Furio Terra Abrami
Dopo la nascita del governo Letta

Lavoro o travaglio?

I guardiani del museo dell'antagonismo (di sinistra?) si scagliano contro l'accordo forzato che ha prodotto questo nostro sghembo esecutivo. Ma nessuno ammette le colpe di chi ha reso impossibile ogni altra soluzione

Diventa stucchevole, a lungo andare, tornare sugli stessi temi. Ma poiché la situazione, i commenti, e le polemiche  continuano  a fermentare intorno agli avvenimenti di questi ultimi tre mesi, diventa giocoforza tornarci – si spera per l’ultima volta – sopra. Ho letto e ascoltato molte opinioni di coloro che si oppongono al governo testè varato. Ho trovato analisi acute degli avvenimenti passati, alcune assolutamente condivisibili, altre divertenti e graffianti, altre ancora piuttosto ottuse, oppure preconcette e soprattutto – come purtroppo accade quasi sempre – un’innumerevole quantità di tifo da stadio: una logica di schieramento che ottenebra qualsiasi atteggiamento dialogante. Altre volte invece ci s’imbatte in un’incredibile narcisismo che per ben figurare è disposto a sacrificare qualsiasi ragionevolezza.

Le polemiche più furibonde sono, come sempre, quelle interne alla Sinistra. Ammesso che si possa ancora parlare in termini di Destra/Sinistra, tutti codesti nuovi scenari sembrano però configurare sotto la superficie, nient’altro che la vecchia distinzione tra massimalisti e riformisti.

Il punto più dolente è quello della formazione del nuovo governo (e di conseguenza le argomentazioni in difesa del gran rifiuto di Grillo). I più alti lai e le più sferzanti analisi, sono giunti in proposito; tra questi spiccano particolarmente quelli di due penne abituali del dibattito politico della Sinistra: quella di Paolo Flores d’Arcais e quella di Marco Travaglio. Nessuno però, e ripeto, nessuno di costoro – compresi i due illustri – dice, tra una veste stracciata e l’altra, che cosa si doveva fare di diverso. Non una proposta, non un’idea, non un’indicazione sia pure vaga, eppure dovrebbe essere piuttosto chiaro a tutti la drammatica urgenza dei problemi da affrontare; è un argomento questo molto presente quando si tratta di sottolineare (giustamente) le mancanze, più o meno pregresse del Pd, ma che diventa del tutto secondario (quando non sparisce proprio), nel caso di trovare una soluzione: quando si tratta di passare all’azione.

La rigorosità logica di Flores è proverbiale, la sua analisi del passato è stringente, la posizione rigorosa, ma sulla formazione alternativa a questo governo….niente. Non una parola, un suggerimento…niente. Quanto all’articolo di Travaglio confesso che mi ha fatto un poco sorridere, perché da tutto quel suo arrampicarsi sugli specchi per difendere le posizioni dei cinquestelle, traspare evidente – anche se confessato solo a mezza bocca – che anche a lui l’errore di Grillo appare, e sempre più con il passare del tempo, enorme e forse irrimediabile. Si intorcina dietro a oscure trame e intenzioni di Bersani quando è evidente a tutti che se tu con qualcuno non vuoi collaborare, non vuoi parlarci, e non vuoi nemmeno ascoltare, il risultato è inevitabile: tutto il resto sono chiacchiere e scuse. Ma se uno t’insulta ripetutamente, continuamente, incessantemente, pensi che si possa fare qualcosa con lui? Grillo poi, non ha insultato solo Bersani (questa cosa, travaglietto la dimentica volentieri), ma ha riversato contumelie offensive anche a tutti quelli che hanno cercato di mediare…ricordate le gentili parole rivolte agli “Intellettuali” (Ci mancava solo dei miei stivali!) . C’è bisogno d’aggiungere altro?

Anche da parte sua poi, non una strategia, un’alternativa, un’ipotesi da percorrere.

Comunque, purtroppo, la faccenda potrebbe non essere finita qui: Berlusconi, come ha fatto già tante volte, è sempre pronto a rovesciare la scacchiera nel caso in cui i sondaggi  – come sembra – lo diano vincente ad eventuali nuove elezioni, però non è detto che stavolta stiano tutti a guardare e siano colti di sorpresa….certe volte “ducunt volentem fata, nolentem trahunt”: il fato conduce chi è concorde, ma trascina chi gli si oppone.

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