Il nostro inviato al Lido
Contro Gad (e Amelio)
Gad Lerner se la prende con chi ha criticato "L'Intrepido": "Lo attaccano perché affronta un tema scottante". E invece no. Il film con Albanese è proprio riuscito male, al di là dei temi che tratta. E poi, siamo sicuri che Lerner l'abbia visto?
Mio nonno mi diceva sempre: “non fare il coglione quanto non ti tocca”. Che significa, se non fosse abbastanza chiaro: non dire (non voler dire) la tua su una cosa che non conosci, perché potresti fare una figura barbina. Ora, lungi dal dire che Gad Lerner sia come era talvolta definito il sottoscritto ai tempi di suo nonno, non c’è dubbio che la sua uscita sulle recensioni perplesse sul film di Gianni Amelio, L’intrepido, sia davvero una forzatura. In pratica, Lerner sul suo blog se l’è presa contro i critici che non vogliono occupare di problemi del lavoro. E invece no, non si può sempre vedere un argomento importante come il lavoro, la disoccupazione, il disagio sociale dove questo non è chiamato in causa. Mi spiego meglio.
Le recensioni perplesse sul film di Amelio, compresa umilmente anche la nostra, non hanno nulla a che vedere con quello che dice l’ottimo Gad. Gli argomenti che egli usa sono del tutto fuori luogo perché non sono certo il motivo delle “perplessità”. La sua intemerata, legittima quanto intelligente, parte da un presupposto sbagliato. Parte da un film che ha lasciato perplessi perché è un film che non è riuscito, perché anche un grande come Gianni Amelio non può sempre fare centro. Il quale Amelio, peraltro, dice che la sua storia è una favola. E quindi, seguendo questa logica, ha una valenza sociale del tutto relativa.
Naturalmente Amelio fa precedere la sua frase da un gigantesco “non avete capito”. E ti pareva, magari ha pure ragione. Ma un film non dice quello che vorrebbe un regista, non sempre; piuttosto dice quello che gli altri ci vedono. E a proposito di vedere, siamo sicuri che Gad lo abbia visto?
Leggi la recensione di ieri al film.