Alle origini dei "movimenti"
Anarchici a Roma
A parlare di lavoro nella Capitale si pensa sempre e solo ai ministeriali. E invece c'è tutta una tradizione di operai e artigiani che hanno lottato per ideali e diritti. Una storia ricostruita da Roberto Carocci
Di solito quando si pensa a Roma e al suo rapporto con il lavoro si pensa sempre ai ministeriali, al parastato, al terziario ma non è così o solo così. Roma ha una tradizione, forse non sviluppata come Torino o Milano, di lavoratori manuali, di operai, di metalmeccanici. Sicuramente non ci sono i grandi insediamenti industriali ma tante piccole industrie anche a conduzione familiare. E anche per quello, per quel misto di familismo e sottile ricatto, che far passare certe idee era ancora più difficile.
È una storia lunga e difficile quella del lavoro e del sindacalismo di sinistra, figuriamoci quello anarchico, e per quel che riguarda gli anni che vanno dal 1900 al 1926 la troviamo tutta nel libro di Roberto Carocci Roma sovversiva, Odradek Edizioni 24€. La storia della Roma operaia è stata fin qui poco studiata, Carocci ce ne da una visione partendo dall’analisi del movimento anarchico della Capitale e dintorni. Mettendo così in gioco anche il luogo comune che l’anarchismo sia prerogativa di altre regioni e altre città.
Un movimento forte nel mondo del lavoro e del sindacato che ha la forza di contrapporsi alla corrente socialista e comunista al punto di aprire una propria Camera del Lavoro. Forte al punto da contrapporsi anche alle forze dell’ordine regie che tentano di soffocare l’anarchismo e le forza di sinistra in genere. Un mondo vivo che Carocci riporta con dovizia di particolari e di personaggi che sembrano tolti dalla naftalina dei romanzi dell’epoca. Con una differenza, sono veri, con un cuore e delle idee talmente forti da spingerli a mettere a repentaglio la loro vita. Il lavoro di Carocci si spinge fino al 1926 dove il fascismo ha già un suo seguito fatto di picchiatori e di violenza che gli anarchici contrastano con i mezzi e con le forze che hanno.
Occorre leggerlo per scoprire una Roma che non ti immagini, una Roma operaia e dalle idee forti. Una Roma che resisteva già all’epoca. Lungo sarebbe l’elenco degli anarchici che percorrono le pagine del libro e parlarne sarebbe togliere al lettore il piacere di scoprire personaggi, nonché persone, di spessore, di valore. Sono anarchici che ritroveremo poi nella lotta contro il fascismo. Ci sono pagine epiche di lotte, di scontri, di morte, di solidarietà, anche di violenza, come al solito ci si imbatte con l’ottusità e la violenza del potere a cui spesso non si può rispondere che con lo stesso metro.
Nonostante sia un libro di Storia con la maiuscola, non tralascia, anzi approfondisce, la storia minore. La vita degli anarchici, il loro radicamento nei quartieri, punto di forza della loro attività come lo era l’attenzione alle singole categorie di lavoratori, le difficoltà familiari, i rapporti d’amicizia. Un libro completo che va letto con attenzione come merita un libro importante.
Sono passati anni dal periodo analizzato da Carocci, ma leggendo il libro ci si trovano molti, purtroppo troppi, punti in comune con la nostra epoca.