Furio Terra Abrami
Sì al voto palese in Senato

Il ritorno di Sansone

Il caos scatenato dalla decadenza (eventuale) di Berlusconi ha molto a che fare con il celebre mito. In fondo, è tutta una questione di donne e capelli. Urge una soluzione

Qualche tempo fa, quando sembrava che Berlusconi volesse far cadere il governo – cosa che avrebbe fatto, se non ne fosse stato impedito da alcuni dei suoi stessi uomini – in un articoletto di commento alla situazione, usavo un modo di dire: “Muoia Sansone, con tutti i Filistei”, che sembrava ben rappresentare i rapporti tra l’ex presidente del consiglio e questo nostro disgraziato paese. Con una felice intuizione il nostro acuto titolista commentava l’articolo così: “L’agonia di Sansone”.

Dico felice, perché il modo di dire, trasformato in metafora, non solo rendeva assai bene la situazione del momento politico di allora, ma anche perché a tutt’oggi il paragone con la storia biblica sembra ben calzare alla vicenda. Anzi l’impressione è che con il passare del tempo la rassomiglianza delle due narrazioni si vada facendo sempre maggiore.

La forza poderosa che rendeva Sansone invincibile era – ironia della storia – come sappiamo quella dei suoi capelli (delle televisioni). Ora, nonostante che Dalila dopo averlo circuito con la sua avvenenza carnale (qui l’ironia è addirittura esagerata), gli avesse rasato a zero la chioma, rendendolo così forte come un qualsiasi altro comune mortale, gli ottimati dell’epoca pensarono di aver risolto per sempre il problema e di essersi definitivamente liberati del pericolo. Peccato che come era naturale, e facilmente prevedibile se solo si fosse capito veramente l’origine della sua potenza, i capelli ripresero a crescere e a restituirgli inevitabilmente tutto il suo leggendario potere. Così nonostante fosse stato accecato e asservito alla macina, appena poté contare di nuovo sulle sue forze sovrumane, si liberò e recatosi al tempio dove era riunito il popolo dei farisei e soprattutto tutti i suoi più importanti rappresentanti, spinse con tale energia le colonne che lo reggevano in piedi fino a farle crollare schiacciando sotto le macerie tutti quelli erano radunati e lui stesso con loro.

Quando il problema non viene eliminato nelle sue cause reali, inevitabilmente, con il passare del tempo, si riproduce la medesima situazione precedente. È proprio quello che è successo con “Mani pulite” ed è proprio questo il pericolo, ancora perfettamente attuale, che rappresenta il leader dell’ormai ex Pdl: Silvio Berlusconi va accompagnato definitivamente fuori dalla scena politica e bisogna (metaforicamente parlando s’intende) togliere i capelli alla radice, se non si vuole che con un qualche abile intervento di chirurgia tricotica o estetica i capelli tornino a ricrescere. Occorre una definitiva soluzione per non rischiare di ritrovarci nella stessa identica situazione nel giro di qualche mese (o giorni addirittura). Il pericolo è sempre in agguato e sempre pronto a risorgere come ha già fatto tante altre volte: Cartago delenda est.

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