poeta fa una dura disamina dell’Europa, l’Europa delle banche, incapace secondo lui di affrontare la crisi attuale, per quanto Pastakas creda che «dalle ceneri di questa società potrebbe perfino venirne fuori una più grande e migliore». Del poeta bosniaco si può sottolineare la disarmante semplicità dei versi, che gli hanno consentito di porsi come uno dei poeti maggiormente letti e apprezzati dal vasto pubblico. Ecco una sua bella poesia: «Quei due abbracciati/ sulla riva del Reno a Gotthlieben/ potevamo essere anche tu ed io,/ ma noi due non passeggeremo mai più/ su nessuna riva abbracciati./ Vieni, passeggiamo almeno in questa poesia».
Dei 18 poeti collocati in una sezione denominata “Lavori”, composta da autori con un percorso ormai consolidato, con proposte inedite e di diversa natura, segnaliamo alcuni interventi. I dialoghi sapienziali di Cesare Viviani, tra Povertà e Potere, Autorità e Fraternità, per ribadire il senso profondo dell’esistere. Il testo teatrale Edgar Allan Poe e i buchi neri di Maurizio Cucchi, che si conclude con un bel poemetto che racconta la traversata in battello, una passeggiata marina, una passeggiata in un orizzonte che oscilla fra la memoria e il nulla («Arrivo al porto con l’ansia/ e la gioia dell’avventura./ È stato difficile. Voglio dire venir fuori/ per vivere. Star dentro/ per non morire, e dire:/ ventre, acqua, tetto, morbido/ cuore, letto»). Roberto Mussapi con La piuma di Simorgh, poesie fascinose, misteriose ambientate in Oriente («Là sulla strada di pietra resta un’impronta,/ la piuma del Simorgh, affermano i saggi/ e quelli che si spinsero verso il deserto/ prima del grande fiume e del Palazzo di Khublai,/ verso la verde montagna dove dicono/ si celi il nido d’oro del grande uccello/ che fece nascere la vita nel mondo»).
Poi, Anna Buoninsegni, che pubblica poesie dove la morte si staglia in tutta la sua violenta certezza e comprensione, con il grido «che i morti non ci dimentichino/ che non dimentichino di sorvegliarci». Tiziano Broggiato, con Città alla fine del mondo, compie un lungo viaggio verso i luoghi evocati o conosciuti di una vita, una geografia dell’anima dalla rara efficacia. Antonio Riccardi con Porzioni limitate di mondo. L’arte del diorama, ha scritto una incantevole prosa creativa sul diorama, e sull’arte contemporanea, e ci apre un mondo sconosciuto e di grande fascino. Quindi Mario Santagostini, con il curioso Il sogno di Pascoli, in prima persona. Emilio Zucchi, presenta una bella poesia: La Serra di Lerici. Alessandro Rivali, con Straniera, poesie dal tocco lieve, tra memoria e incanto. Quindi Saint-John Perse, scrittore (premio Nobel 1960), che non necessita di molte presentazioni: qui vengono inseriti alcuni brevi scritti e dei commenti critico biografici.
Ottima pure la scelta dei due poeti spagnoli: Francisca Aguirre e Juan Carlos Mestre. Della prima abbiamo ammirato il verso melodioso. Di Mestre possiamo dire più cose, avendolo conosciuto in occasione del Festival Internazionale di Lima: intanto le sue poesie, un dettato di straordinaria efficacia creativa e inventiva, quindi l’assoluta dimensione artistica del personaggio (Mestre è anche pittore e musicista) che incanta letteralmente nelle sue performance, un vero e proprio catalizzatore e intrattenitore, con il suo fluire vocale e la sua tenuta scenica. Al poeta, che ha un seguito notevole, è stato assegnato nel 2009, in Spagna, il Premio nazionale di poesia.
La sezione “Segnalazioni” è dedicata a sei giovani poeti che ci paiono molto interessanti: Giulia Rusconi, Simone Cattaneo, Mariadonata Villa, Mark Saba, Daniele Gigli, Manuele Montorfano. Di questi vogliamo ricordare innanzitutto Cattaneo, poeta dalla scrittura provocatoria e sopra dalle righe, scomparso recentemente, e la Rusconi che presenta un poema, Padre, di rara efficacia, anche questo alquanto provocatorio, e si segnala come una delle voci più forti e originali del quadro poetico giovanile nazionale.
La sezione “Internazionale” presenta sei poeti già antologizzati in un bel volume di Raffaelli uscito lo scorso anno dal titolo Nuovi Nuovissimi Mondi, dove sono inseriti poeti di lingua inglese, precisamente le statunitensi Susan Stewart, Hariette Mullen e Susan Howe, la canadese Juan Zwicky, l’australiano John Kinsella, l’afro-americano Major Jackson. Una selezione che sicuramente mette in risalto la buona scelta antologica e permette di dare uno sguardo alla poesia emergente di questi paesi.
Con la sezione “Sicilia”, l’Almanacco avvia una mappatura della poesia regionale italiana, e per risalire a una iniziativa simile bisogna ritornare agli anni Ottanta, quando un editore straordinario come Giampaolo Piccari, con le sue edizioni Forum, dedicò a ogni regione italiana un’antologia, compiendo così un completo censimento poetico nazionale. La sezione “Sicilia” è curata da un critico-poeta siciliano di grande valore, Giuseppe Condorelli, il quale ha scritto un’introduzione generale sulla situazione della poesia siciliana di oggi, uno studio molto approfondito e di grande respiro, che permette di comprendere al meglio la rilevanza poetica e la vivacità di questa regione italiana. Quindi Condorelli presenta ogni poeta antologizzato, aggiungendo una nota biobibliografica e una piccola antologia poetica. Condorelli sa cogliere di ciascuno le coordinate fondamentali.
Sono 17 i poeti presi in considerazione. Alcuni dei quali hanno acquisito un peso rilevante anche sul palcoscenico poetico nazionale. Pensiamo in particolare a Maria Attanasio (anche valida narratrice pubblicata da Sellerio), Sebastiano Burgaretta (poeta che frammista il siciliano, con l’arabo e l’italiano, con risultati di una forza espressiva unica), Nino De Vita (uno dei poeti dialettali più importanti d’Italia, co-vincitore del Viareggio nel 2011), Antonio Di Mauro (poeta dell’inquietudine dalla forte maturità espressiva), Paolo Lisi (poeta dalla rara raffinatezza compositiva), Renato Pennisi (con poesie in dialetto, inteso come resistenza alla dissoluzione), Angelo Scandurra (poeta molto conosciuto per la sua voce forte e il dettato barocco oltre che per il suo impegno con le belle edizioni Il Girasole), Angela Bonanno (poetessa dialettale tra le migliori).