Una rassegna di scritture a Roma
Letteratura a Km0
Con la cultura (forse) non si vive, come diceva un celebre ministro, ma di sicuro si cresce. Come dimostra il Flep!, "Festival delle Letterature popolari" in corso a Roma. Ce lo racconta la scrittrice Simona Baldellli, che domani presenterà al Flep! il suo romanzo "Evelina e le fate"
“Con la cultuva non si mangia” diceva, qualche anno fa, un buffo individuo, gettando nello sconcerto centinaia di migliaia di attori, scrittori, docenti, restauratori, poeti, artisti, operatori e guide turistiche, editori e compagnia cantando. Per non parlare delle decine di milioni di lettori, spettatori, fruitori di mostre, cinema, teatri, studenti e via dicendo. Lo sconcerto aumentava se si pensava che, a profferire tali parole, era il ministro dell’economia di uno dei Paesi con un patrimonio artistico e culturale come il nostro. Anzi, era proprio il nostro, il Paese in questione. E vabbè.
Certo è che, dal punto di vista organizzativo e produttivo, gli operatori culturali e tutta la filiera dell’arte, devono spesso fare le nozze coi fichi secchi. Che, a volte, però, riescono assai bene, pur nella loro scarna semplicità. Questo, ad esempio, è il caso del Flep! Festival delle Letterature Popolari, a Roma, fino a domani. Certo che, la location, aiuta parecchio, poiché questa seconda edizione è collocata all’Aranciera nei pressi di Caracalla, uno di quei siti che accolgono visitatori da tutto il mondo. Ma vallo a spiegare al tizio di cui sopra. Dunque, il luogo è splendido ed il programma del Flep! merita attenzione.
La prima giornata si è aperta con la presentazione dell’antologia La casa di cartone (casa editrice Zero91) a cura di Girolamo Grammatico, profonda e documentata riflessione su chi sono e come vivono i senzatetto in Italia. Al termine della presentazione Adriano Angelini, direttore editoriale, commentava la soddisfazione la «riconquista geografica, da parte dei romani, dell’Aranciera, con la speranza che possa rappresentare anche il riappropriarsi di un luogo per le idee e i contenuti». Chi scrive, ammette una particolare simpatia per la Zero91, casa editrice con cuore palermitano, testa milanese e braccia romane, e per la qualità del suo catalogo e per la campagna di sensibilizzazione NoEaP (No Editoria a Pagamento) che sta portando avanti da tempo. Poi un giustamente emozionato e soddisfatto Pier Paolo Di Mino, direttore del Flep! ha spiegato, fra altre cose che «Il Flep! è una festa di carattere letterario in una piazza pubblica. Una festa che è una restaurazione dell’uso culturale e civile di quella piazza e insieme dell’uso civile e culturale della letteratura: il tentativo di rifare della piazza un luogo di aggregazione popolare e della letteratura un mezzo e un motivo di questa aggregazione. È questo il senso in cui viene adoperata l’espressione “letteratura popolare”, con la quale non si vuole delimitare una nicchia letteraria da intendersi a consumo di un generico target chiamato “popolo”, quanto piuttosto il tentativo di ridefinire come popolare la letteratura stessa. La nostra generazione ha visto infatti tragicamente in opera quella diminuzione di senso della cultura, la sua riduzione a intrattenimento, e infine il suo scollegamento dalla politica, che è il più grande danno politico della nostra generazione. La nostra è una generazione che manca, prima di tutto, di quel racconto su se stessa, sul proprio passato, sulla propria collettività, che ha permesso la disgregazione della collettività stessa e la perdita di quei valori senza i quali è possibile smemorare anche i più semplici diritti civili e umani». Contenuti ripresi anche da Lidia Ravera, (nella foto in alto) neoassessore alla Cultura della Regione Lazio che ha preso parte all’apertura del Festival ed alla presentazione del bel libro di Rosella Postorino Il corpo docile (Einaudi).
Chi spigolava fra il palco delle presentazioni (che a sera inoltrata diventa console per eventi ballerecci, perché: serietà sì, ma seriosità no. E andiamo!) e la galleria che contiene gli stand di alcune case editrici romane e non solo e alcune riviste e agenzie letterarie (fra le quali: Isbn; Voland; Zero91; Postcart Edizioni; Red Star Press; Flanerì; Contro Tempo; Sandro Teti; bébert edizioni; Nutrimenti; Keller editore; 66thand2nd; L’orma editore; oblique studio; Bel-Ami edizioni… e mi scusino coloro che mi sono sfuggiti!) aveva anche la possibilità di visitare la Galleria Ipercontemporanea (che ospita opere di: Mauro Biani, Tano D’Amico, Antonio Finelli, Fabio Pini, Simone Rea, Silvia Santirosi, Watt, fra gli altri) e farsi un aperitivo a km0, bio-eco-sostenibile… non si è trascurato il coinvolgimento dei “lettori di domani” per i quali è stata pensata l’iniziativa “Corso di Cicloscrittura per l’infanzia” insomma, un’allegra kermesse, come, forse, questa città dovrebbe averne in forma permanente.
Gli altri autori ospiti del Flep! oltre a quelli già citati, sono: Paolo Albani, Jakuta Alikavazovic, Sandro Bonvissuto, Gianfranco Calligarich, Simona Baldelli, Giorgio D’Amato, Miriam Dubini, Davide Enia, Giovanni Greco, Franco Limardi, Davide Orecchio, Renzo Paris, Marco Petrella, Duka e Marco Philopat, Emanuele Tonon, Filippo Tuena, Wu Ming1. Un programma, quindi, ricco di emergenti interessanti e preziose conferme. Tutti quanti probabilmente (anche chi vi scrive) a cercare di arrivare ad una faticosa sintesi fra ricerca culturale e guadagno della pagnotta quotidiana.
E, per quadrare il cerchio, mi piace chiudere con una frase che il padre di un mio amico, attore e poeta, disse tempo fa a proposito del figlio che tirava avanti a pezzi e bocconi: “magari non naviga nell’oro, ma almeno, nel frattempo, vive”.
Con buona pace dell’ex ministro con la evve moscia.